Come ormai è noto, il colosso Sony Pictures Entertainment è di recente finito nel mirino degli hacker. Il distributore e produttore televisivo e cinematografico, facente parte del colosso giapponese Sony, è infatti stato hackerato da un gruppo che inizialmente si pensava fosse alleato alla Corea del Nord. Senza un ordine apparente, gli hacker hanno iniziato a rilasciare una raccolta di informazioni privati, compresi film, script per film futuri, informazioni sanitarie sensibili degli impiegati e spool delle email interne. Gli hacker hanno infine minacciato di attaccare i cinema durante la videoproiezione di “The Interview”, causando una serie di reazione a catena che hanno portato al rinvio del lancio della pellicola.
Sulla delicata questione è intervenuto Eugene Kaspersky, CEO di Kaspersky Lab, che ha dichiarato come “L’attacco a Sony è stato probabilmente il primo a puntare così in alto”.
“L’aspetto per me più preoccupante è che questo gruppo criminale sta minacciando di condurre attacchi terroristici. Non so se ci sia veramente un collegamento tra questo gruppo e i terroristi, ma la minaccia fa pensare che gruppi di hacker con motivazioni politiche potrebbero utilizzare sistemi terroristici – commenta Kaspersky -. La possibile fusione tra gruppi di hacktivisti e le tradizionali organizzazioni terroristiche per me è da anni una preoccupazione. Certo, un simile attacco all’industria dell’intrattenimento è estremamente dannoso e costoso, ma probabilmente non quanto un attacco alle infrastrutture critiche. Ad ogni caso, è un segnale molto forte del fatto che anche le aziende IT più avanzate non sono immuni agli attacchi informatici e dobbiamo, quindi, prepararci a seri e gravosi attacchi in futuro. Sfortunatamente, non è semplice dire quale settore o azienda sarà il prossimo obiettivo”.