Che la guerra non sia più solo quella tradizionale, fatta di combattimenti, armi e sudore lo si sa già da un po’. Adesso le armi sono – anche – ben altre, come quelle che passano per la tecnologia. E’ relativamente semplice per un hacker ben addestrato riuscire a penetrare sistemi ben difesi e a dimostrazione di questo vi è la notizia che cyber esperti del famigerato Stato Islamico sono riusciti per l’ennesima volta a mettere in rete i dati di 156 militari statunitensi. Si tratterebbe di 156 membri dell’Aeronautica, l’Us Air Force. Ma solo pochi giorni prima la minaccia si era materializzata con un tweet che dichiarava un altro bottino per i ladri della rete: nomi, indirizzi e-mail, password e perfino numeri di telefono di centinaia di dipendenti federali americani, dalla Air Force al corpo dei Marine, ma anche alla Nasa e all’autorità portuale di New York e del New Jersey.
Il colpo portava la firma della ‘Islamic State Hacking Division’, una vera e propria divisione dello stato islamico votata alla pirateria informatica, a conferma che il fronte della guerra è sempre più anche quello cibernetico.