Ivanti Neurons è una piattaforma di iperautomazione in cloud dedicata alla governance It che regala intelligenza in tempo reale a tutti i device tecnologici che si utilizzano nel lavoro agile, permettendo ai dipendenti di vivere una user experience simile a quella del consumatore finale. La piattaforma lavora anche per una sicurezza automatizzata lato dispositivi.
Le aziende però non si interfacciano solo con la loro forza lavoro ma anche con tutti i player della supply chain. Per questo Ivanti ha di recente lanciato la piattaforma Ivanti Neurons for IoT, specificatamente studiata per efficientare i processi di logistica, oggi resi ancora più complessi dall’avvento dell’IoT (Internet of Things), che apre nuove potenzialità e casi applicativi ma contemporaneamente nuove sfide.
Abbiamo parlato di tutto questo con Marco Cellamare, Regional Sales Manager Mediterranean Area di Ivanti, che esordisce: “ La piattaforma Neurons nasce per rilevare, gestire e proteggere tutto ciò che sta all’interno della rete aziendale ed, inoltre, fornisce servizi alle risorse It e agli utenti partendo dal cloud fino all’edge passando per qualsiasi device abbia a bordo un sistema operativo, abilitando di fatto l’everywhere workplace, con il quale i dipendenti possono lavorare su ogni tipo di dispositivo, di rete e di applicazione ovunque si trovino”.
Uno dei punti di forza di Neurons è senza dubbio l’apertura verso terze parti…
“Sì, Neurons collega le diverse soluzioni di gestione degli endpoint di sicurezza e di gestione dei servizi che non necessariamente devono essere proprietà di Ivanti: quindi si può collegare senza problemi a soluzioni esterne aggiungendo loro delle capabilities”.
Cosa intende per cabalities?
“Il miglioramento della gestione dell’endpoint: Ivanti fornisce informazioni in tempo reale e iperautomazione nella risoluzione dei problemi, oltre che un pannello unico di controllo dove si possono trovare tutte le informazioni.
Un altro elemento interessante è che Neurons permette ai dispositivi di proteggersi in maniera autonoma fino alla remediation e la stessa cosa vale anche per gli utenti. Punto di forza di Neurons è proprio la possibilità di avere a disposizione un’assistenza automatica così che si possa passare meno tempo a risolvere i problemi dedicando invece più tempo alle attività produttive a valore, con un impatto sulla user experience chiaramente importante.
Infine, Ivanti Neurons non si ferma all’hardware ma si spinge anche al software con informazioni sulle applicazioni che consentono a chi gestisce la piattaforma di utilizzare al meglio le risorse di cui dispone”.
Interlocutori delle aziende però non sono solo con i dipendenti ma anche i vari player della supply chain. Qual è il ruolo dell’IoT nella catena di approvvigionamento?
“L’IoT trasforma la catena di approvvigionamento in reti completamente connesse grazie alla raccolta automatizzata dei dati in tempo reale con il fine di ridurre al minimo le interruzioni e ottimizzare la realizzazione dei processi. Distribuire le informazioni all’interno dell’azienda è possibile solo attraverso un monitoraggio costante e una automazione della gestione delle informazioni a livello IoT.
Per fare un esempio concreto di distribuzione delle informazioni all’interno dell’azienda, oggi è possibile installare dei beacon di geolocalizzazione all’interno di container e rimorchi così da permettere ai responsabili logistici o di cantiere di sapere quando esattamente arriveranno gli articoli, adeguando di conseguenza il flusso di personale presente”.
Protagoniste della tecnologia Ivanti sono ovviamente intelligenza artificiale (AI) e machine learning…
“Queste tecnologie vengono applicate a partire dalla visibilità dei dispositivi perché è necessario fare l’inventario dei device e valutarne lo stato di salute: grazie ad AI e machine learning diventa semplice, nel caso in cui ci fossero delle anomalie (come banalmente una carenza di performance rispetto ai dati medi), capire cosa sta succedendo e mettere in atto azioni di remediation automatiche. In questo modo si va anche a eliminare l’errore umano nella raccolta dei dati ed è possibile avere una maggiore precisione nella previsione del dato”.
Ivanti Neurons for IoT è un modulo di Neurons studiato proprio per ottimizzare la catena degli approvvigionamenti. Come funziona questa piattaforma?
“Ivanti Neurons for IoT offre una visione completa da un’unica consolle di tutte le apparecchiature IoT tramite la quale le aziende possono concretamente raccogliere e analizzare i dati operativi ad alto volume e ad alta velocità ricavando informazioni in real time per aumentare efficienza operativa, produttività e qualità. Le funzionalità chiave di Ivanti Neurons for IoT sono sfruttate per connettere, creare, automatizzare e analizzare tutte le informazioni principali con l’obiettivo di realizzare applicazioni IoT solide (no code o low code), per generare casi applicativi simili a quello dei beacon di geolocalizzazione di cui abbiamo parlato prima”.
Quali sono i vantaggi per le aziende che implementano la vostra soluzione?
“Ivanti Neurons for IoT è facilmente implementabile perché si integra con le applicazioni esistenti e quindi non c’è bisogno di tecnologia aggiuntiva.
La soluzione integra poi le tecnologie operative esistenti, i dispositivi perimetrali e le task working in un unico processo ottimizzato fin dal primo giorno: quindi il cliente fin da subito riesce a portare avanti tutte queste operazioni.
La piattaforma automatizza facilmente i flussi di lavoro esistenti per aggiungere un livello maggiore di produttività e infine, garantisce la visualizzazione in tempo reale da un singolo pannello di controllo di tutte le informazioni dello stato dei dispositivi IoT connessi all’infrastruttura dell’azienda”.
Indubbiamente i vantaggi sono tanti ma nel nostro Paese le aziende sono pronte a recepire la possibilità di adottare simili soluzioni?
“Quello che oggi noto è un’attenzione importante su queste tematiche in un momento storico particolare dove stiamo uscendo da una crisi che ha riguardato la supply chain per la mancanza di forniture, la situazione geopolitica globale, le conseguenze della pandemia di coronavirus e così via. Di certo è necessario riallocare i budget prendendo in considerazione anche questo aspetto, che è passato inizialmente un po’ in secondo piano perché con l’emergenza covid gli investimenti sono andati primariamente nella direzione di poter abilitare i dipendenti a lavorare in maniera distribuita e sicura. Oggi finalmente ci si rende conto che occorre lavorare anche per efficientare andando nella direzione di una diminuzione dei costi e di un miglioramento dell’efficienza e della produzione cercando di evitare interruzioni nella supply chain”.
Come è stata accolta Ivanti Neurons for IoT sul mercato?
“La soluzione è di recente rilascio ma ha già vinto un premio nella categoria Industrial IoT Innovation of the Year agli IoT Breakthrough Awards, che è un programma annuale giunto alla sesta edizione che riconosce e premia innovatori, visionari e leader a livello globale nel mercato dell’IoT. Quest’anno sono state nominate 4.000 aziende e nelle varie categorie troviamo tra i vincitori nomi importanti come NVIDIA, Verizon, Amazon, Sony e così via. Quindi per noi questo è stato un riconoscimento importante che ci conferma che stiamo andando nella giusta direzione”.
La tecnologia Neurons for IOT collega macchine, dispositivi, lavoratori e sistemi, massimizzando la produttività e migliorando informazioni e visibilità ma si trova anche a dover fronteggiare nuove sfide relative alla security perché il perimetro aziendale si liquefà e in pratica non esiste più. Spiegaci meglio…
“Oggi, con l’everywhere workplace, il perimetro non esiste più di fatto e le aziende si espongono a una serie di rischi che con l’IoT vanno a crescere ulteriormente”.
Quali sono nello specifico i rischi legati all’IoT?
“L’uso crescente di dispositivi intelligenti come sensori, telecamere, nastri trasportatori ecc. porta a crescere il numero dei punti di ingresso per i cyber criminali, che mettono a segno minacce che rischiano di portare interruzioni alla catena di approvvigionamento e soprattutto nelle infrastrutture critiche”.
Come risolve Ivanti questo problema?
“Partendo dall’identificazione e dalla discovery di tutti i dispositivi che si collegano al network aziendale: i singoli dispositivi vanno mappati e occorre rilevare e correggere eventuali criticità valutandone lo stato di salute. Il punto fondamentale è senza dubbio la visibilità: non si può proteggere ciò che non si vede e che non si può gestire.
La piattaforma Ivanti Neurons, non solo quella per l’IoT, si basa su approccio Zero Trust e di patch mangement automatiche, di valutazioni basate sul rischio per le infrastrutture e di Unified Endpoint Management: questo consente di integrare la discovery degli asset con la scoperta della gestione delle vulnerabilità, la gestione delle patch e quella dei servizi così da garantire una strategia di cybersecurity solida e completa.
Alla base di tutto, come dicevo, l’approccio Zero Trust: non bisogna mai fidarsi degli oggetti che si collegano alla rete aziendale ma occorre sempre verificare il rispetto delle policy di accesso condizionato implementate all’interno dell’azienda”.
Chi si occupa di installare la piattaforma e come sono stati preparati i partner impegnati in questa attività?
“Quella della supply chain è una divisione dedicata all’interno di Ivanti e questo fa sì che anche il canale per la supply chain sia dedicato e specializzato sugli specifici casi d’uso di logistica. Ivanti collabora con aziende attraverso servizi professionali sia con i partner certificati sia con partner diretti per installare e garantire il successo del progetto.
Chiaramente si offre ai clienti la possibilità di creare applicazioni no code e low code, come dicevamo prima, per integrare le soluzioni e le applicazioni esistenti senza bisogno di tecnologia aggiuntiva”.
Le vostre piattaforme sono soggette a continui rilasci e rinnovamenti. Cosa dobbiamo aspettarci dalle nuove release di Neurons e Neurons for IoT?
“Non posso anticipare niente ma quello che posso dire è che Neurons, compresa Neurons for IoT, è soggetta a continui aggiornamenti su base mensile. Non ci sono release annuali perché le migliorie e le novità vengono implementate in maniera automatica e costante, senza che questo impatti sull’esperienza d’uso del cliente”.