Ha preso ufficialmente il via il primo Red Hat Summit virtuale della storia, nel corso del quale l’azienda ha presentato una serie di interventi per illustrare la sua strategia, sempre più votata all’open hybrid cloud, raccontando casi e partnership di successo, come quelle con Ford, Verizon, Intel e Microsoft.
Un grande successo per l’evento del 28 e 29 aprile, che riproporrà, per chi se lo fosse perso, tutti i contenuti, compresi tutti i keynote, sul proprio sito disponibili per un anno.
La sedicesima edizione dell’evento globale di Red Hat è partita con un confronto tra Paul Cormier, nuovo presidente e CEO di Red Hat e Vim Whiterlust, presidente di IBM che insieme hanno tracciato la direzione entro le quali la società andrà a muoversi per i prossimi anni, sottolineando lo sforzo di proporre un servizio a valore con il cliente ed i suoi bisogni al centro, supportati dall’intero ecosistema, alla cui base c’è la nota community di Red Hat.
Paul Cormier ha poi preso la parola per evidenziare che Red Hat si è mossa e continuerà a muoversi nella direzione dell’Open Hybrid Cloud con l’obiettivo di consentire ai clienti di costruire qualsiasi applicazione e implementarla ovunque con la coerenza e la flessibilità che proprio solo un’infrastruttura di questo tipo può garantire.
Proprio sulla base di questa vision Red Hat ha costruito e continua a costruire un’offerta tecnologica coerente, progettata per migliorare l’erogazione, l’accessibilità e la scalabilità di servizi e applicazioni critiche su scala mondiale sulla solida base del cloud ibrido.
Un bisogno trasversale
La richiesta arriva direttamente da tutte le industries, dalla sanità, al retail, dal finance alla logistica al government, che necessitano di servizi digitali e connettività sempre presenti che a loro volta implicano un accesso più rapido e diffuso alle applicazioni mantenendo contemporaneamente la stabilità operativa.
“Oggi più che mai, l’attenzione deve andare alle esigenze uniche e distintive di ogni organizzazione: alcune hanno bisogno di scalare immediatamente le loro operazioni per soddisfare una sempre più accentuata richiesta di servizi, altre cercano di rafforzare e proteggere e le attività IT di base – spiega Paul Cormier –. Piuttosto che fornire singole tecnologie per soddisfare un’esigenza o l’altra, Red Hat fornisce ai clienti un set di soluzioni flessibile e completamente aperto, che permette di rispondere alle loro necessità dove esse si verificano e con quello che hanno a disposizione, sempre in ottica enterprise. Si passa da Linux per una maggiore stabilità operativa fino a Kubernetes per scalare rapidamente i servizi in vista di richieste critiche, il tutto supportato dalla nostra competenza, esperienza e impegno a supporto delle comunità globali, e non solo dei nostri clienti diretti”.
A farla da padrone è quindi, come da sempre nel DNA di Red Hat, l’innovazione open source che consente alle organizzazioni di sfruttare piattaforme cloud native ovunque, dai datacenter edge e on-premise ai differenti cloud pubblici, all’insegna della flessibilità e dell’agilità.
La giornata è stata l’occasione per introdurre le nuove tecnologie di Red Hat, insieme a tutta una serie di training e attività di formazione che permetteranno ai team It interessati di essere sempre skillati nonostante la continua evoluzione del panorama tecnologico.
Focus sulle novità tecnologiche
Le più grandi novità presentate riguardano la versione 4.4 di OpenShift, la principale piattaforma Kubernetes per il mondo enterprise e il lancio di OpenShift Virtualization.
Per finire lanciata anche Red Hat Advanced Cluster Management for Kubernetes, che abilita l’hybrid cloud management per Kubernetes.
Red Hat OpenShift Virtualization è una nuova funzionalità disponibile come Technology Preview all’interno di Red Hat OpenShift, derivata dal progetto open source KuberVirt.
Questa funzionalità consente alle organizzazioni di sviluppare, implementare e gestire applicazioni costituite da macchine virtuali accanto a container e serverless, il tutto in un’unica moderna piattaforma che unifica carichi di lavoro cloud-native e tradizionali. Emerge quindi l’approccio particolarmente innovativo di Red Hat che si è impegnata per portare gli stack di applicazioni tradizionali in avanti in uno scenario di open innovation, consentendo ai clienti di trasformarsi veramente alla loro velocità, senza nessun vincolo legato al lock-in proprietario.
L’altro grande annuncio ha riguardato il lancio della nuova versione, la 4.4, di Red Hat OpenShift. Partendo da Kubernetes 1.17, OpenShift 4.4 introduce una visione developer-centrica delle metriche della piattaforma e del monitoraggio dei workflow applicativi; il monitoraggio dell’integrazione per Red Hat Operators; la gestione dei costi per la valutazione delle risorse e dei costi utilizzati per specifiche applicazioni e molto altro ancora.
Sarà invece presto disponibile come Technology Preview Red Hat Advanced Cluster Management per Kubernetes, utile per affrontare le sfide di gestione dell’esecuzioni di applicazioni cloud-native su larga scala, su cluster Kubernetes, in produzione e distribuiti. La nuova soluzione di gestione fornisce un unico punto di controllo semplificato per il monitoraggio e la distribuzione dei cluster OpenShift su ampia scala, offrendo una governance policy-driven e la gestione del ciclo di vita delle applicazioni.
Una base per l’innovazione, sempre e ovunque
Tutte le innovazioni di Red Hat non sono limitate a un singolo componente hardware o a un unico fornitore cloud, perché Red Hat offre un’innovazione completa attraverso scenari ibridi e multicloud, che comprendono:
• Tutti i principali fornitori public cloud in Amazon Web Services, Google Cloud Platform, IBM Cloud e Microsoft Azure, nonché molti fornitori di cloud specializzati.
• Soluzioni gestite attraverso OpenShift Dedicated, Azure Red Hat OpenShift e IBM Red Hat OpenShift Kubernetes Service che consentono alle organizzazioni di ottenere i benefici di Kubernetes enterprise senza l’onere della gestione dell’infrastruttura.
• Supporto di più architetture di calcolo, tra cui x86, IBM Power e mainframe.
Oltre a queste nuove tecnologie, Red Hat ha investito per aiutare le organizzazioni ad ottenere il massimo dalle infrastrutture esistenti.
Sono quindi stati portati miglioramenti a Red Hat Insights, l’offerta as-a-service di Red Hat per la sicurezza e la gestione preventiva del rischio, che rende più facile per i team IT individuare, diagnosticare e risolvere potenziali problemi prima che abbiano un reale impatto sui sistemi di produzione o sugli utenti finali. Insights non è un semplice add-on, perché è disponibile in tutti gli abbonamenti Red Hat Enterprise Linux supportati di default.
Passi in avanti anche per Red Hat Ansible Automation Platform, che aiuta anche ad affrontare le complessità dell’espansione delle necessità di rete e infrastruttura, automatizzando le attività manuali più impegnative in termini di tempo, aiutando i team IT a soddisfare in modo più efficace le esigenze dei clienti e degli utenti finali al di là dei tempi di attività del servizio.