Anche quest’anno il Red Hat Summit, che si è tenuto in forma virtuale il 27 e il 28 aprile, ha rappresentato l’occasione per Red Hat di fare il punto sulla strategia e le novità tecnologiche condividendo il tutto con clienti, prospect, partner e la sua intera community.
Cita proprio il recente Summit e il presidente e CEO di Red Hat Paul Cormier, Gianni Anguiletti, Vice President MED Region di Red Hat, che ha sottolineato come oggi “ogni CIO è o deve diventare un operatore cloud”.
Secondo Red Hat infatti ciascun CIO deve trovare il modo per dare il meglio in termini di flessibilità, scalabilità e governance nella moltitudine di infrastrutture oggi a disposizione per supportare il business dell’azienda, e farlo senza vincoli.
In questa visione l’open hybrid cloud, al centro della strategia di Red Hat, è l’architettura più efficace per permettere all’IT di essere l’abilitatore strategico a supporto di operatività e motore delle strategie di business basate su velocità, scalabilità e stabilità.
“Abbiamo investito molto per dare vita alla visione open hybrid cloud in tre direzioni – sottolinea Anguiletti – a partire dallo sviluppo di applicazioni moderne cloud native, containerizzate e basate sui microservizi, che facciano leva su AI, machine learning e edge computing per adattarsi in maniera elastica alle condizioni operative mutevoli in cui le aziende si trovano a muoversi. Lavoriamo anche per costruire tecnologie di sviluppo ibride aperte per rilasciare applicazioni in qualsiasi momento e da qualsiasi tipo di piattaforma e per creare sistemi di automazione che semplifichino tutte queste operazioni ma anche per rendere il tutto più affidabile ed intelligente”.
In questo processo però, sottolinea Anguiletti, le tecnologie da sole non bastano perché occorre fare un passo verso il concetto di Open Organization, quindi “occorre sviluppare soluzioni che permettano di fare il salto necessario anche dal punto di vista organizzativo ai clienti Red Hat”.
Lanciando un occhio al futuro Anguiletti prevede un’ulteriore accelerazione nell’innovazione tecnologica con l’intelligenza artificiale e l’edge computing che andranno ad esprimere il maggiore potenziale. La società sta lavorando anche sul lato AIOps.
Rodolfo Falcone, Country Manager per l’Italia di Red Hat si è poi focalizzato sul nostro Paese e sull’andamento del mercato che dopo una prevedibile decrescita dello 0.6% lo scorso anno nel 2021 sta recuperando terreno con un +0.3%. A registrare ottimi numeri è stato soprattutto il cloud, che ha segnato un balzo in avanti del 20%, seguito da Blockchain (+18%) e AI e cognitive computing (+16%). Cresce anche la cybersecurity con un +9%.
“Le prospettive sono buone anche pensando al fatto che il PNRR recentemente approvato prevede una quota consistente di fondi (40,73 miliardi di Euro) da destinare alla digitalizzazione delle diverse industry e della pubblica amministrazione, tanto che si registrerà (o almeno questa è la speranza) un miglioramento importante nel nostro sistema di vita e nel nostro modo di interagire con gli enti pubblici” afferma Falcone.
In questo scenario Red Hat ha proceduto con una nuova ristrutturazione interna che ha portato alla nascita di tre team focalizzati su diversi segmenti: enterprise e white spaces, mid-market e pmi.
La ristrutturazione però non è avvenuta solo sulla base del sizing di mercato di riferimento ma anche sulla base dei diversi vertical: “una specializzazione per industria qualifica meglio l’approccio e permette di ottenere case studies di maggiore spessore”.