Secondo Gartner oggi gli oggetti connessi sono circa 5 miliardi ma diventeranno 25 entro il 2020. E’ l’Internet of Things, grazie al quale si ottiene il vantaggio di fare cose che solo fino a qualche tempo fa risultavano impensabili: è possibile ad esempio controllare il condizionatore, accendere e spegnere le luci di casa, regolare la temperatura del termostato direttamente e semplicemente tramite lo smartphone.
Ma per un mondo di opportunità che si aprono esiste anche un rovescio della medaglia: più dispositivi collegati significano più vettori di attacco e di conseguenza maggiori probabilità di diventare bersaglio degli hacker. La sicurezza degli oggetti IoT, inizialmente ignorata, sta diventando una questione preoccupante per la quale è necessario agire immediatamente. Recentemente, infatti, i ricercatori hanno scoperto vulnerabilità critiche in una vasta gamma di baby monitor collegati in rete, che sarebbero potute essere sfruttate dagli hacker per effettuare una serie di attività pericolose come il monitoraggio dei live feed, la modifica delle impostazioni della camera autorizzando, ad esempio, altri utenti a guardare e controllare da remoto il baby monitor.
E’ stato dimostrato, inoltre, che un hacker può facilmente compromettere anche un’automobile connessa ad Internet. Esso può essere in grado di prendere il controllo del sistema d’intrattenimento, sbloccare le porte o addirittura spegnere la vettura mentre è in movimento.
L’internet delle cose può diventare anche una fonte di minaccia per la privacy degli utenti se, ad esempio, un hacker è in grado di utilizzare i sensori di movimento integrati negli smartwatch per sottrarre informazioni personali, oppure raccogliere dati sanitari personali da applicazioni installate.
Diverse misure di sicurezza e prevenzione sono state introdotte a livello dei device IoT e molti sforzi vengono fatti dalle aziende per evitare che possano accadere incidenti gravi. Oggi, infatti, i fornitori di sicurezza e produttori di questi oggetti stanno collaborando attivamente per evitare che questo mondo vada fuori controllo.
“Mentre lo sforzo per mettere in sicurezza questi device è consistente, molto c’è ancora da fare per sfruttare al meglio l’IoT all’interno di un ambiente, di un’infrastruttura affidabile e sicura – commenta Massimo Turchetto, CEO & Founder di SGBox -. I gateway che connettono i device alle reti dei fornitori di servizio e dei produttori devono essere messi in totale sicuezza. Anche i repository dove vengono memorizzati tutti i dati generati dai sistemi IoT possono diventare obiettivi invitanti per hacker aziendali interessati a sottrarre dati da rivendere per ottenere profitti, come già accaduto nei molti casi di violazioni e furti di dati che abbiamo osservato negli ultimi anni”.
È quindi necessario prevedere un sforzo per incrementare la protezione degli oggetti IoT, per garantire la privacy dei consumatori e la funzionalità e l’efficienza di aziende e società.