L’avvento di internet ha rappresentato una svolta epocale e oggi il world wide web fa parte della vita di ciascuno di noi, permettendoci di informarci in real-time, passare il nostro tempo con l’ascolto di musica e la visione di film e serie tv o sui social network, acquistare beni ma abilitando anche le aziende per lavorare in maniera più efficace e performante. Per sua definizione internet è una rete pubblica e aperta e per questo motivo un’attenzione particolare deve essere riservata alla privacy e alla tutela dei dati che vi transitano, soprattutto quando si parla di pubblicità. Per questo nasce Privacy Sandbox.
Google promuove Privacy Sandbox
Nel 2019 Google lancia l’iniziativa Privacy Sandbox, in continua evoluzione, che mira a sviluppare tecnologie web capaci di tutelare la privacy delle persone online sul web (e su Android) offrendo alla società e agli sviluppatori gli strumenti per creare attività digitali di successo, mantenendo il web e le app aperte e accessibili a tutti. In concreto, l’obiettivo di Privacy Sandbox è quello di mantenere private le attività delle persone su una rete internet aperta e gratuita permettendo di far evolvere la privacy sul web e su Android nella maniera più adeguata per la tutela dell’interesse degli utilizzatori.
Da allora, Google ha collaborato con numerosi stakeholder diversi, tra cui publisher, sviluppatori, fornitori di tecnologia pubblicitaria, consumatori e non solo, per progettare e sviluppare nuove soluzioni che permettano di raggiungere questo obiettivo.
Google è convinta che la privacy delle persone e un web con la pubblicità possano coesistere facendo evolvere il modo in cui funziona il settore della pubblicità digitale:
l’ambizione di Google è di continuare ad alzare l’asticella per la privacy delle persone e di promuovere un ecosistema digitale prospero e con la pubblicità, che possa esistere negli anni a venire e continuare a essere il motore della crescita e della ripresa economica.
Vantaggi per publisher e utenti
Nella vision di Google, le persone dovrebbero poter usufruire dell’esperienza di navigazione online e sulle app senza preoccuparsi di quali informazioni personali vengono raccolte e da chi. Le tecnologie di Privacy Sandbox mirano a rendere obsoleti i meccanismi attuali di tracciamento, come i cookie di terze parti, e a bloccare le tecniche di tracciamento nascosto, come il fingerprinting del dispositivo; e, contemporaneamente permettere a publisher e a sviluppatori di mantenere accessibili i contenuti online, cui oggi miliardi di persone accedono quotidianamente attraverso siti e app.
Il nocciolo della questione è quello di fornire agli sviluppatori e ai publisher strumenti di tracciamento non invasivo, senza costi per loro, che possano tutelarne la privacy per il soddisfacimento delle proprie esigenze di business. Una missione delicata che richiede la collaborazione dell’intero ecosistema nella definizione di nuovi standard per la privacy su internet, tanto è vero che Privacy Sandbox si basa sui contributi di numerose aziende che testano le nuove tecnologie.
Cosa sta facendo Privacy Sandbox: soluzioni per il web e per Android
Introdotta da Chrome nel 2019, Privacy Sandbox per il web eliminerà i cookie di terze parti sul browser Chrome, entro la fine del 2024 e limiterà il tracciamento nascosto. Tramite la creazione di nuovi standard per la rete, offrirà ai publisher alternative più sicure alla tecnologia esistente, in modo che possano continuare a creare business online migliorando al tempo stesso la privacy per le persone.
Un esempio del nuovo approccio è l’API Topics, un nuovo modo di mostrare annunci pertinenti su un sito grazie al quale il browser dedurrà alcune categorie riconoscibili e basate sugli interessi, in base alla cronologia di navigazione recente delle persone, per aiutare i siti a pubblicare annunci pertinenti. Con Topics, i siti specifici che sono stati visitati non verranno più condivisi, come sarebbe potuto succedere con i cookie di terze parti.
Privacy Sandbox su Android è invece stata introdotta nel 2022 con il fine di rafforzare la privacy e offrire strumenti agli sviluppatori di app che hanno bisogno di supportare e far crescere il proprio business. L’iniziativa su Android introdurrà nuove soluzioni che funzioneranno senza identificatori tra app, incluso l’ID pubblicità, e limiteranno la condivisione di dati con terze parti.
In concreto… annunci utili che non hanno bisogno delle identità delle persone
Come accennato, Google sta lavorando con la sua community per abilitare nuove funzionalità per Chrome e Android che permettano ai siti web e alle app di mostrare alle persone annunci utili in base alle interazioni che hanno avuto con diversi siti e app, senza rivelare l’identità dell’utente a nessuna delle parti coinvolte.
Ecco come:
- Identità nascosta: la maggior parte degli annunci online oggi si basa sullo scambio di tracciamenti tra le parti coinvolte nel mostrare un annuncio pubblicitario, per permettere di seguire il percorso di navigazione dell’utente in modo semplice in diverse app o siti web. Al contrario, la piattaforma Privacy Sandbox non fornisce un identificatore utente cross-site e cross-app. Come misure di sicurezza aggiuntive contro la re-identificazione degli utenti, le API di Privacy Sandbox aggregano, limitano e offuscano i dati forniti agli inserzionisti
- Raccolta dei dati ridotta al minimo: senza un identificatore dell’utente per tracciare l’attività individuale su più siti e app, le possibilità di creare profili delle persone basati su più contesti sono limitate per le terze parti, come per esempio fornitori di tecnologia pubblicitaria e broker di dati, a differenza di quanto avviene oggi con i cookie di terze parti. Inoltre, Privacy Sandbox limita la quantità di informazioni cross-site che si possono acquisire su un utente in un dato momento, per ridurre la possibilità di una raccolta di dati su larga scala che è possibile oggi.
Maggiore responsabilità per i fornitori di tecnologia pubblicitaria, migliori controlli per le persone
Privacy Sandbox responsabilizza maggiormente i fornitori di tecnologia pubblicitaria in materia di dati trattati e permette alle persone di avere maggiore controllo sui dati della propria attività di navigazione attraverso diversi siti e app.