Gli investimenti tecnologici sono in aumento in tutto il mondo: il budget tecnologico medio delle aziende è passato dal 4,25% nel 2020 al 5,49% nel 2022, con una previsione del 5,85% per il 2024. È quanto emerge dal nuovo report di Deloitte “Global Technology Leadership Study 2023”, uno studio globale che raccoglie il punto di vista dei CIO (Chief Information Officer) e dei leader tecnologici all’interno delle aziende. Basato su interviste a un campione di 1.179 professionisti, di cui 245 italiani, il report analizza l’evoluzione dei ruoli tech, l’importanza delle strategie per attrarre e trattenere i talenti, la sfida della monetizzazione dei dati e il ruolo dei budget tecnologici in azienda.
«L’utilizzo consapevole dei nuovi trend tecnologici, tra cui Cloud, Big Data e AI, può garantire un vantaggio competitivo duraturo alle aziende che avranno dedicato le giuste risorse a queste tematiche. Il principale vantaggio è riuscire ad essere al passo con questi trend ed essere così pronti a trasformare il proprio business prima che lo facciano i competitor», spiega Francesco Rossi, Partner e Technology Strategy, Agility & Architecture Leader di Deloitte Central Mediterranean, commentando il report.
L’evoluzione dei ruoli tech: solo il CIO non basta più
Mentre i leader tecnologici sono chiamati ad affrontare un crescente numero di sfide, in Italia il CIO (Chief Information Officer) resta la figura più diffusa, presente nel 78% delle aziende intervistate, con il 67% che dichiara che questo è il ruolo tecnologico di più alto livello nella propria organizzazione. A questo si affiancano, in alcuni casi, altre figure, come il Chief Technology Officer (35%), il Chief Digital Officer (15%), il Chief Data Officer (13%) o il Chief Information Security Officer (36%).
Secondo Deloitte, anche laddove siano presenti queste figure, però, spesso sono i CIO a mantenere la responsabilità della maggior parte delle aree, con un particolare peso per quanto riguarda l’ammodernamento dei sistemi legacy e core e lo sviluppo software. Ma più la tecnologia avanza e più sarà necessario ripensare i ruoli e la distribuzione di responsabilità tech all’interno delle organizzazioni.
L’importanza dei talenti tech: sempre più strategici in futuro
Oggi solo il 23% degli intervistati a livello globale – e il 15% a livello italiano – dichiara che attrarre e sviluppare talenti sia una priorità della propria organizzazione, nonostante il contesto attuale, con il panorama tecnologico in continua evoluzione, renda evidente l’importanza di una strategia dedicata. Interrogati da Deloitte su quali siano le iniziative più efficaci per trattenere i talenti tech, i CIO italiani mettono in evidenza l’importanza di “creare una mission, una visione e uno scopo coinvolgenti” (59%), quella di “offrire ambienti di lavoro flessibili/ibridi” (53%) e di “offrire maggiore autonomia e controllo ai singoli team”.
«La valorizzazione del talento tecnologico abilita le aziende al raggiungimento degli obiettivi strategici ed è fondamentale implementare una corretta gestione dei talenti, basata sull’adozione di un approccio efficace e sostenibile e sulla definizione di un ambiente di lavoro flessibile, produttivo e gratificante», commenta Rossi di Deloitte.
Monetizzazione di dati: entro il 2030 varrà oltre 15 miliardi di dollari
A livello globale, più di un terzo dei C-level intervistati (36%) dichiara di generare ricavi dai dati o dalla tecnologia, mentre il 16% pianifica di farlo nei prossimi 2 anni. La monetizzazione può verificarsi in molti modi – dalla commercializzazione di software proprietari alla capacità di far leva sui dati per creare valore o ottimizzare le operation esistenti – e i tech leader dichiarano di stare investendo in modo significativo per costruire competenze in questo ambito. Se nel 2020 il mercato globale della monetizzazione dei dati aveva raggiunto il valore di 2,1 miliardi di dollari, entro la fine di questo decennio si prevede che il mercato raggiungerà i 15,5 miliardi di dollari – con un tasso composto di crescita annuale (CAGR) del 22,1%.
Ma a che punto sono i tech leader in Italia nelle loro strategie in ambito “Data & Insight”? Secondo il 51% intervistati da Deloitte “le iniziative in ambito Data & Insights sono allineate con le priorità di business e hanno definito chiaramente i risultati di business”, per il 50% “le competenze in ambito Data & Insights abiliteranno l’azienda a generare ricavi o a guadagnare vantaggio competitivo”, mentre il 42% risponde che “la strategia core di data management e i processi di gestione della governance sono coordinati e allineati all’interno dell’azienda”.
Investimenti tech in crescita: nel 2024 varranno il 5,85% dei ricavi
Gli investimenti delle aziende in ambito tecnologico su scala globale stanno aumentando in modo significativo. Il budget tecnologico medio delle aziende come percentuale dei ricavi è passato dal 4,25% nel 2020 al 5,49% nel 2022, con una previsione del 5,85% per il 2024. I servizi finanziari, le assicurazioni e la sanità sono gli unici ambiti che hanno registrato un leggero calo di investimenti tech negli ultimi anni, ma questa tendenza può essere attribuita al livello significativo di investimenti già effettuati negli anni scorsi e che ora si stanno stabilizzando, nonché alle attuali condizioni economiche globali, che potrebbero portare alcune aziende a riconsiderare le proprie strategie di investimento.
Tuttavia, limitarsi ad effettuare investimenti in linea con la propria strategia tech potrebbe non essere più sufficiente. I leader tecnologici, secondo i dati elaborati da Deloitte, devono infatti cominciare anche a misurare e condividere il valore di tali investimenti ai propri pari in azienda. Una sfida da non sottovalutare: infatti 6 C-level intervistati su 10 affermano che quantificare i vantaggi dei singoli investimenti tecnologici non è spesso immediato.
«Il raggiungimento e la creazione del business value mediante una strategia aziendale efficace deve tenere conto delle iniziative da avviare in tutte le aree aziendali. L’integrazione delle iniziative di investimento all’interno di una roadmap strategica darà la possibilità di avere visibilità a 360 gradi dei piani aziendali», conclude Rossi.