[section_title title=Il “Data Center Availability Report 2014”]
Le aziende perdono ogni anno oltre 2 milioni di dollari a causa di interruzioni dei servizi di disponibilità dei dati. Questa la principale evidenza emersa dal “Data Center Availability Report 2014” di Veeam Software. Il sondaggio è stato condotto online su un campione di 760 CIO di aziende con oltre 1.000 dipendenti in Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Brasile, Australia e Singapore.
Un dato su tutti: l’82% dei CIO ammette di non essere in grado di soddisfare l’esigenza della propria azienda di avere accesso immediato e continuativo ai servizi It. Proprio questo gap di disponibilità (Availability Gap) implica gli errori nelle applicazioni che costano così cari alle aziende in termini di reddito, produttività, opportunità e in dati irrimedialmente persi a causa di fallimento nelle operazioni di ripristino.
Ma la cosa ancora più grave è che la cifra dei $2 milioni è solo l’inizio perchè questi costi non faranno che aumentare. L’economia globale infatti richiede sempre più spesso di lavorare con partner, clienti, stakeholder su fusi orari diversi, creando per i data center la pressante necessità di essere always-on, indipendentemente dal luogo fisico in cui si trovano.
I CIO sotto pressione
Un altro dato interessante emerso dalla ricerca è che più del 90% dei CIO è sotto pressione sia perché deve recuperare i dati più velocemente, riducendo l’impatto finanziario del downtime non pianificato, sia perché deve procedere al backup dei dati più spesso, riducendo il rischio di perdita di dati. Tra i motivi per cui i CIO si trovano in questa condizione: le interazioni più frequenti e in tempo reale tra clienti, partner, fornitori e dipendenti (lo afferma il 65% degli intervistati); la necessità di accedere ad applicazioni su fusi orari diversi (56% del campione); l’aumentata adozione dei device mobili (56%); il fatto che i dipendenti lavorano al di fuori del normale orario di lavoro (54%); e un maggiore livello di automazione del processo decisionale e delle transazioni (53%).
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