Per solo due voti la U.S.A. Freedom Act non è passata al Senato americano. Si tratta di una proposta di legge nata con l’obiettivo di porre fine alla raccolta automatica dei dati dalle telefonate dei cittadini da parte della National Security Agency. L’NSA, finita al centro dopo lo scandalo Datagate, è stata ancora una volta “protetta” dai repubblicani che, forti della vittoria di metà mandato, hanno votato contro l’iniziativa. La proposta voleva infatti ridimensionare gli ampi poteri conferiti all’Agenzia attraverso il Patriot Act, legge frettolosamente varata dopo l’11 settembre per ridurre possibili attacchi terroristici.
Alla luce della presa di potere dei repubblicani, che guideranno il Congresso a partire da gennaio, la sopravvivenza della proposta di legge è a rischio. Nonostante ciò i democratici non mollano: Patrick Leahy a capo – fino alla fine del mese – della commissione di Giustizia della Camera si dice intenzionato a riportare in aula la norma nelle prossime settimane.
Il dilemma comunque rimane: più privacy o sicurezza nazionale?