Lo scetticismo sull’Intelligenza Artificiale deve essere superato. L’idea hollywoodiana che le macchine conquisteranno il mondo e prenderanno il posto dell’essere umano è solo una fantasia. Macchine e uomini possono collaborare. L’IA, dunque, non vuole sostituirsi all’intelligenza umana, ma potenziarla, cooperando in modo sinergico, proattivo e mirato con l’essere umano. Si parlerà di questo e molto altro durante la due giorni pisana (19-20 febbraio) dedicata all’intelligenza artificiale antropocentrica.
All’evento ci sarà anche Paul Lukowicz, coordinatore della rete di ricerca europea Humane-AI-Network.
Organizzato nell’ambito di FAIR, il partenariato esteso sull’intelligenza artificiale finanziato dai fondi PNRR, il workshop dedicato alla “Human-centered AI” sarà l’occasione per conoscere la visione e l’approccio multidisciplinari adottati in questo campo dai ricercatori dell’Università di Pisa, degli istituti Iit ed Isti dell’Area della ricerca di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e della Scuola Normale Superiore di Pisa, nonché i risultati raggiunti.
Tanti i temi all’ordine del giorno, dagli approfondimenti sulle più innovative discipline nel campo del machine learning e dei processi decisionali ibridi persona-AI, al potenziale industriale e sociale dell’intelligenza artificiale antropocentrica. Il tutto con un’attenzione particolare dedicata all’efficienza energetica, all’etica e al rispetto dei diritti umani.
“L’obiettivo di questo workshop è quello di promuovere un’ulteriore e più ampia collaborazione nel sistema nazionale della ricerca e col mondo imprenditoriale nel campo dell’intelligenza artificiale antropocentrica”, spiega il professor Dino Pedreschi, docente di Informatica all’Università di Pisa e coordinatore dello Spoke ‘Human-centered AI’ del progetto FAIR. ”Si tratta di un settore in cui Pisa è certamente all’avanguardia a livello globale e che, oltre agli studi più strettamente collegati allo sviluppo dell’IA, richiede la collaborazione tra approcci e soluzioni fortemente innovativi che coinvolgono diversi campi del sapere, dagli studi sull’interazione fra persone e macchine, alle scienze cognitive e sociali, ma anche filosofia, etica, diritto e sistemi complessi”.
“Per questa sua complessità, nello sviluppo della Human-centered AI il ruolo della ricerca e dell’università è fondamentale”, conclude Dino Pedreschi. “Ma è altrettanto importante che il futuro dell’Intelligenza artificiale antropocentrica sia scritto assieme alle imprese e al settore pubblico e per questo l’appuntamento di Pisa sarà anche l’occasione per presentare i prossimi bandi a cascata col quale intendiamo coinvolgere il settore industriale, incluse le piccole e medie imprese innovative”.