La crisi stringe la morsa e il manifatturiero italiano rischia la paralisi. A rappresentare una vera emergenza per l’Italia è oggi la ricerca di un nuovo piano, di una nuova dimensione strategica che permetta al settore di riguadagnarsi una posizione a livello internazionale.
Se ne discuterà al Convegno Biennale della Piccola Industria di Confidustria, che si terrà a Torino il 12 e 13 aprile. Crisi industriale, crisi delle Pmi: il manifatturiero italiano deve al più presto trovare una strategia per riscattarsi e scongiurare la paralisi totale. “La imprese chiudono, la disoccupazione cresce, la sfiducia nel futuro aumenta. Eppure c’è chi ha perso il senso dell’emergenza che stiamo vivendo e dell’importanza di fare presto – ha dichiarato Vincenzo Boccia, presidente piccola industria di Confindustria lanciando l’allarme sulla pericolosa situazione in cui versa il Bel Paese – A fine del 2013 il Pil sarà sceso dell’8,3% rispetto al 2007. Il reddito per abitante torna quest’anno ai valori dell’ormai lontano 1997: nel manifatturiero la produzione è scesa in media del quasi 25% in alcuni settori e del 40% per altri. Cala anche il numero dell’occupazione, che cade di 1,.4 milioni di unità, con il numero dei disoccupati che raddoppia (e tocca quasi quota 3 milioni). Occorre avere piena consapevolezza della gravità della situazione, parlare chiaro, far capire che il disagio del paese parte proprio dalla mancata crescita”.
E’ cosi che Vincenzo Boccia ha fatto luce sulla grave condizione dell’industria italiana, ponendo l’attenzione su ciò che è possibile e si deve fare per riabilitare il Paese alla sfida. Una situazione critica, quella che colpisce l’Italia, dovuta alla sfortunata e micidiale combinazione della tripletta “perdita di liquidità- perdita di competitività- caduta dei consumi”. Ha proseguito il vicepresidente della piccola industria, spiegando che “a Torino intendiamo riaffermare con forza il primato della questione industriale e la centralità del manifatturiero. Chiederemo una politica industriale per il Paese. L’Europa e l’Italia hanno un grande cuore, preso da esempio anche dagli Stati Uniti”. L’arma per uscire dal vortice della crisi? Sicuramente si tratta di evoluzione tecnologica, che ovviamente necessita di finanziamenti e molto coraggio. Senza investimenti e innovazione non c’è futuro. Ma l’Italia arranca su tutti e due i fronti e anche nel dialogo con le forze politiche.