Il settore manifatturiero è senza dubbio uno dei più coinvolti dalla trasformazione digitale e grazie all’evoluzione dell’Internet of Things (IoT), del machine learning, dell’intelligenza artificiale (AI) e della realtà aumentata (AR) gli impatti della tecnologia sui processi di produzione, vendita e post-vendita saranno ancora più forti in futuro. Con Fabio Scagliarini, amministratore delegato di PA Expertise, società acquisita lo scorso anno dal Gruppo Retelit per fronteggiare le nuove sfide tecnologiche legate al mondo della manifattura, abbiamo parlato di come sta evolvendo lo scenario mondiale e di come il Gruppo Retelit è oggi pronto, grazie alle sue competenze trasversali e alla sua partnership con Microsoft, per proporsi ai clienti come un interlocutore unico all’interno dei processi di trasformazione digitale tenendo già un piede in un futuro dove si parla sempre di più di edge computing e le carte sono ancora tutte da giocare.
Retelit è il leader italiano nella costruzione di progetti tailor made per la trasformazione digitale realizzati interamente su piattaforme gestite dal Gruppo e con la combinazione tra gli asset di proprietà̀ (una rete in fibra ottica capillare in Italia e nel mondo e un network di Data Center distribuiti a livello nazionale) e le competenze nel settore dell’innovazione e del digitale si configura come un player unico in Italia in grado di offrire soluzioni digitali integrate, dall’infrastruttura alla gestione del dato, dalla rete alle applicazioni.
“Negli anni passati ci sono state forti spinte alla trasformazione digitale da parte del Governo con il Piano Industria 4.0: ma al di là delle opportunità colte da alcune grandi realtà, la maggior parte dell’ecosistema industriale ha sfruttato gli incentivi per aggiornare gli impianti tradizionali – esordisce Scagliarini -. Un driver di cambiamento determinante è arrivato invece con la pandemia – Covid-19, che ha accelerato percorsi che altrimenti avrebbero avuto un orizzonte di sviluppo molto più lungo. La pandemia ha infatti creato, per necessità, la consapevolezza di dover guardare alle tecnologie digitali come ad un’opportunità e non come ad un costo. È nata così una maggiore sensibilità e si è innescato un circolo virtuoso che a partire dalle grandi aziende stavolta è andato a coinvolgere anche le piccole e medie imprese, che finalmente hanno dato il via a progetti di trasformazione digitale più concreti”.
Complice la pandemia, le aziende anche in ambito manifatturiero si stanno trasformando in compagnie data-driven. Voi come le supportate?
“Un approccio data-driven porta i dati al centro della trasformazione: dati non più solo quindi relativi al presente e al passato di un processo, ma dati predittivi, che vanno ad anticipare i problemi tecnici o più in generale i comportamenti delle persone. Non si tratta di un approccio meramente tecnico ma anche organizzativo che coinvolge tutte le persone che fanno parte dell’organizzazione, tutti i reparti e tutti i livelli. Sono progetti complessi, che richiedono competenze anche molto diverse e una solida esperienza nella conduzione di progetti ampi e articolati.
Per supportare le aziende in questo cambiamento, Retelit con l’ingresso recente di Welol, ha deciso di creare una nuova business unit per i progetti di Industrial IoT. Al suo interno, vi saranno esperti di campo, ovvero di sensoristica, protocolli, gateway e sistemi MES: professionalità che verranno fornite da UP Solutions, società del Gruppo Retelit specializzata in questo tipo di progetti. Vi entreranno inoltre esperti di processi produttivi industriali, consulenti che normalmente gravitano sui progetti di implementazione di sistemi ERP Operation e Supply Chain, quindi abituati a gestire progetti complessi. Oltre a questo, avremo il supporto dagli esperti Data Scientist presenti in Welol ed esperti nei servizi di Azure, in particolare in quelli di Cognitive Services e Machine Learning. Molte competenze diversificate quindi per realizzare progetti il cui scopo è individuare correttamente l’origini dei dati, e gestirne adeguatamente la fruizione”.
Quali sono i vantaggi dell’abbracciare questo approccio?
“Partendo dai processi produttivi, l’applicazione di tecnologia data-driven in azienda porta sicuramente miglioramenti nei processi interni, e al contempo consente di rinnovare i prodotti come desiderato dai clienti: pensiamo ad esempio all’IoT con uno smart device che comunica direttamente e in maniera continua con la casa produttrice aprendo le porte a tutta una serie di servizi di post-vendita e alla possibilità di anticipare problematiche, intervenendo tempestivamente. Altri vantaggi dati da questo approccio, possiamo trovarli nell’automazione dei controlli dove si verifica un risparmio di costi importante e tempi di risposta più rapidi grazie alla remotizzazione di processi, come le fasi di collaudo o di assistenza”.
Le imprese italiane sono coscienti di questi vantaggi?
“Come dicevo, la pandemia ha accresciuto la sensibilità delle imprese verso il digitale ma c’è ancora molto lavoro da fare affinché sia una cultura diffusa. A tal fine, noi di Retelit periodicamente incontriamo clienti e partner durante eventi e webinar e attraverso un format che abbiamo chiamato “Digifacturing” facciamo attività divulgativa, per spiegare in modo semplice le soluzioni di Smart Manufacturing, in particolare di Microsoft, ad aziende per lo più del settore Machinery e Industrial Equipment. L’approccio è molto pratico: utilizzando dei kit elettronici corredati di sensoristica, simuliamo, per esempio, l’impiego dell’Iot sugli impianti produttivi, piuttosto che a corredo di prodotti venduti ai clienti e che automaticamente trasmettono dati all’azienda per monitorarne il funzionamento oppure per aprire dei ticket automatici a fronte di una assistenza programmata o di un malfunzionamento rilevato.
Un momento molto apprezzato del Digifacturing è la presentazione delle funzioni di assistenza remota attraverso l’utilizzo degli Hololens. In questo caso, simuliamo attraverso un’esperienza immersiva, un intervento di manutenzione che un operatore, munito del device, esegue o pilotato a distanza oppure in piena autonomia, tramite gli ologrammi guida che si presentano in sequenza sullo schermo degli occhiali”
Torniamo a parlare del dato: per essere sfruttato questo ha bisogno di connettività e qui si aprono le tematiche relative alla rete e alla sicurezza. Da questo punto di vista quali sono le esigenze?
“La nostra principale attività all’interno del Gruppo Retelit è quella di promuovere l’offerta Microsoft, che è un’offerta in Cloud, quindi SaaS
La sicurezza è quindi è un aspetto cruciale e Microsoft da questo punto di vista offre livelli di garanzia e affidabilità elevatissimi, conformi a tutti gli standard internazionali.
Se pensiamo che questi sono progetti SaaS è altrettanto immediatamente intuibile il grande valore che assume al loro interno la connettività e l’esigenza di competenze elevate per affrontare progetti che diventano sempre più complessi: servono importanti attività di progettazione sui tipi di rete e sui servizi annessi alle reti. Le applicazioni che viaggiano su questa architettura, infatti, devono garantire la continuità del servizio e performance ottimali per prevenire i picchi di traffico a fronte anche di una geografia distribuita delle aziende, che possono essere presenti in più sedi su territori internazionali. Gli aspetti di rete sono quindi al centro di questi progetti e saperli affrontare è oggi più importanti che mai”.
Come si inserisce Retelit in questo contesto?
“Con l’ingresso di PA Expertise nel Gruppo Retelit si è aperta l’importante opportunità di offrire una proposta globale fatta di servizi, consulenza e asset infrastrutturali legati sia all’architettura delle fabbriche che alle reti. Il cliente con Retelit ha il grande vantaggio di potersi rivolgere ad un unico interlocutore: un approccio quasi unico sul mercato italiano”.
All’orizzonte cosa vedete?
“Indubbiamente si stanno configurando tanti nuovi scenari interessanti per il nostro Gruppo con l’introduzione di tecnologie digitali, come l’IoT e l’AI, che faranno aumentare esponenzialmente il numero dei sensori impiegati nelle fabbriche. Questo creerà problematiche tecniche importanti nella gestione dei dati nelle fabbriche, come ad esempio i tempi di latenza.
Oggi, questi aspetti sono trattati in locale, con infrastrutture interne e software on premise, ma la domanda di servizi digitali e quindi di servizi cloud crescerà esponenzialmente, creando problematiche gestionali anche agli stessi provider come Microsoft”.
E l’Edge Computing che impatto avrà?
“L’Edge Computing è la risposta alle problematiche sopra delineate. L’introduzione di Cloud di prossimità consentirà di gestire servizi digitali e applicazioni Time-Sensitive, per esempio, le elaborazioni basate su Machine Learning. Questo perché questa tecnologia consente di avere le medesime modalità di fruizione del Cloud ma attraverso Data Center fisicamente più vicini al punto dove vengono generati i dati, rendendo evitabili ad esempio le problematiche di latenza.
Il Gruppo Retelit ha il vantaggio di possedere in casa tutti gli asset necessari per la gestione del cloud di prossimità: ha sue server farm distribuite sul territorio e ciò si traduce in potenza e capacità elaborativa, ha le reti e gli esperti che distribuiscono le soluzioni. In definitiva, Retelit è in grado di fornire un servizio a 360°, anche in ottica di edge computing, benchè questa tecnologia sia ai suoi albori e impiegherà ancora anni ad affermarsi”.
Un mix unico di competenze è quindi uno dei vostri punti di forza principali: l’anno scorso Retelit ha acquisito PA Expertise, di cui è l’amministratore delegato, e a luglio di quest’anno Welol. Come si inseriscono queste due acquisizioni strategiche nella strategia di Retelit per il manufacturing?
“Con l’acquisizione di PA Expertise, che ha un focus molto forte, appunto, sul manifatturiero, si è creata una sinergia di offerta unica nel settore per Retelit, perché PA Expertise ha portato in dote al Gruppo i clienti di questo mercato e soprattutto un know how di estremo valore.
Noi siamo riconosciuti da tempo da Microsoft come esperti nel mondo manifacturing e delle business solutions verticali per il settore, quindi in grado di implementare ERP, CRM e quant’altro. Da qualche tempo, la strategia d’offerta di Microsoft ha posto però al centro di tutto lo stack tecnologico, l’environment cloud e quindi Azure. Per noi dotarci di competenze anche su questo fronte, era un passaggio necessario, anzi obbligato.
Ho avuto la fortuna di incontrare Welol: una realtà piccola ma d’eccellenza, con un tasso di crescita sorprendente negli ultimi anni, e che oggi ha una quarantina di dipendenti. Welol riunisce i migliori specialisti nella tecnologia Azure sul mercato, riconosciuti anche dalla Microsoft stessa, e che hanno competenze importanti anche in ambito Modern Work Place e sui servizi digitali Microsoft, come Azure IoT e Machine Learning.
Insomma, esibisce una perfetta complementarità e sinergia con il resto di PA Expertise.
L’ingresso di Welol nel Gruppo ci consente oggi di aprire una nuova business unit sul fronte Azure e Modern Work Place, e potrà essere di grande ausilio all’altra nascente unit cui accennavo all’inizio, tutta dedicata ai progetti di Industrial IoT.
La competenza di Welol ha inoltre aumentato ulteriormente il posizionamento di Retelit nei confronti di Microsoft potendo raggiungere livelli di skills e certificazioni che pochissime società hanno in Italia”.
Passando al concreto: quali sono le soluzioni che il Gruppo Retelit propone alle nostre fabbriche?
“Il Gruppo Retelit applica tutte le tecnologie digitali che propone Microsoft ad un ritmo spaventoso e stiamo facendo molte attività per diffondere la cultura digitale nelle piccole e medie industrie italiane. La nostra offerta si concentra particolarmente sulla raccolta di Proof of Concept (PoC) in particolare per i sistemi di monitoraggio della produzione e per i sistemi di assistenza remota come, ad esempio, per l’introduzione di smart devices quali gli HoloLens o di sistemi Bot, per il supporto alle attività di service e quindi per i ticket in automatico; oppure per i sistemi di manualistica elettronica come, ad esempio, per la guida agli interventi sempre tramite HoloLens.
Inoltre, proponiamo progetti di Customer Insight. Qui siamo nell’ambito degli Analytics: la finalità di questi progetti è ricavare informazioni sui clienti di una azienda da più touch point (ad esempio da mail, ordini eseguiti,sistemi di e-commerce, reclami, social network) con l’obiettivo di fare convergere le informazioni in un unico profilo e sfruttare l’AI per ricavare dei cluster che suggeriscono le azioni da fare sul cliente”.
Qual è il plus del Gruppo Retelit?
“Retelit è sicuramente un operatore unico nel suo genere perché siamo un player, come piace definirci internamente, “a banda larga”: siamo un unico interlocutore per tutta una serie di esigenze relative alla gestione di questo tipo di progetti e questo semplifica di molto la vita del cliente. Un altro punto di forza è quello di avere scelto le tecnologie di Microsoft, che ha anche il vantaggio importante di proporre un approccio rivolto alla semplificazione, che sposiamo in pieno. Microsoft, inoltre, essendo anche produttore di device come gli HoloLens ha una grande forza di integrazione dell’intero stack tecnologico e quindi i problemi di integrazione che subentrano in questo tipo di progetti sono già risolti a monte dal Vendor stesso”.
Su quali progetti avete lavorato di più nell’ultimo periodo?
“Con l’esplosione della pandemia, uno dei fronti di attività più caldi per le aziende del manufacturing è stato quello relativo alla remotizzazione dei processi. altrimenti interrotti dal blocco della mobilità come le attività di collaudo in presenza, le attività di manutenzione programmata, le attività di assistenza.
Tutti processi per i quali le aziende hanno cercato di adottare fin da subito le soluzioni di remote assist, in diversi casi con l’inserimento dei dispositivi wearable come gli HoloLens, e quindi cambiando anche le modalità di intervento.
Altro progetto che stiamo portando avanti anche se è ancora in fase iniziale, è lo studio con un cliente del machinery, di un sistema di autodiagnosi basato sulla “knoledge base” dei difetti tracciati per un certo modello di macchina, allo scopo di proporre una diagnosi del problema in automatico, nel momento in cui questo emerge.
Gettando un occhio al futuro: abbiamo parlato di edge anche se non avverrà nell’immediato. Voi come vi state preparando e che novità avete in serbo?
“C’è tanta carne al fuoco e il fronte si è ampliato tantissimo tanto è vero che abbiamo dovuto procedere, come abbiamo visto, con nuove acquisizioni e adeguarci ad un mercato che si sta aprendo a un ritmo di velocità impressionante cercando di farci trovare pronti. Per il futuro è importante avere un occhio al di là del manufacturing perché all’interno di questi progetti si innestano dinamiche legate alla digitalizzazione che sono mutuabili anche su altri settori”.
Intanto anche lo scenario globale è in forte mutazione…
“Sì, e Retelit ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo importante. Stiamo cercando di capire come si muove il governo e gli attori coinvolti dalle nuove dinamiche indotte dal PNRR. Dall’altro lato prestiamo attenzione a come si stanno muovendo i vendor perché c’è molto fermento: si stanno facendo accordi, si uniscono gli operatori. Noi siamo legati in maniera indissolubile a Microsoft e Microsoft a noi e questo ci dà la forza per guardare avanti con pieno ottimismo”.