Sangfor Technologies è presente in Italia dal 2018 con una proposta completa che abbraccia l’infrastruttura IT e la cybersecurity. Si tratta di una realtà all’avanguardia votata all’innovazione e che pone le persone al centro del suo approccio. La gamma di tecnologie e servizi di Sangfor è ampia e comprende soluzioni per l’Infrastruttura Iperconvergente (HCI), Infrastruttura Desktop Virtuale, Firewall di Nuova Generazione, Internet Access Management, Endpoint Protection, Protezione dai ransomware, Network Detection & Response, XDDR (Extended Detection Defense & Response), Managed Detection & Response, ottimizzazione WAN, SD-WAN, Sangfor Access Secure (SASE) e molto altro.
Dopo aver approfondito la strategia aziendale con Francesco Addesi, Country Manager Italia di Sangfor Technologies, abbiamo ora intervistato Luca Bettili, Country Presales Manager Italia, per parlare delle più recenti novità, dall’apertura dei nuovi PoP SASE in Italia e Turchia, fino al business del replacement di VMware e agli accordi per il backup di terze parti per Sangfor HCI, indagando poi le nuove proposte tecnologiche e i progetti in cantiere.
“Sangfor Technologies vanta un offering completo e siamo focalizzati, in particolare tramite le nostre due Business Unit, sulla sicurezza e sull’infrastruttura IT, quindi tutto il mondo cloud – spiega Bettili -. Proprio in relazione al cloud, ci proponiamo come partner tecnologico per chi vuole diventare un cloud service provider ma affianchiamo anche le imprese private nella costruzione di un loro cloud privato, all’insegna della massima flessibilità e scalabilità. Parlando invece di security possiamo dire che anche in quest’ambito ci contraddistinguiamo per la nostra vocazione all’innovazione dando ai nostri clienti accesso a tecnologie di livello enterprise a prezzi competitivi”.
Sangfor ha recentemente aperto tre nuovi punti di presenza (PoP) in Italia e Turchia, che si aggiungono alle recenti aperture a Singapore e nella Silicon Valley. Come si inseriscono queste aperture all’interno della strategia di Sangfor?
“L’inaugurazione dei nuovi PoP rappresenta una certificazione, una conferma che stiamo andando nella direzione giusta e soprattutto segnala l’impegno di Sangfor, non solo a livello globale, ma anche e soprattutto nell’area EMEA. In particolare, l’Italia è sempre stata la testa di ponte per lo sviluppo dell’intero mercato europeo, quindi il nostro Paese occupa un ruolo centrale nella nostra strategia.
Le nuove aperture sono anche il segno della buona salute di Sangfor in un momento dove il mercato è un po’ in affanno e sottolineano che l’azienda intravede delle importanti opportunità da cogliere anche in un momento storico difficile.
In particolare, l’apertura dei nuovi PoP rafforza in modo considerevole la rete globale SASE di Sangfor, con la nuova tecnologia lanciata lo scorso anno e ora finalmente operativa, e rappresenta anche lo sforzo della società di continuare a investire in ricerca e sviluppo (R&S)”.
A proposito di SASE, si è accennato alla nuova soluzione Sangfor Access Secure: di cosa si tratta e quali sono i suoi punti di forza?
“Senza dubbio il SASE è una tecnologia particolarmente attuale e che suscita molto interesse, inserendosi alla perfezione nel contesto tecnologico in cui viviamo, dove prevale il lavoro da remoto e soprattutto assistiamo alla continua espansione del cloud, che ormai permea le nostre vite quotidiane.
Tutto ciò sta avendo come conseguenza un allargamento e uno sfaldamento del perimetro aziendale, di cui si va a perdere il confine sia perché l’applicativo può risiedere sulla nuvola ma anche perché il dipendente può accedere alle risorse aziendali tramite qualsiasi dispositivo e ovunque si trovi, così che per l’IT diventa difficile definire delle policy precise.
La nostra soluzione SASE, insieme a un approccio Zero Trust, va a regolamentare definendo un punto di accesso sicuro sia per il dipendente sia per l’azienda, dando una protezione effettiva e completa al dato, conformemente alle normative nazionali e internazionali”.
L’acquisizione di VMware da parte di Broadcom introduce nuove sfide per i clienti esistenti lato replacement. Perché Sangfor, con Sangfor HCI, si candida ad essere una buona alternativa?
“Le conseguenze dell’acquisizione di VMware non si sono ancora fermate e probabilmente si svilupperanno anche lungo il prossimo anno. Da questo punto di vista, Sangfor HCI si propone come una valida alternativa a VMware principalmente per la sua forza dal punto di vista tecnologico: la nostra tecnologia in materia di virtualizzazione è perfettamente equiparabile, anche dal punto di vista della qualità del supporto e delle funzionalità. Nel mercato della virtualizzazione, chi ha fatto un investimento qualche anno fa può ora trovarsi in difficoltà a rifare di nuovo l’investimento; noi di Sangfor consentiamo di valorizzare quello che l’azienda aveva già acquistato semplicemente cambiando la licenza. Ci contraddistinguiamo perché siamo il vendor più flessibile e che offre meno politiche di lock-in presente sul mercato”.
Parallelamente Sangfor sta lavorando molto anche lato integrazione con backup di terze parti, come Veritas e Veeam…
“L’accordo con Veritas diventerà effettivo a partire dal prossimo anno ed è già stato annunciato anche l’accordo con Veeam, con cui stiamo lavorando, dimostrando il nostro intento di essere sempre più open e aperti alle collaborazioni.
Già in passato era nata l’esigenza di una integrazione con backup di terze parti e ora, anche con il movimentarsi del mercato a seguito dell’acquisizione di VMware, i vendor di terze parti hanno iniziato a interessarsi più fortemente a questa integrazione per non perdere quote di mercato e aprire nuove opportunità.
Siamo molto entusiasti di questi annunci ma preciso che Sangfor all’interno della sua soluzione HCI è sempre stata in grado, tramite software proprietario, di garantire il backup in maniera autonoma”.
Torniamo a parlare di sicurezza con un tema molto caldo: dal 18 ottobre le imprese devono adeguarsi alla normativa NIS2. Come si sta muovendo Sangfor per adeguare le imprese ai nuovi standard di sicurezza informatica?
“La direttiva NIS2 fa parte di un pacchetto ampio di strumenti giuridici e di iniziative a livello dell’Unione Europea che introduce nuovi obblighi di cybersicurezza per un ampio bacino di imprese. Questa direttiva è particolarmente interessante perché va a regolamentare ciò che già in passato noi portavamo come best practice alle aziende. Vedere che c’è una regolamentazione ulteriore del settore è importantissimo perché sappiamo tutti che molto spesso gli investimenti in cybersecurity vengono sottovalutati: le aziende vanno a intervenire solo a posteriori, quando l’attacco si è già verificato. In questo senso, NIS2 impone un approccio preventivo e più proattivo facendo convergere l’investimento nell’adeguamento delle policy di cybersecurity a monte e un po’ a piccole dosi. Sangfor propone un ecosistema che copre i vari ambiti della sicurezza, dalla protezione perimetrale, alla protezione degli endpoint fino alla protezione della rete, che offre grandi vantaggi, soprattutto se utilizzata al pieno delle sue potenzialità.
Un elemento interessante da sottolineare è la granularità della nostra proposta, che consente al cliente di modulare gli investimenti nel tempo procedendo per step a partire dalle basi fino ad arrivare ai complementi più evoluti”.
Oltre alla tecnologia uno dei punti di forza di Sangfor Technologies sono le persone e in particolare il metodo di lavoro del team. Cosa significa questo in concreto?
“Sangfor investe tanto in R&S, che significa investire in persone, ma ci differenziamo anche a livello di vendite perché adottiamo un approccio incentrato sulle persone e sul coltivare relazioni, facendo toccare con mano le nostre tecnologie e il nostro approccio a partner, clienti o prospect. Ci proponiamo quindi più come una figura consulenziale che accompagna il cliente nel suo viaggio tecnologico con un approccio modulare e scalabile, procedendo per gradi e adeguandosi man mano alle esigenze”.
Sangfor ha un’attenzione particolare all’innovazione e continua a lavorare per rimanere un passo davanti al mercato. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
“Indubbiamente stiamo lavorando molto sull’intelligenza artificiale, che già integriamo da qualche anno nelle nostre soluzioni di cybersecurity. Ma sono previsti ulteriori sviluppi in questo campo.
Per il prossimo anno stiamo già lavorando su una nuova tecnologia XDR con una forte componente di intelligenza artificiale, Security GPT: una sorta di assistente alle operazioni di sicurezza che aiuta l’analista durante la prima fase interrogativa e che in una seconda fase andrà a intervenire e supportare l’analisi identificativa, dando consigli su quello che sta succedendo e aiutando nell’identificazione delle minacce e degli attacchi.
Rispetto ai nostri competitor, che utilizzano la tecnologia XDR internamente, noi di Sangfor puntiamo a renderla disponibile al service provider o all’utente finale”.