SecurityScorecard ha pubblicato oggi un’analisi approfondita del panorama della cybersecurity delle 100 più grandi aziende italiane. Utilizzando il più grande dataset proprietario di rischi e minacce del mondo, SecurityScorecard ha analizzato le violazioni della sicurezza informatica delle 100 maggiori aziende italiane.
Sfruttamento dei sistemi dei fornitori Molte aziende hanno aumentato la protezione informatica delle loro “porte d’ingresso” attraverso misure come firewall, password più forti e identificazione multi-fattore. Di conseguenza, gli avversari cercano altri modi per entrare. Spesso, ciò significa passare attraverso i sistemi dei fornitori terzi.
La nuova ricerca mette in evidenza perché la forza della sicurezza informatica di un’azienda è direttamente legata alle misure di sicurezza anche del suo più piccolo fornitore. A livello globale, le aziende stanno aumentando la supervisione dei fornitori dopo che attacchi informatici alla catena di approvvigionamento hanno colpito migliaia di imprese e violato i dati di milioni di clienti.
Risultati principali:
- 95% ha subito una violazione nel loro ecosistema di terze parti
Gli avversari sono sempre più incentivati a prendere di mira fornitori più piccoli per aggirare programmi di sicurezza informatica robusti e ben finanziati. Compromettere un piccolo appaltatore e utilizzare quell’organizzazione come un inconsapevole Cavallo di Troia è molto più facile che compromettere direttamente una grande azienda con un Centro Operativo di Sicurezza completamente staffato e diversi livelli di controlli di sicurezza.
- Il 100% delle aziende con un grado A non è stato violato nell’ultimo anno
Questo dimostra l’importanza di avere un grado A. Anche se questa analisi è focalizzata principalmente sulle organizzazioni in Italia, ha esaminato anche dati comparabili delle principali aziende in Germania, Francia e Regno Unito. I dati mostrano che le aziende nel Regno Unito hanno la sicurezza informatica complessiva più forte (24% con un grado C o inferiore) rispetto ai loro omologhi francesi, italiani e tedeschi, con rispettivamente il 40%, 41% e 34% con un grado C o inferiore.
- Più grande non significa necessariamente migliore sicurezza informatica
Controintuitivamente, il rapporto ha rilevato che le prime 50 aziende per capitalizzazione di mercato (2 miliardi — 6 miliardi USD) hanno in realtà valutazioni di sicurezza inferiori rispetto alle 50 aziende con capitalizzazione di mercato inferiore (500 milioni — 2 miliardi USD). Questo dimostra che qualsiasi azienda, indipendentemente da dimensioni, settore, valore o fatturato, può essere un bersaglio per i criminali informatici se non ha difese cibernetiche forti.
- Il 41% delle aziende ha un grado C o inferiore
Un’organizzazione con un grado C ha una probabilità di violazione di 5,4 volte rispetto a quelle con un grado A. Le aziende considerate ad alto rischio dovrebbero concentrarsi sul miglioramento della sicurezza delle applicazioni e della rete, con particolare attenzione alla salute del DNS, alla sicurezza degli endpoint e alla cadenza delle patch.
- L’80% delle aziende di telecomunicazioni e IT ha un grado C o inferiore
Le aziende italiane nei settori IT e delle telecomunicazioni avevano le valutazioni di sicurezza complessive più basse, con l’80% che riceveva un grado C o inferiore. Questo non è sorprendente, considerando che entrambi questi settori hanno superfici di attacco eccezionalmente complesse, con vaste reti di fornitori terzi, partner e fornitori di servizi. In parole povere: hanno più rischio di terze parti perché hanno più terze parti.