Per molti Kubernetes è diventato la soluzione a tutti i problemi dell’IT.
La tecnologia dei container una volta era il dominio degli sviluppatori. Ora il controllo sta passando alle operations IT e Kubernetes ha acquistato una rilevanza senza precedenti. Secondo il rapporto The State of Kubernetes 2020 di VMware, anche se siamo all’inizio dell’adozione nelle grandi Aziende – più della metà degli intervistati (57%) gestisce meno di 10 cluster Kubernetes e il 60% esegue meno della metà dei carichi di lavoro containerizzati su Kubernetes – il trend è in forte crescita. Anche la spesa per i container è in aumento, con un’Azienda su quattro che ora stanzia più di 250.000 dollari all’anno per queste tecnologie.
Mentre l’adozione di Kubernetes ha superato la fase sperimentale, è fondamentale che i team IT siano pienamente consapevoli del valore aggiunto dall’adozione prima di investire milioni in tecnologie container. Kubernetes è spesso visto come un prodotto “che risolve tutti i problemi” con un potenziale enorme ma è il modo in cui lo si usa che conta davvero.
È importante che i team IT non si precipitino ad adottare Kubernetes pensando ingenuamente che sia l’unica soluzione per ottenere agilità, migliorare la Customer experience e portare innovazione. Definire i risultati di business prima di investire tempo, energia e denaro è l’approccio migliore per massimizzare gli investimenti.
Una formula segreta
Non basta un semplice Kubernetes per raggiungere i risultati di business. Queste nuove tecnologie sono indubbiamente estremamente di moda ed è vero che le potenzialità sono molto elevate. Molte aspettative risultano tuttavia errate e fuorvianti. Per esempio, alcune aziende potrebbero aver sentito dire che Google, AWS, Netflix e Microsoft hanno scommesso su Docker come formato container e a Kubernetes come motore di orchestrazione e che la tecnologia può scalare e fornire a tutti infrastrutture allo stesso livello dei grandi player del mercato. Allo stesso tempo, potrebbero però non sapere che è l’intero modello di business che hanno adottato queste aziende ad essere orientato a come rendere l’infrastruttura fluida e immediatamente disponibile. Il cliente medio di norma possiede un modello di business molto diverso, con soluzioni basate su piattaforme fornite da partner affidabili che hanno affrontato la virtualizzazione in passato e sono questi partner ora ad avere le soluzioni che consentiranno loro di raggiungere gli stessi risultati attraverso ambienti containerizzti.
Naturalmente, la tecnologia Kubernetes ha anche i suoi benefici. Le aziende possono diventare più efficienti nell’uso dell’IT e ottenere risultati migliori, più velocemente, dai cicli di vita dello sviluppo. Produrranno un software migliore perché potranno basarsi su una maggiore automazione e standardizzazione. Le organizzazioni potranno poi usare il software per esplorare nuove opportunità di business, sperimentare i modi migliori per trarre profitto da nuove idee ed evolvere di conseguenza. Al contrario, chi non adotterà Kubernetes è probabile che avrà più difficoltà a far evolvere rapidamente il software e la supply chain del software diventerà un collo di bottiglia.
La ricetta giusta per Kubernetes
Kubernetes è ancora una tecnologia in fase di maturazione che ha bisogno di un certo aiuto per garantire un deployment di successo. È utile per costruire piattaforme efficienti perché fornisce buone astrazioni per interagire con i container e semplificare la gestione degli stessi. Ma se pensate di poterlo semplicemente installare ed essere produttivi, vi troverete in difficoltà.
Per rendere le cose più facili, le organizzazioni potrebbero voler guardare a certi strumenti e sistemi esistenti che riducono la complessità piuttosto che saltare su questa o quella soluzione, magari di moda in quel momento, che dal punto di vista architetturale aggiunge solo complessità a un mondo già complesso.
Una volta che le grandi organizzazioni passano a una piattaforma cloud native, gli sviluppatori possono diventare più produttivi e creare flussi più sostenibili di aggiornamenti software. Ciò significa che queste organizzazioni possono iniziare a esplorare nuove funzionalità e approcci per risolvere i problemi aziendali con il software, ogni settimana.
Le piattaforme cloud native come Tanzu Application Service e Tanzu Kubernetes Grid aiutano in questo senso perché realizzano opzioni self-service per i team di sviluppo e standardizzano il modo in cui l’infrastruttura viene creata e gestita. Questo non solo rimuove una quantità enorme di lavoro manuale che richiede tempo ma porta anche a una migliore resilienza e sicurezza della produzione perché gli sviluppatori possono seguire un percorso stabilito ed è più difficile deviare dalle best practice.
I benefici di Kubernetes
Secondo il già citato rapporto Kubernetes 2020 di VMware, i due principali benefici di Kubernetes sono un migliore utilizzo delle risorse (56%) e cicli di sviluppo del software più brevi (53%). Invece di aspettare settimane o mesi per ottenere l’infrastruttura necessaria, senza neanche considerare la complessità delle varie offerte cloud su cui far girare le proprie applicazioni, gli sviluppatori possono ora ottenere questi ambienti rapidamente e in modalità self-service.
Anche le operations ne beneficiano. Viene speso meno tempo in compiti banali e la produzione è stabile e affidabile. Una volta che i team aziendali sanno come approfittare di un ciclo di rilascio settimanale per testare nuove funzionalità, ne beneficiano anche loro ottenendo un time-to-market più veloce e uno strumento per far evolvere il business con dati validati.
Ci sono molti modi tradizionali per progettare ed eseguire il software. Questa variabilità aggiunge ulteriori costi, tempo e rischi al processo del software – come dimostrano anni di software rilasciato over-budget, spesso in ritardo e con solo una parte delle funzionalità inizialmente previste. Adottare la tecnologia Kubernetes potrebbe essere la strada giusta per la vostra azienda. Kubernetes offre un modo per progettare ed eseguire il software, eliminando gli sprechi e permettendovi di concentrarvi sul software vero e proprio senza più le preoccupazioni per le continue deadline mancate.
Di Nicola Buonanno, Sr. Regional Director SEMEA, VMware