Pensando ai data center, per Lenovo, la sostenibilità non riguarda solo l’adozione di misure incrementali per ridurre le emissioni di carbonio e il consumo di risorse. In generale, come ribadito in questo articolo da Alessandro de Bartolo, Amministratore Delegato & Country Manager Infrastructure Solutions Group di Lenovo, la sostenibilità è un modus operandi che deve permeare l’intera cultura organizzativa. Per Lenovo, le aziende nazionali e internazionali che operano nel settore IT dovrebbero fare propria la responsabilità collettiva di stabilire i parametri di riferimento e operare in modo da creare un impatto positivo sui dipendenti, sulla società e sull’ambiente, anche a fronte di uno sviluppo del business.
I decision maker aziendali devono bilanciare una domanda di IT in espansione con le crescenti aspettative su attività che siano rispettose dell’ambiente.
Ecco cinque aree di interesse che permettono di allineare le operazioni del data center con gli obiettivi di sostenibilità.
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Ridurre l’impatto dei data center sulle risorse
I dati crescono a un ritmo esponenziale. Mentre la loro potenziale utilità li rende una risorsa di grande valore, un’assenza di strategia nella loro raccolta può trasformarli rapidamente in uno svantaggio. Attualmente circa l’1% dell’energia elettrica prodotta a livello globale viene utilizzata per alimentare i data center e in un mondo dove si prevede che verranno creati 463 exabyte ogni giorno entro il 2025, parallelamente assisteremo a una crescita impetuosa del consumo di energia elettrica.
L’impatto energetico non si limita all’elettricità. Infatti, la gestione dei dati può avere effetti su un’altra risorsa fondamentale: l’acqua. Secondo un rapporto del governo USA, un data center avrà bisogno in media di circa 1,8 litri di acqua per ogni kWh consumato, principalmente per la climatizzazione. Si tratta di una quantità enorme che aumenta in parallelo con la maggiore richiesta di dati, il che significa che le aziende devono iniziare ad adottare processi che riducano drasticamente i livelli di consumo di acqua.
Nell’ambito del processo di riduzione del consumo di risorse, le aziende devono considerare come gestire l’infrastruttura su cui poggiano le operazioni sui dati. Il passaggio da modelli IT legacy dispendiosi a infrastrutture costruite avendo come obiettivo l’efficienza energetica è un primo passo in avanti positivo. Ad esempio, da parte sua Lenovo consiglia la tecnologia di raffreddamento a liquido per i data center più grandi in modo da ridurre il consumo energetico fino al 40%, mantenendo prestazioni elevate senza compromessi. Inoltre, i prodotti Lenovo ThinkSystem sono progettati per essere i server più efficienti del settore, infatti hanno ottenuto un punteggio di 16 su 18 nel benchmark SPECPower, inoltre l’azienda dispone di piattaforme software come Energy Aware Runtime (EAR) per gestire il consumo energetico a livello di chassis.
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Creare un ciclo di vita del prodotto circolare
Per qualsiasi azienda che si occupi di gestire le infrastrutture IT, il concetto di economia circolare ha assunto sempre maggiore importanza. Questo modello si pone come obiettivo la riduzione nell’uso di materiali ed energia nella fase di produzione e il recupero dei prodotti finali attraverso il riutilizzo e il riciclo.
Il settore dei data center è quello in cui molte migliaia di server e altri componenti hardware sono considerati a “fine vita” ogni anno. Per ridurre il rischio di rifiuti dannosi per l’ambiente, l’industria deve stabilire standard elevati in termini di riciclo, riutilizzo o riparazione del 100% dei materiali, impedendo che finiscano in discarica.
Da parte sua, Lenovo ha adottato un modello “Design-Use-Return” che interessa tutte le fasi: prodotti, imballaggio, produzione e operazioni, ritiro del prodotto e recupero del valore. La società inoltre ha previsto servizi come Lenovo ARS, che garantisce il ripristino responsabile delle risorse e lo smaltimento dei dati.
Il suo impegno si estende anche agli imballaggi, in quanto cerchiamo di utilizzare materiali riciclati ed eliminare la plastica. Lenovo ha scelto di utilizzare materiali più sostenibili come la canna da zucchero e il bambù e di ricercare continuamente nuove opportunità per una maggiore sostenibilità negli imballaggi, sempre con l’obiettivo di creare un ciclo di vita circolare del prodotto. La scelta di questo approccio ci ha portato ad abbandonare gli imballaggi in plastica e a eliminare oltre 3.100 tonnellate di rifiuti di plastica dal 2008.
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Fissare obiettivi ambiziosi
Diventare un’azienda sostenibile richiede responsabilità. Questo può essere fatto mettendo in gioco la reputazione aziendale, mantenendo standard elevati e assumendo un impegno con gli stakeholder. Una volta condivisi pubblicamente gli obiettivi non è più possibile tornare indietro. Lenovo ha scoperto il successo di questo approccio più di dieci anni fa, quando ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2020, traguardo che l’azienda ha superato con una riduzione del 92%. Ora punta a un’ulteriore riduzione del 50% entro il 2030.
Un altro modo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità passa dall’impegno in iniziative riconosciute dall’industria in cui si opera. Tali iniziative aiutano ad alzare l’asticella per tutte le imprese del settore e incoraggiano quelle che si sono già impegnate a rivedere e adattare le loro operazioni in linea con i loro obblighi.
Di recente Lenovo ha aderito all’iniziativa Science Based Targets (SBTi), il primo standard scientifico Net-Zero per la riduzione delle emissioni che affronterà le attuali incongruenze che riguardano gli obiettivi net-zero e consentirà una misurazione e una valutazione coerenti con la riduzione delle emissioni aziendali.
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Mettere in atto una misurazione per monitorare i progressi
Il data center può essere definito come la spina dorsale dell’infrastruttura IT, ma secondo gli ultimi insight il suo consumo di energia aumenta del 12% ogni anno. Pertanto, è fondamentale che le aziende esigano una maggiore efficienza dal modo in cui vengono alimentati i data center.
Dato che le operazioni dei data center spesso fanno la parte del leone in termini di consumo di energia, è fondamentale per le aziende misurarne attentamente il livello. La gamma di parametri che possono essere monitorati, come l’utilizzo dell’acqua, il consumo di elettricità e l’uso di energia rinnovabile, offre diverse possibilità per il risparmio energetico. Capire come misurare gli sforzi ambientali e di quali metriche occorre tenere conto per muovervi nella giusta direzione aiuterà a dimostrare i reali progressi.
Lenovo pubblica un rapporto annuale per ESG (Environmental, Societal and Governance) che garantisce il monitoraggio e il raggiungimento dei suoi obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico e, in generale, la misurazione di ciò che conta di più per l’azienda e per la società nel suo insieme.
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Data center: serve anche ottimizzare la catena di fornitura
La gestione della supply chain ha acquisito un’importanza cruciale di recente e i data center, come qualsiasi altra struttura complessa, dipendono da catene di approvvigionamento solide. Eventuali guasti alle attrezzature possono essere risolti solo attraverso una solida gestione della catena di approvvigionamento che assicuri il rifornimento delle scorte.
Queste considerazioni sono importanti sia per la continuità aziendale, ma anche per garantire una logistica efficiente dal punto di vista energetico e ridurre il rischio di sprechi dovuti a eventuali momenti di inattività imprevisti. Occorre che le supply chain siano sostenibili per ridurre i costi, rafforzare il business e mitigare i rischi ambientali. Questo obiettivo presuppone l’utilizzo i treni al posto degli aerei come mezzi di trasporto e la riduzione della distanza percorsa dai prodotti. Distribuendo la produzione in strutture locali, come ha fatto Lenovo con il suo nuovo stabilimento di Budapest in Ungheria, le aziende possono diminuire il numero di passaggi necessari per portare il prodotto dalla fabbrica al cliente e ridurre di conseguenza il consumo di carburante.
L’azienda ha utilizzato questo approccio di fornitura localizzata su tutta la sua rete globale. È, infatti, attiva in 180 mercati, spediamo oltre 1 miliardo di dispositivi attraverso oltre 2000 fornitori in tutto il mondo. Il controllo che ha sulla sua catena di fornitura le consente di avere un approccio globale alla sostenibilità e di adottare misure proattive per ottimizzare le operazioni e ridurre l’impatto ambientale. Proprio per questo, Gartner ha classificato Lenovo al 16° posto nelle supply chain globali all’inizio del 2021.
Assumersi la responsabilità
Infine, sempre secondo de Bartolo, Lenovo cerca di adottare un approccio incentrato sulla sostenibilità in tutte le operazioni globali. La filosofia dell’azienda, “Smarter Technology for All”, presuppone una tecnologia più verde per tutti. Per questo l’impegno è costruire un futuro migliore in cui una tecnologia più intelligente continui a offrire maggiori possibilità a tutti e questo obiettivo non può essere realizzato senza avere un impatto positivo sulla collettività e sul pianeta.
Lenovo riconosce la sua responsabilità nei confronti dell’ambiente e incoraggia e collabora con tutti i clienti, partner e stakeholder perché facciano lo stesso. Adottando una visione olistica della sostenibilità, Lenovo è consapevole che non esiste un’area o una strategia unica in grado di fornire la riduzione delle emissioni di carbonio che tutti desideriamo. Si tratta di un processo che richiede un miglioramento costante: riguarda tutto ciò che ognuno di noi fa ed è importante per le attività di Lenovo e per tutti coloro con cui l’azienda lavora.