Panda Security ha rilasciato i dati relativi alle minacce It rilevate nel primo trimestre 2015. Secondo il Report sono oltre 225.000 le nuove specie di malware che si verificano al giorno, con picchi fino a 500.000. Dati record che segnano un incremento del 40% rispetto allo stesso trimestre del 2014.
Come spesso accade, questi esemplari sono varianti di malware conosciuti, modificati dagli autori per evitarne la rilevazione da parte dei laboratori antivirus. I Trojan continuano a essere la minaccia più comune, con il 72.75% di tutto il nuovo malware e la principale fonte di infezione, con il 76.05% del totale.
Primo in classifica CryptoLocker
l primi mesi del 2015 sono stati dominati da attacchi ransomware, in particolar modo da CryptoLocker, ed è diventato uno dei metodi più apprezzati dai cyber criminali per ottenere denaro attraverso informazioni rubate alle aziende.
È quanto accaduto, ad esempio, con le dieci aziende petrolifere del segmento del trasporto marittimo, rivelato da Panda Security nel report “Operazione Oil Tanker: La Minaccia Fantasma”. “In questo particolare caso, gli autori non hanno utilizzato alcun malware, ma file legittimi eseguiti spesso,” spiega Luis Corrons, Direttore Tecnico dei laboratori di Panda Security.
Numerosi attacchi sono avvenuti anche tramite social network e via mobile. Una delle truffe più note è stata quella realizzata su Facebook, nella quale si prometteva una fasulla gift card da 500 dollari di Zara per ingannare gli utenti. In poco tempo, oltre 5.000 persone hanno aderito all’evento e sono stati inoltrati oltre 124.000 inviti a partecipare.
Sul fronte mobile, Android è stato ancora il sistema più colpito, questa volta attraverso pericolosi SMS.
La Cina il paese più colpito
Il numero medio di PC colpiti nel mondo è pari al 36.51%, il 6% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. La Cina resta in prima posizione, con il 48.01% di computer violati, seguita da Turchia (43.33%) e Perù (42.18%).
La classifica dei dieci paesi meno colpiti è dominata da due nazioni europee, Norvegia (22.07%) e Svezia (22.42%), seguite dal Giappone (23.97%). Fuori dalla Top Ten, ma con un tasso inferiore alla media, Danimarca (28.18%) e Finlandia (28.59%), seguite da Venezuela (33.35%) e Stati Uniti (34.03%).