Qlik ha presentato due nuove risorse derivanti dal recente studio globale di IDC sponsorizzato dalla stessa Qlik. La ricerca sottolinea come le aziende che investono nello sviluppo di competenze di data-to-insights (D2I), attraverso le moderne pipeline di analytics e di dati, stiano registrando notevoli incrementi negli utili.
Qlik ha studiato un nuovo strumento di valutazione offerto da IDC (www.D2I-Score.com), grazie al quale ogni azienda può misurare i punti di forza e le lacune delle proprie pipeline di dati. Questo tool fornisce anche una serie di raccomandazioni che aiuteranno le imprese a sostenere e focalizzare meglio gli investimenti strategici per ottenere un impatto significativo sui profitti.
Come suggerito in una nota ufficiale da James Fisher, Chief Product Officer di Qlik: «Le aziende di tutto il mondo stanno perdendo un’opportunità importante per influire positivamente sulle performance aziendali a causa delle lacune nelle proprie pipeline di dati, quando potrebbero, invece, trasformare quest’ultime in un valore di business costante. L’esclusivo approccio end-to-end di Qlik all’integrazione dei dati e alle analytics può aiutare qualsiasi azienda ad agire alla velocità dei dati attraverso il miglioramento delle abilità di data-to-insights, in grado di portare risultati di business tangibili».
La seconda novità è rappresentata da un’applicazione di data analytics, “Data as the New Water: The Importance of Investing in Data and Analytics Pipelines”, che fornisce una ripartizione geografica dettagliata delle differenze significative del modo in cui gli intervistati (Stati Uniti, Regno Unito, Brasile, Australia, Singapore e Giappone), sono posizionati in modo da raccogliere i benefici o da rimanere indietro rispetto ai concorrenti, sulla base della forza delle loro pipeline di dati.
L’indagine condotta su 1.200 manager aziendali, mostra che le imprese con le più alte competenze dimostrabili di D2I – ossia dotate di forti pipeline di dati in grado di portare alle decisioni migliori (Leader) – hanno ottenuto un impatto significativo sui profitti.
- L’88% dei Leader ha dichiarato che l’efficienza operativa è migliorata (rispetto al 76% generale), e il miglioramento medio è stato del 21% (rispetto al 17% generale)
- L’86% dei Leader ha affermato che le entrate sono aumentate (contro il 74% generale), e l’incremento medio è stato del 23% (contro il 17% in generale)
- Il 90% dei Leader ha dichiarato che l’utile è aumentato (rispetto al 76% generale), e che l’aumento medio è stato del 24% (rispetto al 17% generale)
I risultati specifici a livello geografico mostrano come esistano differenze significative nel modo in cui ogni Paese e ogni Regione si stia approcciando all’utilizzo delle pipeline di dati e alle loro capacità D2I, e come questi approcci stiano influenzando le prestazioni aziendali.
- Il punteggio medio D2I è di 41.6 nei 10 Stati esaminati. Un’analisi specifica per Paese mostra un ampio range di 17 punti (punteggio più alto in Brasile 52.5, più basso in Francia 34.9)
- Ci sono ampi range di punteggio anche tra e diverse aree geografiche. La Regione delle Americhe (Stati Uniti, Brasile, Canada) ha avuto il punteggio medio più alto con 45, seguita dall’APAC (India, Singapore, Giappone, Australia) con 41.8 e dall’EMEA (Regno Unito, Francia, Germania) con 37.8
- Le Americhe registrano un aumento degli utili superiore alla media (19%), mentre l’APAC registra un incremento dell’efficienza superiore alla media (19,7%)
- Uno degli impatti più forti dati da un punteggio D2I più alto, oltre all’aumento dei profitti o dei ricavi, è l’aumento della soddisfazione e della fedeltà dei clienti, essenziali per le aziende in un mercato influenzato dalla diffusione del COVID-19. La media complessiva del miglioramento in questa categoria è stata del 19,7%, con l’Australia in testa con un aumento del 27% e l’APAC che ha registrato il più alto incremento medio al 21,5%, seguita dalle Americhe al 19,6% e dall’EMEA al 17,3%
- Praticamente tutte le aziende di ogni Paese intervistato (96% o più) hanno dichiarato difficoltà significative nell’identificare quali fonti di dati fossero le più preziose. Solo le imprese in Giappone e Germania (89%) hanno segnalato un tasso inferiore.
Indipendentemente dalle differenze regionali, ogni azienda è inondata da variegate e complesse tipologie di dati. Molte stanno lottando per massimizzarne il valore, poiché spesso si lavora con pipeline di dati non integrate e che presentano lacune, generalmente a causa della mancanza di un catalogo dati e della capacità di catturare le modifiche nei dati.
Inoltre, gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale e nelle analytics vengono vanificati in mancanza di una pipeline di dati agile, automatizzata e agnostica che trasformi continuamente i dati da qualsiasi cloud, sistema o sorgente in informazioni pronte all’uso aziendale, capaci di guidare l’azione e i risultati.
Le piattaforme di integrazione dati e di data analytics di Qlik, insieme all’offerta di data literacy as a service, offrono l’unico approccio end-to-end del settore all’Active Intelligence.
A differenza della Business Intelligence tradizionale, l’Active Intelligence realizza il potenziale contenuto nelle pipeline di dati unendo i dati statici con i dati in movimento, per un’intelligenza continuativa derivata da informazioni sempre aggiornate e in tempo reale, ed è specificamente progettata per intraprendere o innescare azioni immediate.
Ciò permette di eliminare perdite di dati, colmando le lacune presenti tra i dati rilevanti e i dati utilizzabili (Qlik Data Integration), tra i dati utilizzabili e le intuizioni applicabili (Qlik Analytics), e tra gli investimenti e la creazione di valore (Data Literacy as a Service).