Tutto cominciò quattro anni fa. Le macchine di Google giravano per mappare le vie cittadine, fornendo foto e dati a Street View, il famoso servizio offerto dal colosso americano. Alcune Google Car, però, duranti il percorso avrebbero agganciato il segnale di reti Wi-Fi private non protette da password, raccoglendo i dati sensibili dei cittadini. Accusa di violazione della privacy, dunque. Reato commesso involontariamente, a detta di Google.
Per chiudere il caso, l’azienda ha recentemente patteggiato un accordo da sette milioni di dollari con i 38 Stati membri degli Usa. Ma questo sembra non bastare alla Corte Suprema, che ha stabilito che la class action intrapresa da alcune migliaia di cittadini americani continuerà il suo percorso giudiziario. Nessun lieto fine quindi, almeno per il colosso di Mountain View.