Per le aziende la necessità di avere a disposizione degli strumenti di protezione dei dati e di disaster recovery è ormai fondamentale e uno dei requisiti più importanti che valutano nel momento in cui si trovano a dotarsi di soluzioni tecnologiche per rispondere a queste esigenze è quello della flessibilità. Cloud-to-Cloud, la nuova opzione SaaS di backup di Barracuda, permette ai clienti di replicare i dati da ambienti cloud supportati nel Cloud Storage di Barracuda. Barracuda Backup fornisce inoltre opzioni per la conservazione dei dati a lungo termine e garantisce la portabilità da macchina fisica a virtuale.
Il Backup Software-as-a-Service (SaaS)
Il nuovo Cloud-to-Cloud Backup di Barracuda supporta attualmente Microsoft Office 365 e include Exchange Online e OneDrive for Business. Gli amministratori It preoccupati della difesa di tali ambienti potranno replicare i dati tramite una connessione protetta affinché siano “immagazzinati” nel Barracuda Cloud Storage. I dati persi potranno inoltre essere più facilmente cercati e recuperati. Il download e il ripristino delle informazioni infatti avverrà direttamente nelle applicazioni ospitate da Microsoft grazie al Barracuda Cloud Control, una console centralizzata di amministrazione basata su web, accessibile da qualsiasi luogo.
Opzioni flessibili per la conservazione dei dati a lungo termine
Per le aziende che cercano di soddisfare requisiti di conservazione estesa, i clienti di Barracuda Backup possono sfruttare l’archiviazione remota dei dati off site per memorizzare le revisioni storiche sul Cloud Storage di Barracuda o sul dispositivo. Barracuda Backup sta inoltre estendendo la sua funzionalità per includere opzioni di esportazione delle revisioni storiche su supporti esterni come disco o nastro.
La portabilità fisico-virtuale
LiveBoot di Barracuda Backup offre la possibilità di un recupero rapido delle informazioni negli ambienti virtuali in caso di calamità. A questo si aggiunge ora la portabilità fisico-virtuale: gli amministratori It potranno ripristinare i server fisici ancora funzionanti nei server virtuali ospitati su VMware vSphere o Microsoft Hyper-V, il che si traduce in una migrazione semplificata dai server fisici “ereditati” agli ambienti virtuali e in una riduzione del tempo di recupero in caso di calamità grazie al recupero dei server fisici su un’infrastruttura virtuale.