Le attuali architetture aziendali (Enterprise Architectures) sono state sviluppate infatti negli anni ’80 e, sebbene da allora abbiamo subito diverse modifiche, sono sostanzialmente ancora basate sulle stesse fondamenta architetturali del passato.
Nell’articolo che vi proponiamo qui di seguito, Tabitha Powell, Senior Specialist, Office of the CTO, F5, chiarisce come l’esigenza di disporre di un quadro architetturale moderno, progettato intenzionalmente per tenere conto dei progressi tecnologici, cresce ogni giorno. Senza un’architettura aziendale moderna l’innovazione “ristagna”, ostacolando la trasformazione di cui le aziende hanno bisogno per dominare lo spazio digitale del futuro.
Buona lettura!
Sul percorso verso l’innovazione non è raro che le architetture aziendali, come framework e standard, si evolvano e modernizzino al servizio del progresso.
Prendiamo ad esempio il caso del telescopio: tralasciando le teorie della luce e l’ambito squisitamente ottico, in questo articolo vorrei approfondire ciò che ha dato origine allo schema architetturale dello strumento che ha permesso all’uomo di osservare gli astri. Il desiderio delle persone è di vedere “cose lontane come se fossero vicine“. Lavorando con la tecnologia disponibile all’epoca, è stato creato uno strumento che prevedeva l’utilizzo di lenti ottiche e un tubo cilindrico. Questo accadeva più di 400 anni fa.
Mentre i primi telescopi si limitavano a ingrandire ciò che, seppur lontanissime, le persone potevano fisicamente osservare, gli scienziati si resero presto conto che, con una nuova tecnologia in grado di trasmettere immagini attraverso le onde, anche la struttura architetturale doveva essere aggiornata. Ciò ha permesso lo sviluppo dell’ormai celebre telescopio Hubble che, per funzionare, prevedeva ancora l’utilizzo di diverse lenti e di un tubo cilindrico, ma non era più richiesto che la sua struttura fosse fisicamente a portata di mano: i telescopi potevano finalmente essere mobili e manovrati da lontano.
Al contrario del telescopio, l’architettura aziendale di oggi non è stata modernizzata; in un certo modo è come se stessimo lavorando ancora con il prototipo originale del primo telescopio. Non considerando l’evoluzione, le organizzazioni incrementano gli attriti su tutta la linea dei processi. Il motivo è semplice, e risiede nel fatto che in genere è più difficile modificare le fondamenta di una casa quando queste stanno già sostenendo tre piani (sì, l’ennesima metafora…). Il viaggio di trasformazione digitale che le aziende stanno percorrendo è una strada in continua innovazione, e nessuno vuole arrivare a un punto morto ed essere costretto a tornare indietro. Eppure, questo è il rischio che le aziende digitali stanno correndo oggi se non modernizzeranno la loro architettura aziendale.
Le strutture obsolete ostacolano l’innovazione
Le attuali architetture aziendali (Enterprise Architectures) sono state sviluppate infatti negli anni ’80 e, sebbene da allora abbiamo subito diverse modifiche, sono sostanzialmente ancora basate sulle stesse fondamenta architetturali del passato. Prendiamo ad esempio The Open Group Architecture Framework (TOGAF), la cui prima versione è stata pubblicata nel 1995. Le fondamenta sono costituite ancora oggi dagli stessi quattro domini architetturali: business, applicazioni, dati e tecnica.
In effetti, le fondamenta sono state create prima ancora che esistesse Internet. E questo rappresenta buona parte del problema. Oggi, infatti, non è raro equiparare la tecnologia alla connessione globale, così pervasiva nella nostra vita quotidiana. Sebbene The Open Group Architecture Framework sia riuscito a supportare fino ad oggi con successo le aziende attraverso le versioni rilasciate nel tempo, compresa l’integrazione di Internet e di nuove funzionalità, bisogna ricordare che queste fondamenta non sono state costruite appositamente per le possibilità attuali del business digitale. La nostra comprensione e consapevolezza di ciò che oggi è possibile realizzare fa nascere l’esigenza di modernizzare l’architettura aziendale.
Modernizzare per abilitare la mobilità degli utenti
Man mano che i progressi tecnologici aprono a nuove possibilità, anche l’architettura aziendale deve adattarsi a nuovi vincoli – o alla mancanza degli stessi – per sostenere l’innovazione. Nuove tecnologie come il Wi-Fi e il 5G hanno rivoluzionato il panorama. In questo scenario, le applicazioni informatiche possono lasciare il data center e gli utenti non sono più statici, bensì mobili. L’esigenza di disporre di un quadro architetturale moderno, progettato intenzionalmente per tenere conto di questi e altri progressi, cresce ogni giorno. Senza un’architettura aziendale moderna l’innovazione “ristagna”, ostacolando la trasformazione di cui le aziende hanno bisogno per dominare lo spazio digitale del futuro.
Proteggere tutto ciò che è possibile
Nel 2022 è stato lanciato nello spazio un nuovo telescopio, il James Webb Space Telescope (JWST), progettato utilizzando proprio un’architettura modernizzata. Consapevoli di avere a disposizione nuove possibilità tecnologiche, tra cui la capacità di rilevare e “vedere” la luce infrarossa invece della sola luce visibile, di trasmettere immagini alla Terra da oltre un milione di chilometri di distanza e altro ancora, gli scienziati erano convinti che i telescopi potessero avere maggiori potenzialità da esplorare. Parallelamente alla consapevolezza di usufruire di queste nuove tecnologie, sono arrivate nuove sfide che hanno fatto in modo che la struttura architettonica stessa del telescopio fosse nuovamente ripensata.
Il telescopio spaziale James Webb utilizza ancora oggi lenti e deve raccogliere la luce attraverso un percorso ben determinato, ma invece di necessitare di un tubo cilindrico per focalizzare la luce in arrivo, l’architettura si è evoluta per un nuovo scopo: raccogliere la gamma di luce più ampia costituita anche dalle onde infrarosse. Tuttavia, questo nuovo obiettivo presentava diverse sfide. Tutto ciò che si trova al di sopra dello zero assoluto viene registrato come luce infrarossa, per cui era essenziale mitigare l’interferenza di fonti di calore come il Sole. Il risultato è stato una struttura architettonica modernizzata in grado di soddisfare le nuove esigenze che comprendevano uno schermo solare, lo Spacecraft Bus (il principale componente di supporto del telescopio), l’Optical Telescope Element (l’occhio del telescopio, composto da specchi) e un modulo di strumenti scientifici integrati (ISIM).
Allo stesso modo, le architetture aziendali moderne devono essere costruite appositamente per supportare le nuove capacità a disposizione delle organizzazioni dopo la creazione di Internet, ma anche essere in grado di affrontare le sfide emergenti. Ad esempio, l’aumento della mobilità può spesso rappresentare una minaccia alla sicurezza e la presenza di una connessione così pervasiva aumenta la domanda di risorse. Questi sono solo alcuni esempi di come una architettura aziendale tradizionale rischi di introdurre attrito nel rilascio di nuove funzionalità e soluzioni che avrebbero invece bisogno di nuove tecnologie come sicurezza pervasiva, automazione e servizi digitali, e di approcci in grado di rimuovere quell’attrito.
Come è accaduto con il telescopio, la tecnologia ha fatto esplodere a dismisura le capacità che erano a nostra disposizione 30 anni fa. L’hardware è più piccolo, i linguaggi di comunicazione sono semplificati e, in generale, la scienza è progredita consentendo un’innovazione ancora maggiore. Per le aziende, questo significa avere la possibilità di connettersi con i propri clienti in una modalità nuova, digitale. È importante che l’architettura aziendale su cui si basano queste nuove capacità sia progettata in modo mirato, e con la chiara comprensione di ciò che oggi è possibile realizzare. Se siamo stati capaci di non limitare lo studio astronomico a uno strumento da tenere semplicemente tra le mani, perché dovremmo limitare le nostre aziende a un quadro architetturale sviluppato prima di Internet, del mobile computing e della cybersecurity?