Per In-Site, società di ingegneria integrata specializzata nella progettazione e realizzazione di infrastrutture complesse, ragionare sulla sicurezza fisica di un datacenter richiede un approccio differente da qualsiasi altra tipologia di edificio.
In un ufficio, un magazzino o un centro commerciale la priorità è quella di salvaguardare le persone, garantendo loro vie di fuga in caso di incidenti imprevisti.
Tutto il resto è sacrificabile.
Anche nel caso dei datacenter la sicurezza fisica di chi ci lavora è al primo posto, ma mettere al sicuro anche i server e le informazioni che ospitano è più importante che in altre situazioni. Se un supermercato va a fuoco, i danni ai prodotti stoccati sono trascurabili, ma in un datacenter no: qui viene conservata la linfa vitale delle imprese ed è fondamentale ridurre al minimo l’impatto di un qualsiasi evento esterno, perché bloccare anche solo per pochi secondi l’accesso ai servizi essenziali mina la continuità del business.
Pensiamo all’esempio di un ospedale: non poter accedere alle informazioni sui pazienti anche solo per poche ore può avere un impatto disastroso. Non è un caso che solitamente i sistemi mission critical siano replicati in più posizioni geografiche così da poter fronteggiare anche le situazioni più estreme e improbabili.
L’approccio di In-Site alla progettazione di un datacenter
Come realtà specializzata in datacenter e security operation center (SOC), In-Site unisce le competenze tecniche ingegneristiche specifiche con quelle dell’architettura, occupandosi di tutti gli aspetti, impiantistici, infrastrutturali, ma anche di vivibilità degli spazi concepiti per una perfetta simbiosi tra uomo e macchina.
La consapevolezza di oggi, infatti, è che l’asset più importante in mano a un’azienda non è più quello che produce, sia esso un servizio o un prodotto, ma sono i suoi dati. Una gestione efficace dei dati aziendali è quello che fa la differenza… ma dove risiedono i dati? Dipende naturalmente dal tipo di azienda e dalla sensibilità di queste informazioni, ma in pratica sono in un datacenter, che può essere gestito direttamente da chi maneggia i dati o su strutture in mano a terzi.
Indipendentemente dal fatto che siano on-premise oppure sul cloud, proteggere i dati è fondamentale ed è per questo che quando si progetta un datacenter entrano in gioco una serie di fattori tecnici che possono fare la differenza fra un posto veramente sicuro e un altro che – in caso di eventi imprevisti – non offre le garanzie necessarie.
L’incendio ai datacenter di Strasburgo di OVHCloud dimostra che un imprevisto come un semplice incendio, una situazione rara ma non certo impossibile, possa mettere a nudo le vulnerabilità di più sistemi.
Due necessità per i datacenter di domani
Come sottolineato da Pietro Matteo Foglio, CEO e fondatore di In-Site: «Il datacenter non può essere considerato più solo come un semplice contenitore di macchine. Da qui a cinque anni, verrà visto sempre di più come spazio tecnologico capace di comunicare con l’uomo, e di veicolare i valori dell’azienda al mondo esterno. La vera sfida per il futuro consiste, in tal senso, nell’armonizzare contenitori e contenuti, attraverso un processo articolato che richiede un assiduo confronto tra progettisti, imprese e operatori del settore. Due saranno le necessità: da un lato, un altissimo livello di adattabilità ai repentini mutamenti del mercato tramite la realizzazione di strutture flessibili e modulari, e dall’altro la massima garanzia di continuità del business».