Per molto tempo la privacy è stata concepita in Italia come una superflua burocrazia, ma negli ultimi anni le sempre più frequenti e massive violazioni, hanno fatto emergere il valore dei dati personali come asset aziendali e patrimonio dello stesso individuo, con la necessità di stabilire nuove regole al passo con i tempi della nostra era tecnologica, adottando al tempo stesso misure di sicurezza per proteggere adeguatamente le informazioni.
Per quanto riguarda gli aspetti normativi, è finalmente in arrivo il nuovo Regolamento UE sulla protezione dei dati, che sarà approvato questa primavera per sostituire l’attuale Codice della Privacy (Dlgs 196/2003), basato su una vecchia Direttiva CE del 1995, scritta quando la gestione delle informazioni avveniva perlopiù in forma cartacea e non doveva ancora scontrarsi con il fenomeno di Internet.
D’altra parte, come richiede lo stesso testo in arrivo da Bruxelles, il rispetto delle regole dovrà essere seguito dall’adozione di concrete misure di sicurezza tecniche e organizzative a protezione dei dati, che le aziende dovranno essere in grado di dimostrare per non incorrere in pesanti sanzioni e risarcimenti, e sarà perciò fondamentale avvalersi di professionisti specializzati, come osserva il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi:
“Anche se in Italia le imprese stentano ancora a concepire la privacy come una due diligence, il Regolamento UE richiederà una protezione dei dati sostanziale. Tuttavia il nuovo testo normativo non contiene una lista preconfezionata di misure di sicurezza, che dovranno essere invece individuate dalle stesse aziende, effettuando previamente una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati – spiega Bernardi -. Per poter svolgere queste attività ad un livello adeguato, oltre a professionisti che conoscano bene la normativa, serviranno anche esperti con skills e competenze per gestire i dati e le informazioni con un elevato livello di sicurezza“.