I migliori programmi di Business Intelligence (BI) sono quelli che mettono le analisi e le soluzioni per i processi decisionali direttamente a disposizione degli utenti aziendali. Lo rivela Qlik, secondo il cui sondaggio, condotto in collaborazione con Forbes Insights, circa il 60% degli intervistati ritiene che l’analisi self-service dei dati sia in grado di offrire un vantaggio competitivo concreto, mentre il 50% pensa che questo approccio possa contribuire a svelare informazioni preziose.
Lo studio, a cui hanno partecipato oltre 400 professionisti senior It e business, conferma che le organizzazioni si dirigono sempre più verso ambienti self-service, in cui gli utenti possono avere sotto controllo analisi, visualizzazioni e processi decisionali. Infatti, l’ambiente BI di oltre la metà dei rispondenti è caratterizzato da un livello elevato o molto elevato di elementi self-service. Contemporaneamente, i reparti It e le varie business unit devono far fronte a questioni di data governance che impattano su diversi aspetti tra cui sicurezza, completezza e attendibilità dei dati. Circa il 20% degli intervistati ha dichiarato che il problema più complesso dell’accesso self-service ai dati è riuscire a combinare i dati provenienti da fonti diverse, mentre il 14% indica la sicurezza dei dati come un’altra sfida importante. Secondo i professionisti, perché un modello self-service sia di successo, è necessario che ci sia uno schema di data governance efficace, in grado non solo di tutelare la sicurezza dei dati e la loro integrità, ma che offra agli utenti anche la certezza che le proprie analisi utilizzino dati completi e accurati.
Secondo la ricerca, inoltre, soluzioni self-service e i software di visualizzazione dei dati creano un nuovo look per la BI: secondo il 54% migliorare la visualizzazione dei dati rappresenta una mossa strategica irrinunciabile; il 40% è d’accordo sul fatto che i modelli di analisi dei dati self-service forniscano un vantaggio competitivo concreto; il 53% pensa che una strategia self-service permetta agli utenti finali di sviluppare analisi visive più efficaci. Riguardo a come una strategia di BI self-service sia in grado di creare valore, il 69% nota miglioramenti nell’identificazione di nuove opportunità di business, il 65% in una politica dei prezzi ottimizzata o dinamica (65%) o nella possibilità di misurare la produttività (6%).
Un altro dato emerso è che la padronanza dei dati, oggi, è una competenza fondamentale: in futuro, le direttive aziendali saranno volte a favorire l’interazione tra dati interni ed esterni, allargando anche ai dirigenti la partecipazione alla formazione e offrendo un accesso più ampio via mobile e cloud ai flussi di dati. Più della metà delle aziende (54%) sta creando un’apposita struttura per migliorare le performance dei dati self-service. Circa il 75% degli intervistati dichiara di indirizzare i reparti It a lavorare sempre più in sintonia con le business unit per ampliare l’accesso ai dati (aziendali e non). Il 62% degli intervistati è d’accordo sul fatto che i capi progetto debbano migliorare la propria padronanza dei dati.Qlik,
La tendenza principale che emerge dallo studio evidenzia come ci si stia spostando sempre più verso un ambiente BI self-service: nel 25% circa dei casi, i senior manager hanno un ruolo chiave nel creare un ambiente più self-service, anche se, per la maggior parte dei professionisti (64%), la combinazione di iniziative da parte del top management e del resto dei dipendenti è ciò che porta davvero alla concretizzazione di un ambiente self-service. Le funzioni aziendali in cui si ricrea più frequentemente questa situazione sono l’amministrazione (67%), le vendite (61%), il marketing (60%) e la conformità (60%).