Flowmon Networks, fornitore di soluzioni avanzate per il monitoraggio e la sicurezza della rete, ha pubblicato i risultati di una mappatura delle strategie di difesa che le organizzazioni realizzano per affrontare le minacce nel traffico crittografato
Condotto per conto dell’azienda da IDG Connect, il sondaggio ha coinvolto oltre 100 responsabili IT esplorando le loro esperienze nei confronti di questo vettore di attacco in rapida crescita.
Nel corso della storia dell’IT, infatti, le nuove tecnologie sono sempre state utilizzate da malintenzionati per realizzare attività criminali, e la crittografia non fa eccezione.
Sebbene i team impegnati sulla sicurezza aziendale la implementino come contromisura di sicurezza predefinita, in realtà si aprono spazi agli attori delle minacce per nascondere le loro attività proprio in quello che è considerato traffico sicuro.
Un gran numero di aziende sono state esposte non solo agli attacchi che sfruttano le vulnerabilità SSL/TLS, ma anche a quelli che le utilizzano per mascherare i movimenti sulla rete e attaccare le applicazioni.
Senza un set di strumenti adeguato che copra tutti i vettori di attacco, gestire le minacce crittografate è una sfida difficile.
Non a caso, tra i risultati chiave emersi dall’indagine si segnala che:
– il 41% dichiara di non avere le idee chiare su come rispondere a queste minacce
– il 61% utilizza per la decrittazione del traffico un proxy SSL dedicato
– il 76% utilizza il controllo SSL a livello di firewall
– il 56% utilizza strumenti di analisi del traffico di rete per monitorare i dati criptati.
Due ostacoli all’uso della decrittazione del traffico di rete
I due maggiori ostacoli all’utilizzo della decrittazione del traffico di rete mediante l’uso di un proxy SSL sono la paura di violare la privacy dei dati (36%) e le preoccupazioni sul degrado delle prestazioni (29%).
Tutti coloro che sono impegnati nella difesa della rete devono collaborare per respingere tutte le minacce crittografate.
I risultati del sondaggio, infatti, evidenziano l’importanza di implementare l’analisi del traffico di rete (Network Traffic Analysis ) e la decrittazione SSL contemporaneamente per fornire la stessa protezione contro le minacce esterne e interne.
Gli intervistati riconoscono gli strumenti NTA come un modo per riunire team operativi di rete e sicurezza, e condividere una singola versione della situazione (il 49% la classifica come una delle capacità principali di tali strumenti), per migliorare la prevenzione e accelerare il rilevamento e la risposta.
Come riferito in una nota ufficiale da Mark Burton, amministratore delegato di IDG Connect: «Lo studio mostra che la stragrande maggioranza degli investimenti è destinata alla decodifica del traffico sul perimetro, lasciando l’organizzazione vulnerabile a molte forme comuni di attacco, come ransomware, botnet che oscurano la comunicazione con i server Command & Control o exploit del browser. Solo il 36% degli intervistati ha implementato contemporaneamente protezione perimetrale e di rete».
Per Angelo Sbardellini, Sales Manager per l’Italia e Malta di Flowmon Networks: «La maggior parte delle organizzazioni non è in grado di ispezionare il traffico SSL/TLS su larga scala e i criminali informatici ne sono consapevoli. La decrittazione è uno strumento potente ma anche costoso e dispendioso in termini di risorse. Pertanto, ha un significato tattico utilizzare l’Encrypted Traffic Analysis (ETA), che è leggero e copre la maggior parte dei casi, per monitorare la rete in modo olistico e riservare l’uso della decrittazione solo per i servizi critici».