L’anno scorso gli investimenti totali in infrastrutture di data center globali sono più che raddoppiati, passando da 24,4 miliardi di dollari nel 2020 a 59,5 miliardi di dollari nel 2021. Il numero totale di transazioni di data center è aumentato del 64% nello stesso periodo, passando da 69 nel 2020 a 117 nel 2021, secondo un report pubblicato dallo studio legale DLA Piper intitolato “The meteoric rise of the data centre: Key drivers behind global demand“. Il report ha intervistato 100 alti dirigenti di aziende fornitrici di infrastrutture, di capitale e di debito e di sviluppatori di data center di tutto il mondo e fa seguito a un rapporto analogo realizzato nel 2020.
Si prevede che la straordinaria crescita continuerà anche quest’anno, come dimostra il fatto che nell’anno in corso, fino al 7 giugno, sono state effettuate 41 transazioni per un valore di 21,3 miliardi di dollari. Si tratta di un aumento di oltre il 100% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il 45% degli sviluppatori, il 56% dei fornitori di debito e il 67% degli investitori azionari prevede di investire in quattro o più progetti di data center nei prossimi 24 mesi, rispetto al 10%, 27% e 37% rispettivamente che hanno investito in quattro o più data center negli ultimi 24 mesi. La domanda record di data center è guidata dalla crescita degli hyperscaler, come Facebook, Google e Microsoft, che hanno prosperato nel passaggio ai servizi cloud, a loro volta intensificati dalla pandemia.
Sebbene gli investimenti nei data center siano stati indirizzati principalmente negli Stati Uniti e in Europa, si prevede che la regione Asia-Pacifico sarà la principale fonte di crescita futura. Nonostante il 70% degli intervistati consideri gli asset dei data center statunitensi sopravvalutati, il Paese rappresenta quasi la metà della capacità hyperscale globale e ha la più grande pipeline di progetti di data center. Tuttavia, il 79% degli intervistati ha scelto la Cina come uno dei tre Paesi in cui si prevede una maggiore crescita degli investimenti nei prossimi 24 mesi, seguita dall’India (56%) e dagli Stati Uniti (54%). Questo spostamento verso gli investimenti nell’area APAC è dovuto all’ascesa degli hyperscaler cinesi, tra cui Alibaba, Tencent e ByteDance.
La sicurezza energetica è sempre più considerata come uno dei fattori più importanti per gli investimenti nei data center. Il 90% degli investitori azionari, l’89% degli sviluppatori e l’85% dei finanziatori di debito pagherebbero un premio per investire in un sito con una fornitura di energia buona e conveniente. I prezzi globali del gas e dell’elettricità sono saliti alle stelle negli ultimi 12 mesi, incidendo notevolmente sui costi operativi dei data center. A livello regionale, i dirigenti senior dell’APAC sono più disposti a pagare un premio per la sicurezza energetica, con il 98%, rispetto all’82% dell’Europa e all’80% degli Stati Uniti. La disponibilità dell’APAC a pagare un premio per la sicurezza energetica potrebbe essere il risultato delle interruzioni di corrente in Cina e in India nella seconda metà del 2021.
L’ESG è un altro fattore significativo che influenza gli investimenti nei data center. Quasi tutti i dirigenti senior (94%) affermano che il controllo e la due diligence sulle questioni ESG sono aumentati negli ultimi 24 mesi, tanto che il 75% dei fornitori di debito e degli investitori azionari e il 70% degli sviluppatori pagherebbero un premio per investire in un sito con credenziali ESG da ottime a eccellenti.
Tuttavia, il livello di impegno nei confronti dell’ESG varia da regione a regione: l’84% degli investitori europei e l’80% di quelli statunitensi sono disposti a pagare un premio per un sito con credenziali ESG da molto buone a eccellenti, rispetto ad appena il 56% di quelli dell’APAC. L’accresciuta importanza dell’ESG in Europa e Nord America riflette i requisiti normativi e le iniziative del settore, come il Climate Neutral Data Centre Pact, lanciato nel gennaio 2021. L’accordo ha fissato l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel settore dei data center europei entro il 2030.
L’argomento è stato anche al centro del convegno “Investire in Data Centers – la nuova alternativa?” organizzato a Milano il 13 giugno da DLA Piper nell’ambito del ciclo di seminari “Real Estate in Evolution”, in cui si è discusso sia della sfida della sostenibilità sia delle prospettive di mercato, ascoltando il punto di vista di primari sviluppatori, investitori, operatori e finanziatori.
Commentando i risultati dell’indagine, Olaf Schmidt, Partner responsabile del dipartimento Real Estate di DLA Piper in Italia (nella foto), ha dichiarato: “Il nostro report rivela investimenti da record nei data center, alimentati dalla crescita incontenibile degli hyperscaler e dalla transizione verso i servizi cloud, accelerata dalla pandemia. Non c’è fine a questa domanda, con investimenti ad oggi nel 2022 più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021. I data center sono un’attività ad alta intensità energetica e, pertanto, l’aumento dei prezzi dell’energia e la questione della sicurezza dell’approvvigionamento giocano un ruolo sempre più importante nel processo decisionale su dove e come sviluppare i centri. Un data center efficiente dal punto di vista energetico è attraente per i clienti e più facile da commercializzare; se poi l’energia utilizzata è anche rinnovabile, diventa una proposta ancora più interessante dal punto di vista ESG, soprattutto per i dirigenti di alto livello sia in Europa che in Nord America“.