25 anni: è il traguardo tagliato nel 2021 da Extreme Networks che proprio quest’anno mette il turbo alla sua strategia di cloudificazione per rispondere alle esigenze di networking moderne che seguono la logica del lavoro distribuito e dell’impresa che non ha più un confine fisico. L’obiettivo in questo scenario sempre più complesso è infatti quello di semplificare e come farlo se non adottando strumenti di automazione sempre più potenti, machine learning, artificial intelligence e tutte le tecnologie emergenti?
Entro un anno l’intera offerta di Extreme sarà disponibile anche in cloud ma oltre a questo la ricerca a livello di prodotto continua tanto è vero che sono state molte le novità annunciate durante il recente appuntamento con ‘Extreme Connect Advance’.
Per fare il punto sulle novità dell’azienda, sulla sua vision e per capire in che direzione sta andando il mercato abbiamo parlato con Vincenzo Lalli, Country Manager di Extreme Networks per l’Italia.
“Da 25 anni la vocazione di Extreme Networks è quella di semplificare il networking – esordisce Lalli – e oggi semplificare significa togliere ciò che non è necessario per utilizzare la tecnologia e dare un supporto per rendere fruibili con facilità le informazioni di cui c’è bisogno nel momento esatto in cui ce n’è bisogno”.
Extreme Networks come traduce in concreto questa missione?
“Attraverso la cloudificazione: già da qualche anno Extreme sta progressivamente migrando il suo portfolio verso il cloud. Usare il cloud permette infatti di avere un approccio più efficiente alla problematica della complessità. Innanzitutto a livello di implementazione della tecnologia: oggi tutte le aziende necessitano di avere a disposizione una rete di comunicazione e gli strumenti di automatizzazione che mette a disposizione il cloud regalano una piattaforma semplice da gestire e fruibile da qualsiasi luogo e attraverso qualsivoglia device”.
Come è cambiata la situazione nell’ultimo anno e mezzo?
“Oggi si parla sempre di più di Infinite Enterprise ovvero di un’azienda distribuita che non è più racchiusa nei confini dell’ufficio fisico. Si tratta di un processo già in atto da un po’ ma che ha subito un’accelerazione importante con il dilagare del covid: la rete aziendale assume così un perimetro molto più vasto e più labile. Il cloud permette di avere a disposizione l’automazione dell’infrastruttura e della sua gestione in maniera semplice, efficace e alla portata di tutti.
Oggi siamo in grado di mettere a disposizione dei clienti e delle aziende un’infrastruttura capace di auto organizzarsi in maniera più o meno complessa semplicemente collegando degli oggetti al cloud e poi potendoli gestire in maniera efficiente da remoto. Un ruolo importante lo hanno tecnologie ormai mainstream come l’intelligenza artificiale e il machine learning che aiutano a semplificare ulteriormente il networking e il lavoro di chi deve implementarlo e gestirlo”.
Parlavamo prima di un’accelerazione della digitalizzazione con un perimetro aziendale sempre più labile e l’affermarsi del cloud per rispondere alle nuove necessità di semplificare e automatizzare. Le esigenze delle reti enterprise stanno quindi cambiando: dall’alto del vostro osservatorio privilegiato che cosa avete e cosa state osservando?
“In Italia c’è stata una forte accelerazione e due settori particolarmente impattati sono la sanità e il manifatturiero, dove c’è stata un’adozione sempre più consapevole di tecnologie non solo legacy ma legate a una visione più futuribile. La pandemia ha avuto il merito di spingere le aziende a fare il salto di qualità superando le paure come quelle legate alla dimensione della sicurezza e evidenziando anzi le opportunità che tecnologie come il cloud portano in termini di ottimizzazione e risparmio nei costi. Guardando invece a livello globale Extreme Networks ha raggiunto un numero di device gestiti in cloud superiore a un milione e 600 mila oggetti, che generano giornalmente più di 11 petabyte di dati. Questo dà l’idea della mole di informazioni che oggi circolano sul cloud con un particolare focus sui dati di gestione e di controllo sugli eventi, che sono poi quelli che vanno trattati e analizzati. Infatti non tutti i dati e le informazioni sono necessarie”.
Ci spieghi meglio….
“E’ come conoscere in tempo reale dal cruscotto di un aereo tutte le informazioni che arrivano dalle decine di sensori collegati ma poi il pilota deve fare attenzione al fatto che l’aereo sia stabile e quindi non riesce ad interpretare tutte queste informazioni. Ecco che allora per semplificare abbiamo introdotto degli strumenti di intelligenza artificiale e machine learning aggregati in un unico contenitore che abbiamo chiamato “CoPilot”: un vero e proprio co-pilota che interpreta le informazioni, le aggrega ed estrae solo quelle che possono essere fruibili in maniera semplice al pilota/amministratore di rete, mettendogliele a disposizione per poter prendere delle decisioni migliori in tempo reale”.
Per riassumere quali sono le nuove esigenze dei clienti all’interno di questo scenario?
“L’esigenza prevalente è quella di poter avere un accesso immediato, semplice e sicuro alle informazioni e soprattutto senza vincoli di localizzazione. Questo ci riporta al concetto di azienda distribuita in maniera pervasiva quindi non concentrata in un punto ma che è dappertutto. La sicurezza diventa fondamentale ma un altro elemento imprescindibile è quello della scalabilità. L’unico modo di scalare è adottare le nuove tecnologie digitali legate al cloud”.
Nelle scorse settimane avete svolto la vostra tradizionale convention annuale ‘Extreme Connect Advance’ dove avete sviscerato questi temi. Qual è stato il fil rouge di questa edizione?
“La nostra strategia che si rifà al concetto di cloudificazione del portfolio prodotti. Già oggi la gran parte delle soluzioni Extreme Networks sono fruibili sia in modalità cloud che on-premise e entro un anno anche la parte restante della nostra offerta migrerà sul cloud, mettendo a frutto anche una serie di acquisizioni mirate che abbiamo portato avanti negli ultimi anni. Ovviamente non porremo nessun vincolo al cliente che potrà, qualora lo volesse, continuare ad utilizzare l’infrastruttura in maniera tradizionale”.
Come cresce il comparto del networking e più in particolare del cloud networking?
“Il mercato del networking cresce a singola cifra e uno degli obiettivi di Extreme Networks a medio e lungo periodo è quello di collocarci intorno ad una crescita del 10%. Per la parte cloud invece il nostro target di crescita media e annuale è a doppia cifra”.
Durante l’evento avete anche annunciato delle novità più prettamente tecnologiche a livello di prodotto. Cosa avete lanciato e che progetti avete in cantiere?
“La prima novità è, come accennavo, CoPilot: un sistema di machine learning e intelligenza artificiale in grado di analizzare le informazioni che transitano sul cloud (nel cloud di Extreme sono circa 5.5 miliardi gli eventi giornalieri) estrapolando solo gli aggregati che sono fondamentali per gestire la rete. CoPilot agisce anche in ottica proattiva e tra le sue funzionalità troviamo ad esempio la possibilità di monitorare il degrado del segnale di un’infrastruttura WiFi: il sistema riconosce infatti, sulla base della direzione presa da un certo gruppo di parametri, che il sistema si sta degradando e permette di intervenire apportando le contromisure necessarie per tempo. Analogamente tra gli strumenti di monitoraggio a bordo di CoPilot troviamo anche il Power Over Ethernet quindi la possibilità di monitorare la stabilità dell’alimentazione attraverso l’infrastruttura di rete. Le attività di Proactive Anomaly Detection invece analizzano in tempo reale i pattern di traffico e segnalano le eventuali anomalie affinché vengano fatte delle analisi più approfondite per capire se la rete è vittima di un attacco hacker”.
Extreme Networks ha annunciato anche la Serie 9000. Di cosa si tratta?
“E’ una piattaforma di analytics rivolta ai service provider nell’ottica di integrazione di quelle che sono le soluzioni relative al 5G.
Il 5G è una delle tecnologie emergenti con maggiori potenzialità e sarà un treno formidabile per tutta una serie di applicazioni, portandosi dietro un ulteriore salto quantico in termini di aumento delle informazioni che transiteranno sulle infrastrutture di rete. Informazioni che devono essere monitorare e analizzate dai service provider che quindi necessitano di una serie di business analytics particolarmente performanti. Extreme 9920 è la prima piattaforma intelligente progettata per il cloud networking nativo, un’infrastruttura che offre aggregazione scalabile del traffico, filtraggio, replica ed elaborazione avanzata dei pacchetti per strumenti di analisi in ambienti distribuiti. Questa architettura è strutturata dal punto di vista software, come il cloud, a microservizi e consente un aggiornamento in modalità live evitando i fermi macchina e garantendo la continuità del servizio. Il nuovo Visibility Manager è progettato anche con un approccio API First quindi con delle interfacce verso il mondo esterno permettendo il dialogo in maniera semplice, veloce ed efficiente con le reti di parti terze, come sono tipicamente le reti 5G, che oltre ad essere integrate potranno interrogare direttamente il Visibility Manager attraverso un livello di orchestration superiore”.
Se il futuro è il cloud c’è da dire che però uno degli elementi che disincentivano di più le aziende a fare questo salto è quello legato alla sicurezza. Da questo punto di vista come garantite la sicurezza dei vostri sistemi e l’integrità dei dati che vi transitano?
“Uno degli scogli psicologici più forti da affrontare è proprio quello della difficoltà di affidarsi ad una terza parte. Oggi tutte le aziende che offrono soluzioni in cloud hanno delle soluzioni sicure ma spesso fanno spesso riferimento alla sicurezza messa a disposizione dei grandi provider (Azure, AWS, Google Cloud e così via). Ma questo non basta. Extreme Networks si è affidato ad un certificatore esterno ed è stato il primo cloud provider ad ottenere la certificazione ISO 27001 a garanzia di elevati standard di sicurezza, cui abbiamo aggiunto la certificazione ISO/IEC 27017 e la 27 701.
In questo modo assicuriamo il massimo livello di tutela possibile e la protezione dei dati che transitano nel nostro cloud in piena compliance con i principali regolamenti internazionali in materia di data protection, come il GDPR per quanto riguarda l’Europa”.
Abbiamo prima parlato della vostra soluzione che si interfaccia con la rete 5G. Come evolveranno le reti enterprise di fronte all’affermarsi delle reti 5G e al Wi-Fi 6?
“C’è molto entusiasmo attorno al 5G ma va chiarito che il 5G non è applicabile in tutti i contesti quindi oggi si guarda al Wi-Fi 6 come a un complemento importante per questa tecnologia, soprattutto a livello enterprise. Stabilire come evolveranno le reti è difficile: di certo ci sarà una commistione di 5G e Wi-Fi 6 anche per ragioni di natura tecnologica che dipendono dallo spettro di frequenze utilizzate e quindi dalla capacità di banda che ciascuna tecnologia è in grado di mettere a disposizione. Sicuramente il 5G sarà una formidabile tecnologia per la sensoristica smart e tutto il mondo IoT mentre per le reti enterprise avrà più senso andare verso il Wi-Fi 6, che tra l’altro è stato già superato dal Wi-Fi 6E, che ottimizza ulteriormente la stabilità dell’infrastruttura e della comunicazione introducendo tutta una serie di migliorie allo standard. Quello che è chiaro è che 5G e Wi-Fi 6 sono due tecnologie complementari per cui prevedo uno sviluppo parallelo e anche un’integrazione cross”.
Per finire… quali i traguardi che Extreme Networks conta di tagliare entro l’anno?
“Il primo obiettivo è quello di migliorare la performance di mercato. Il settore del networking ha avuto un calo drastico come tutti i settori lo scorso anno ma il trend di ripresa a forma di V è stato incredibile. Il secondo obiettivo, più a lungo termine, è quello di incrementare il nostro market share arrivando progressivamente ad essere i numeri uno nel mondo del networking (attualmente ci troviamo tra il terzo e il secondo posto).
Altro obiettivo è la crescita in ambito cloud, dove contiamo di registrare anche per il prossimo anno un tasso di crescita a doppia cifra”.