Quello che oggi è impossibile domani sarà facile da fare. Lo dicono gli esperti di Oracle a proposito delle soluzioni di Big Data e Analytics. Qualcosa che oggi si trova ancora in una fase non di piena potenzialità è destinato a sbocciare e produrre nuovi frutti, traducibili in benefici e vantaggi competitivi per le aziende che sapranno raccogliere la sfida.
C’è un esplosione dei dati, questo è noto: il 20% dei dati nel mondo è stato generato negli ultimi due anni e quello che serve, ai fini del business, è trovare i legami nascosti tra questi dati per riuscire a predire gli eventi futuri. In mezzo all’oceano di rumore nel quale ci troviamo bisogna trovare il segnale. E finalmente abbiamo gli strumenti giusti per farlo. Il nuovo modello tecnologico introdotto dai Big Data (es. storage meno costoso e CPU più veloce) ha rotto il sistema precedente e i vecchi approcci tecnologici ci traghettano verso un mondo dove tutto è più facile, economico e veloce.
Siamo ormai nell’era degli Analytics 3.0, dove non solo le web companies, ma aziende di qualsiasi tipo possono beneficiare dei vantaggi offerti da questi servizi. Il mondo dei Big Data, esploso qualche anno fa, oggi diventa un patrimonio di tutti.
I dati raccolti dall’Osservatorio del Politecnico di Milano parlano del consolidamento delle tecnologie di Performance Management & Basic Analytics (78%) e individuano al primo posto tra le priorità di investimento dei CIO italiani proprio i Big Data Analytics (56%). A tutto questo bisogna aggiungere che finalmente si è fatta forte l’esigenza di andare alla ricerca di figure professionali, come quella del Data Scientist e del Chief Data Officer, che possano portare all’impiego di competenze specifiche per arrivare a risultati più concreti.
Per trarre massimo vantaggio dai dati, spiega Carlo Vercellis, Professore ordinario del Politecnico di Milano, “occorre filtrare e selezionare con cura i dati, ascoltare e valorizzare i dati social, affidarsi a esperti Data Scientist, sperimentare e adottare le best technologies, usare in modo pervasivo i modelli predittivi per creare vantaggio competitivo e trovare le correlazioni nascoste”.
All’interno di questo contesto il messaggio principale che Oracle vuole dare è quello che usare queste tecnologie crea nuove modalità di fare business, nuovi paradigmi che portano ad avere un vantaggio effettivo e reale. I Big Data trasformano il business in concreto ed il vero driver è guidato dalla Cost Efficiency perchè le tecnologie a basso costo consentono di sperimentare in modo facile e veloce.
“La strategia di Oracle – afferma Roberto Falcinelli, Senior Manager Sales Consulting, Oracle Italia – consiste nel creare valore dai dati e farlo attraverso tutto il ciclo/la catena, dalla raccolta dei dati attraverso la parte di Big Data Management e governance. Sfruttare gli strumenti di Analytics significa partire dai dati per estrarre valore in una logica esplorativa – e per fare questo occorre applicare al mondo degli analytics la logica del search – e per finire con una delivery di questo tipo di findings verso il mobile e il web o sui device in un’ottica di multicanalità. Altro fattore importante è che Oracle vuole coprire questo tipo di ciclo non solo on-premise ma anche con il Cloud“.
Il pillar numero uno su cui si basa la vision di Oracle è la combinazione di tecnologie tradizionali di Data Warehouse con tecnologie più liquide di Data Reservoir per raccogliere il meglio di entrambi i mondi. Oracle deve fornire le tecnologie per creare questo tipo di infrastruttura e per creare valore dei dati.
“Un passo avanti in questa direzione Oracle l’ha fatto combinando Oracle DB In-Memory con Cloudera CDH e Oracle NoSQL all’interno dei loro sistemi ingegnerizzati – spiega Falcinelli – . All’Hadoop Conference Oracle ha inoltre annunciato Big Data SQL, Oracle Integrator & Golden Gate for Big Data e Oracle Big Data Discovery“.