Gli sviluppatori continueranno a ricorrere al remote working anche dopo l’emergenza dettata dalla pandemia ancora in atto in tutto il mondo.
Lo dicono i risultati di una ricerca condotta da Codemotion su oltre 2.000 sviluppatori, tra developer d’azienda e liberi professionisti in 30 Paesi diversi, con una vasta rappresentanza di intervistati provenienti da Italia, Germania e Spagna.
Stando a questa survey, l’85% degli sviluppatori sostiene che il potenziamento dei servizi di remote working sarà la priorità massima per i prossimi mesi. Di più: la medesima percentuale si augura che il remote working resti come un elemento basilare del lavoro del developer.
L’emergenza Coronavirus, infatti, ha cambiato in modo netto il modo di lavorare per moltissime persone. Tante aziende che non avevano sperimentato in alcun modo lo smart working si sono trovare a dover improvvisare dall’oggi al domani delle forme importanti di lavoro agile, coordinando i propri dipendenti affinché lavorassero dalle proprie abitazioni.
Crisi oppure opportunità?
Da svariate parti questa crisi planetaria è stata vista come un’opportunità per far capire alle aziende i concreti vantaggi dello smart working, come per esempio l’aumento della produttività, l’incremento della fiducia all’interno dei team, la garanzia di un lavoro ininterrotto e via dicendo.
Come riferito in una nota ufficiale da Carola Adami, co-founder e CEO della società di head hunting Adami&Associati: «L’emergenza Covid-19 ha portato l’ambiente lavorativo ben oltre le pareti degli uffici, dando una poderosa spinta allo smart working. Soprattutto nel caso delle aziende che hanno saputo utilizzare al meglio gli strumenti per il remote working, questa nuova modalità di lavoro diventerà fondamentale e irrinunciabile anche in futuro, quando la crisi sanitaria sarà alle nostre spalle. Il motivo è semplice: pur in un periodo delicato, sia i titolari d’azienda che i dipendenti stanno scoprendo i vantaggi del lavoro agile, e non può stupire che, tra i più entusiasti, ci siano proprio gli sviluppatori informatici».
Come sarà il lavoro per gli sviluppatori di domani?
A rispondere è ancora l’head hunter, secondo cui: «La possibilità ormai comprovata di lavorare da remoto in modo efficace, e in certi casi in modo significativamente più produttivo, apre la porta a offerte di lavoro a livello internazionale, senza per questo dover pensare obbligatoriamente a un trasferimento. Uno sviluppatore talentuoso potrebbe infatti decidere di lavorare per uno dei più grandi poli tech del mondo, a San Francisco come a Berlino, senza considerare un trasloco: le nuove tecnologie e le norme sempre più accomodanti sul fronte dello smart working permettono di pensare al futuro del lavoro in questi termini».