Gli attacchi terroristici di Parigi hanno spinto la lotta al terrorismo in cima all’agenda europea. E visto che siamo nell’epoca dove le guerre non si fanno più solo sul campo ma corrono sul sottile filo del web, l’UE pare essersi finalmente mossa per stroncare, o quantomeno tentare di arginare, il fenomeno del cyber terrorismo.
Una recente ricerca parla di 90.000 account Twitter in tutto il mondo che supportano i militanti estremisti e se si pensa che questa è solo la punta dell’iceberg il problema appare veramente cruciale. Sul web troviamo una mole davvero impressionante di contenuti che promuovono il terrorismo e l’estremismo jihdaista: Internet funziona come un veicolo potente per la radicalizzazione del terrorismo e pone perciò i funzionari pubblici di fronte a nuove sfide. Sono necessarie risorse che si dedichino ad attività di monitoraggio e che collaborino con le forze investigative, anche in ottica preventiva, per rallentare e porre un freno alla minaccia terrorista.
L’Unione Europea è passata ai fatti con la presentazione, durante il Meeting del Consiglio di Giustizia e Affari Interni dell’UE del 12 marzo, di un piano per la realizzazione di apposite unità specializzate nella guerra cibernetica. La Internet Referral Unit sarà controllata direttamente dall’Europol e secondo indiscrezioni trapelate dal Financial Time, il primo quotidiano a rilanciare la notizia, l’unità sarà modellata sull’attuale Counter Terrorism Internet ReferralUnit (CTIRU) del Regno Unito, creata nel 2010 per prevenire il dilagare di contenuti estremisti in rete.
A prevalere sarà un’ottica cooperativa: sulla base della proposta ciascuno stato membro nominerà un’autorità partner che collaborerà con la nuova unità ed esperti e risorse confluiranno da tutto il continente.
Nelle previsioni dell’Unione la Internet Referral Unit sarà operativa dall’1 giugno di quest’anno.
La proposta arriva a circa un mese di distanza dalla dichiarazione provocatoria di Eugene Kaspersky, quando il fondatore del noto colosso specializzato in sicurezza informatica aveva sottolineato come i governi fossero del tutto impreparati a fronteggiare il potenziale catastrofico degli attacchi dei cyber terroristi.
“Gli Stati sono spaventati – aveva detto Kaspersky al Times -. Non sono assolutamente pronti per questa sfida. Hanno capito il problema ma non hanno ancora sviluppato la corretta strategia”.
Che la risposta a questa illazione di Mr Kaspersky sia arrivata proprio con la pianificazione della nuova unità? Solo il tempo saprà dirci la verità.