L’allarme terrorismo è più alto che mai eppure negli Stati Uniti è avvenuto qualcosa che ha del clamoroso. Clamoroso perché dall’altro giorno i cittadini americano hanno a disposizione uno strumento in meno per contrastare l’avanzata della minaccia terrorista.
Ma andiamo per ordine.
Dalla mezzanotte di martedì è scattato il divieto per la NSA (National Security Agency) di effettuare la raccolta automatica dei dati di miliardi di telefonate degli americani, segnando così la fine di uno dei più discussi programmi dell’agenzia statunitense deposta alla sicurezza, svelato al mondo da Edward Snowden appena due anni fa.
Il senatore repubblicano e candidato alla Casa Bianca Rand Paul, infatti, è riuscito a bloccare il rinnovo di alcune sessioni del Patriot Act, la legge voluta da George W. Bush dopo l’11 settembre, che scadevano alla mezzanotte del 31 maggio – in particolare la sezione 215.
A dirlo così non sembra esserci nulla di preoccupante, ma se si esamina a fondo la questione si comprenderà come il punto sia assolutamente cruciale nella lotta al terrorismo internazionale, una piaga che dopo l’attacco alle Torri Gemelle non accenna a morire, ma che anzi è tornata più viva che mai con l’avanzare delle minacce jihadiste da più parti.
Da ieri dunque, non solo stop alla raccolta di dati, ma anche divieto assoluto per l’FBI di fare appello al Patriot Act per avere autorizzazioni ad intercettare un sospetto su più telefoni, e divieto di poter intercettare un sospetto terrorista che però gravita all’esterno dei tradizionali gruppi (parliamo dei così detti lupi solitari).
Unica consolazione è che il dipartimento di Giustizia ha dalla sua la cosiddetta “grandfather clause”, una clausola che impedisce la retroattività delle leggi, ragion per cui i poteri che sono stati revocati con la decisione dell’altro giorno potranno continuare ad essere utilizzati per le inchieste già avviate. Senza contare che esistono tutta una serie di piccoli escamotage che gli consentiranno di continuare ad essere operativo anche durante il periodo delle sospensioni.
Nei prossimi giorni si dovrebbe arrivare a una nuova intesa, ma intanto l’allarme alla sicurezza è già scattato, provocando anche una risposta dura da parte della Casa Bianca, che ha denunciato questo “buco irresponsabile”.