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A cura di Paolo Arcagni, Systems Engineer Manager Italy&Malta di F5 Networks
La scalabilità richiede il bilanciamento del carico, ma cosa succede se non è fatto in modo efficiente?
Non è la prima volta che sentiamo dire che il cloud può essere troppo costoso e dubito che sarà l’ultima. La conferma viene anche da Alexei Rodriguez, VP of operations di Evernote, un gigante nel mondo digitale, che sul palco di Structure 2014 ha affermato:
È interessante notare come questa presa di posizione – non diversamente dal passato – venga da aziende che possiamo definire “mostri del web “, cioè, come suggerisce il nome, organizzazioni per le quali il web viene prima di tutto (e di solito è l’unico che conta) e che vantano milioni (o miliardi) di utenti. I mostri del web moderni hanno generalmente una sola applicazione di cui sono responsabili, come nel caso di Evernote, Netflix, Facebook e altri.
È improbabile che la maggior parte delle aziende si trovi davanti a una sfida di una portata simile, dove in pratica il cloud costa più di un approccio fai da te per i progetti di breve durata. Difficilmente una campagna di marketing, promozioni e offerte stagionali e altro andranno mai incontro ai livelli di consumo di Facebook o Evernote e, di conseguenza, i loro costi saranno quasi certamente inferiori nel cloud che se gestiti in casa.
Ciò non significa però che le aziende non incorrano in questo problema o non abbiano la necessità di valutare attentamente i costi a lungo termine del cloud per un’applicazione in modo che non si ripercuotano sulla capacità di renderla disponibile, soprattutto ora che l’Internet of Things sta diventando una realtà ed esercita una pressione notevole sulle connessioni di data center spesso già stracolmi.
Una delle cause che porta il cloud a costare di più è la scelta che viene effettuata rispetto al bilanciamento del carico.
Il costo di un load balancing inefficiente
Il bilanciamento del carico è il cuore di qualsiasi modello di cloud computing. Senza un load balancing di qualsiasi tipo non è possibile scalare, e la scalabilità è uno dei principali benefici del cloud, oltre ad essere uno dei principali driver della sua adozione secondo North Bridge Ventures 2014 Future of Cloud.
Il load balancing, chiaramente, distribuisce il carico su istanze multiple di un’applicazione per permettere di scalare, migliorare le prestazioni e mantenere la disponibilità. Nella maggior parte degli ambienti cloud, in cui sono disponibili servizi di bilanciamento del carico forniti dai provider, questi servizi si basano su un modello in scala, ovvero la scalabilità si basa esclusivamente sulla clonazione di nuove istanze delle applicazioni quando la domanda raggiunge una certa soglia (di solito definita dall’utente).
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