Netalia è un Cloud Service Provider italiano indipendente che opera dal 2010 con un’offerta focalizzata sul Cloud pubblico per la media e grande impresa e la pubblica amministrazione. Tra i principali settori target, in quanto caratterizzati da una maggiore criticità e sensibilità del dato trattato, vi sono quelli della Sanità, dell’Energia e della Finanza, solo per fare alcuni esempi. L’infrastruttura di Netalia è articolata in datacenter certificati localizzati completamente in Italia e garantisce piena fruibilità da tutto il territorio nazionale in maniera performante, affidabile e continua. Netalia, nel corso degli anni, è andata incontro a una progressiva maturazione e oggi la sua strategia si declina nel modello di Public Cloud nazionale che supporta lo sviluppo micro e macro economico del Paese, garantendo la sovranità dei dati ma anche la residenza fisica e giuridica sull’intero territorio. Oggi Netalia si propone come il partner ideale su progetti complessi con l’obiettivo di creare una vera collaborazione con i suoi clienti, proponendo una roadmap che vada oltre la fornitura di tecnologie e diventando un vero e proprio consulente nel Cloud Journey, capace di comprendere i processi e condividere un assessment che tenga conto della transizione e della crescita che il Cloud porta.
Abbiamo incontrato Michele Zunino, Fondatore e Amministratore Delegato della società, che ci ha spiegato come sta evolvendo il mercato e come Netalia si inserisce per supportare le imprese e la PA in un momento di delicata transizione, dove il cloud è diventato finalmente una realtà.
Netalia da subito si è contraddistinta per essere un’azienda pioniera in ambito cloud quando il mercato non era ancora maturo. A che punto siamo ora?
“Netalia nasce da un’intuizione all’epoca non dominante, ma oggi finalmente centrale quando parliamo di gestione del patrimonio digitale: l’idea che l’attenzione alla governance dei dati sotto il profilo dell’accesso e della riservatezza (privacy), oltre che del rispetto di vincoli e regole di sicurezza (compliance) avesse rilevanza strategica e non solo formale.
Sono passati poco più di 10 anni da allora: un periodo tutto sommato limitato per un ciclo di vita industriale, ma sufficiente perché le condizioni al contorno evolvessero in modo radicale. Non parliamo solo di progresso tecnologico, che vede ritmi di sostituzione sempre più rapidi, ma anche di quello culturale.
Parlare di sovranità dei dati oggi è tutt’altro che un tabù: la polverizzazione dei confini nazionali così come l’ha proposta una certa idea di globalizzazione è oggi molto meno scontata, dato il contesto di incertezza geopolitica. Inoltre, l’attenzione alla sicurezza e alla protezione del dato, anche a garanzia della continuità operativa, è diventato un requisito sempre più incorporato a monte nelle decisioni su infrastrutture, piattaforme e servizi virtuali da adottare. La cybersecurity è un campo di ricerca e applicazione di proporzioni sempre più vaste.
Detto questo, pensiamo che ci sia ancora molta cultura da diffondere sul Cloud e sui modelli a disposizione degli utenti, dalle PMI alle grandi imprese, dalla pubblica amministrazione ai consumatori finali. Non esiste un solo tipo di Cloud, né Cloud è sinonimo di Data Center: sin dall’inizio, l’offerta di Netalia si è basata sul Public Cloud nazionale. Significa che operiamo secondo gli standard avanzati degli hyperscaler internazionali, ma su scala e con focus esclusivamente nazionale: i dati a noi affidati restano in Italia sotto il profilo fisico, normativo e giuridico”.
Quali sono i pilastri su cui poggia il modello del Public Cloud nazionale di Netalia? Come si declina il vostro approccio?
“Il Public Cloud viene definito dal National Institute of Standards and Technology, emanazione del Dipartimento del Commercio americano, come un’infrastruttura scalabile potenzialmente ad libitum, multi-tenant, il cui modello di business si basa su una tariffazione a consumo.
È così che lo interpretiamo anche in Netalia, ma è a questo punto che interviene la grande differenza rispetto ai provider internazionali, tipicamente d’oltreoceano: quello di Netalia è Public Cloud nazionale. Come tale, garantiamo non solo la sovranità dei dati ma anche la residenza fisica e giuridica sul nostro territorio.
Di più: il Public Cloud di Netalia, per le sue caratteristiche di ingegneria architetturale e per i servizi di consulenza personalizzata che siamo in grado di offrire, diventa un’infrastruttura di sistema a supporto dello sviluppo micro e macro economico del paese.
Sosteniamo le grandi aziende con standard qualitativi e tecnologici di eccellenza e una flessibilità che solo un’azienda agile può garantire, rispetto alle lentezze spesso associate alle organizzazioni molto complesse; d’altro canto, possiamo supportare anche le tante PMI italiane grazie a una composizione snella della squadra, alla prossimità culturale e a un’assistenza veramente su misura. I nostri servizi a valore aggiunto, rendendosi agenti del cambiamento, aiutano le imprese a innovare ottimizzando: aumenta l’efficienza e anche la competitività”.
Cosa offre in concreto Netalia?
“Dal punto di vista del mercato, Netalia combina l’approccio Public Cloud nazionale con elementi esclusivi, costruendo un’offerta estremamente diversificata rispetto agli altri player.
Da un lato, la particolare infrastruttura ha permesso lo sviluppo di un’architettura cloud native che porta a livello di servizi tutte le caratteristiche degli elementi sottostanti. In questo modo la sicurezza, la compliance e la scalabilità diventano caratteristiche proprie di tutto quello che è ospitato all’interno del Cloud Netalia, valorizzando servizi e applicazioni e liberando l’utente da vincoli e oneri che sono già soddisfatti dall’architettura stessa. Offriamo così un sistema che abilita la trasformazione digitale e integra in modo flessibile elementi di valore aggiuntivo, dalla data protection alla continuità operativa.
L’offerta Cloud che abbiamo definito arricchisce le risorse tipiche del cloud infrastrutturale con risorse ulteriori a valore aggiunto. Un insieme di capability che comprendono la capacità progettuale, l’integrazione e la continuità con le tecnologie esistenti, la flessibilità di un sistema aperto e libero da lockin, oltre a competenze specifiche che sono messe a disposizione del mercato.
L’approccio che ci permette di essere il partner ideale su progetti complessi è determinato dalla volontà di creare una collaborazione con i nostri clienti, proponendo una roadmap che vada oltre la fornitura di tecnologie. Le organizzazioni sono sempre più complesse e i sistemi IT sempre più specifici e stratificati. Pensare al Cloud in ottica di Lift&Shift non coglie il valore di questo paradigma e lo appiattisce al livello di uno strumento tecnologico in sostituzione dell’onprem.
Netalia si pone sul mercato come un consulente nel Cloud journey, in grado di capire i processi e condividere un assessment che tenga conto della transizione e della crescita che il Cloud porta. Il Cloud Netalia non è il risultato di elementi quantitativi, relativi a investimenti e competenze, ma soprattutto di elementi qualitativi come l’aumento della capacità dei clienti di competere grazie ad un nuovo approccio che non solo soddisfa in modo migliore bisogni ICT esistenti, ma che è anche in grado di anticipare le esigenze e di consentire una focalizzazione sul business e vera creazione di valore per i propri interlocutori”.