Secondo l’ultimo report di Assinform, il mercato digitale italiano è cresciuto dell’1,5% nei primi sei mesi del 2015, contro il -3,1% dello stesso periodo del 2014, segnando finalmente un’inversione di tendenza e una crescita superiore rispetto alle stime precedenti: +1,1%. Se i segnali sono dunque positivi, è anche vero che il settore Ict conta oltre 75mila aziende con 456mila addetti, ma il ritardo sul digitale ostruisce un potenziale ancor maggiore, come spiega il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania:
“La trasformazione digitale che sta rivoluzionando l’economia mondiale sconta nel nostro Paese un grave ritardo di execution. Un gap che vale 25 miliardi in termini di mancato giro d’affari e 200mila occupati. È di tutta evidenza che per abilitare la trasformazione digitale abbiamo bisogno di professionisti skillati sulle nuove tecnologie e sull’impatto che queste hanno nei processi organizzativi e produttivi delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni”.
E il mercato digitale può fare da traino non solo all’economia italiana in generale, ma anche a specifici settori collegati, come quello delle professioni in materia di privacy, come spiega lo stesso Elio Catania, che parlerà dell’argomento al 5° Privacy Day Forum organizzato da Federprivacy:
“In questo senso non è possibile pensare ad un futuro in cui le aziende e le PA non siano dotate anche di specialisti della protezione dei dati. Si tratta di un’opportunità per garantire efficienza e sviluppo di nuovi servizi per il mercato che vale migliaia di nuovi posti di lavoro. Un’occasione di sviluppo che come sistema Paese non possiamo perdere”.
In questa prospettiva, Federprivacy ha condotto una ricerca su un campione di 1.000 aziende per conoscere la percezione del mercato sui profili delle figure professionali che saranno richieste con l’introduzione del nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati, che sarà vigente in tutti gli Stati membri della UE, di cui il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, dà un’anteprima:
“I risultati indicano che il 19,7% delle aziende avverte la necessità di avere nel proprio organico un responsabile privacy, e il 28,8% ritiene che la figura più richiesta nel settore sarà il privacy officer. Questo denota una crescente consapevolezza da parte del tessuto imprenditoriale italiano rispetto alle tematiche relative alla protezione dei dati”.