Dopo aver affrontato una pandemia che – dentro e fuori il mondo del lavoro – ha lasciato un senso di solitudine e di disconnessione nella vita di tutti, oggi le persone si rivolgono ai robot, ovvero all’Intelligenza Artificiale (AI), per il loro sviluppo professionale: è quanto emerge da un nuovo studio condotto da Oracle e Workplace Intelligence, società di ricerca e consulenza nel settore risorse umane.
La ricerca, che ha coinvolto oltre 14.600 tra impiegati, manager, responsabili HR ed executive e C-Level di 14 Paesi, svela che i lavoratori di tutto il mondo si sono sentiti bloccati a livello personale e professionale, ma ora sono pronti a riprendere il controllo del loro futuro.
In tutto il mondo del lavoro le persone si sentono sole, disconnesse e senza controllo
Oltre un anno di lockdown e la persistente incertezza legata alla pandemia hanno messo a dura prova lo stato emotivo di molti lavoratori, che sentono di avere perso controllo sulla loro vita e sulla loro carriera.
- L’80%degli interpellati riporta un impatto negativo dovuto agli eventi dell’ultimo anno: molti hanno problemi finanziari (29%); hanno visto declinare il loro benessere o la loro salute mentale (28%); hanno perso motivazione sul lavoro (25%); si sono sentiti disconnessi dalla loro vita (23%).
- Il 62%dichiara che il 2021 è stato l’anno lavorativo più stressante mai vissuto finora. Oltre la metà (52%) ha avuto maggiori difficoltà legate al benessere mentale sul lavoro nel 2021 – rispetto al 2020.
- La quantità di persone che sentono di avere poco o nessun controllo sulle loro vite professionali e personali è più che raddoppiata dall’inizio della pandemia. Gli interpellati nella ricerca segnalano di aver perso controllo sul proprio futuro (43%), sulla vita personale (46%), sulla carriera (41%) e sulle relazioni (59%).
- Il 75%delle persone si sente bloccata a livello personale e professionale, è ansiosa rispetto al futuro (31%), si sente intrappolata nella stessa routine (27%) e si sente sola come non mai (26%).
Le persone hanno voglia di cambiare ma per farlo devono affrontare grandi sfide
Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, le persone desiderano cambiare le loro vite professionali.
- Il 93%ha usato l’ultimo anno per riflettere sulla propria vita e l’88% ha dichiarato che il significato del termine “successo” è cambiato, per loro: ora le priorità sono l’equilibrio tra vita e lavoro (42%), il benessere mentale (37%) e la flessibilità lavorativa (33%).
- Il 75%si sente bloccato professionalmente, perché non ha opportunità di crescita per un avanzamento di carriera (25%) e si sente troppo oberato per pensare di apportare un qualsiasi cambiamento (22%).
- Il 70%delle persone dichiara che questo sentirsi bloccati professionalmente ha avuto un impatto anche sulla vita personale, causando ulteriore stress e ansietà (40%), contribuendo a farli sentire bloccati anche a livello individuale (29%) e a distogliere l’attenzione dalla vita personale (27%).
- L’83% è pronto a cambiare, ma il 76% dichiara di dover affrontare grandi ostacoli: i principali ostacoli sono l’instabilità economica (22%), il non sapere quale cambiamento professionale abbia senso fare, per loro (20%), non vedere opportunità di crescita nella propria azienda (20%), non sentirsi abbastanza sicuri per cambiare (20%).
- Guardando al 2022, lo sviluppo professionale è al primo posto per molti, che sarebbero disponibili a rinunciare a benefit come ferie (52%), bonus monetari (51%) e perfino parte del salario (43%) pur di avere nuove opportunità di carriera.
- In ogni caso, ben l’85% della forza lavoro globale non è soddisfatta di come è supportata dalla propria azienda. Si desidera che le organizzazioni offrano più possibilità di formazione e di sviluppare competenze (34%), salari più elevati (31%) e opportunità di coprire nuovi ruoli in azienda (30%).
I lavoratori di tutto il mondo hanno fame di nuove competenze e cercano aiuto nella tecnologia
Per trattenere e far crescere i migliori talenti in un contesto in cui le dinamiche di lavoro stanno cambiando, le aziende devono fare più attenzione che mai alle esigenze dei dipendenti e sfruttare la tecnologia per supportarli meglio.
- L’85%degli interpellati nello studio vuole che la tecnologia AI li aiuti a definire il loro futuro: per identificare le competenze che hanno bisogno di sviluppare e proporre modi per acquisirle (36%) o per suggerire passi da compiere per perseguire gli obiettivi di carriera (32%).
- Il 75%delle persone farebbe dei cambiamenti nella propria vita sulla base di raccomandazioni ottenute da strumenti basati sull’AI.
- L’83%ritiene che queste tecnologie AI siano un miglior supporto, rispetto a un essere umano, per quanto riguarda le scelte di carriera, perché danno raccomandazioni non influenzate da bias/pregiudizi (37%), rispondono velocemente (33%) e aiutano a trovare nuove posizioni lavorative in linea con le competenze possedute (32%).
- L’87% degli interpellati pensa che l’azienda in cui lavora dovrebbe ascoltare di piùi suoi bisogni e il 55% afferma che resterebbe più probabilmente fedele a un’azienda che usi tecnologie AI per supportare lo sviluppo di carriera.
Come sottolineato in una nota ufficiale da Dan Schawbel, managing partner, Workplace Intelligence: «L’ultimo anno e mezzo ha cambiato il modo di lavorare, il luogo in cui lavoriamo e – per molte persone – anche il datore di lavoro. Aziende e lavoratori hanno affrontato molte sfide ma questo ha creato anche l’opportunità di migliorare. I risultati della ricerca con Oracle evidenziano chiaramente che investire nello sviluppo professionale e in competenze è un fattore differenziante per i datori di lavoro, perché gioca un ruolo rilevante nel definire come i loro dipendenti possono riavere il controllo della loro vita personale e professionale. Le imprese che investono sulle persone e le aiutano a trovare opportunità potranno godere dei vantaggi di avere una forza lavoro coinvolta e produttiva».
Per Yvette Cameron, senior vice president, Oracle Cloud HCM: «L’ultimo anno ha cambiato il corso del futuro del lavoro. A sorpresa, tra tanto stress, ansia e solitudine a causa della pandemia, le persone hanno ritrovato la loro voce, sono diventate più attive e ora chiedono ciò che desiderano. Il cambiamento nel mondo del lavoro ha cambiato il modo in cui le persone pensano al successo e ridefinito le loro aspettative in termini di supporto da parte dell’azienda. Per attrarre i talenti e trattenerli bisogna dare priorità a come identificare e sviluppare nuove competenze, e offrire alle persone percorsi professionali personalizzati che le aiutino a riprendere il controllo della loro carriera».