La sostenibilità sta diventando un aspetto sempre più importante per tutti i settori, tanto che una recente indagine di Gartner l’ha collocata per la prima volta tra le 10 priorità a livello aziendale. Secondo proiezioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel for Climate Change), le emissioni di gas serra devono essere ridotte di “quasi il 50% entro il 2030 e il mondo deve raggiungere il net zero entro il 2050” al fine di prevenire cambiamenti climatici irreversibili e conseguenze potenzialmente catastrofiche.
Tutte le aziende devono assumersi la responsabilità del loro impatto sul pianeta, a partire dall’elaborazione di un programma di sostenibilità che le aiuti a monitorare i loro sforzi e a pianificare il futuro. Per avere successo tali iniziative devono essere guidate dai dati il cui utilizzo permette di valutare gli obiettivi di sostenibilità e definire i traguardi attraverso un percorso chiaro, evitando così passi falsi che possono portare all’accusa di greenwashing.
Le aziende dotate di programmi di sostenibilità maturi hanno il lusso di avere anni di dati storici con cui misurare i progressi e pianificare gli sforzi futuri. Per le imprese più giovani o per quelle che si sono impegnate nella sostenibilità più di recente, il quadro è un po’ più complesso, ma gli ecosistemi di condivisione dei dati nel cloud possono aiutarle a dare un senso alle informazioni sulle emissioni e a pianificare efficacemente il futuro.
Affrontare i dettagli
In fase di creazione di un programma di sostenibilità, le aziende non dovrebbero trascurare i dettagli. Il primo passo da compiere è quello di valutare la propria posizione attuale e identificare i punti deboli. Le valutazioni tendono a prendere in considerazione sia le emissioni dirette, come la combustione di combustibili fossili per il riscaldamento, sia le emissioni indirette, derivanti da elettrodomestici, illuminazione e aria condizionata. Secondo stime dell’UE, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale dell’energia, producono circa il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra e immettono quasi la metà delle emissioni totali di particolato fine (PM2.5), rivelandosi dunque un settore fortemente energivoro, e al contempo molto inquinante. In Italia, secondo dati The European House – Ambrosetti, il settore edilizio è responsabile del 45% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di CO2.
Affrontare e riportare questi dati è spesso considerato un compito complesso, ed è qui che le moderne cloud data platform possono svolgere un ruolo fondamentale. L’utilizzo di un ecosistema di condivisione dati basato sul cloud può aiutare a riunire i dati chiave in tempo quasi reale, aggregando quelli interni, di terze parti e di mercato e offrendo un’unica fonte di verità per l’intera azienda. Consentendo alle organizzazioni di incorporare le metriche di sostenibilità nei loro flussi di lavoro e accelerando la loro strategia dati green, le aziende possono esaminare i dati sulla sostenibilità ogni volta che ne hanno bisogno o ricevere report a intervalli regolari.
Grazie ai marketplace di dati, le imprese possono sfruttare e collaborare utilizzando data set ambientali e producendo risultati quantificabili che possono essere condivisi all’interno della propria organizzazione, con i clienti o con terze parti. Questi ambienti offrono inoltre ai data scientist l’opportunità di scoprire informazioni prima nascoste, per valutare l’impatto delle varie tecnologie sulle iniziative di sostenibilità, le tendenze o gli schemi dei dati ambientali e aziendali che meritano di essere esplorati.
Comprendere le emissioni di gas serra
Componente chiave di qualsiasi sforzo di sostenibilità è rappresentata dai dati sulle emissioni di gas serra, la gestione dei quali richiede una chiara comprensione dello stato attuale di un’organizzazione.
Le aziende che intendono sviluppare nuovi programmi di sostenibilità incentrati sulle emissioni di gas serra in genere dedicano alcuni mesi alla valutazione della materialità che consente ai diversi dipartimenti interni e talvolta a partner esterni di identificare le questioni chiave e le aree con il più alto potenziale di miglioramento delle prestazioni. L’elemento centrale di questa valutazione è lo sviluppo di un inventario delle emissioni di gas serra che mira a raccogliere dati sul consumo totale di energia, dall’elettricità al carburante per i veicoli.
Ad esempio, le aziende tecnologiche possono scoprire che i datacenter rappresentano una parte importante della loro carbon footprint. Lo storage tradizionale on-premise è progettato per gestire i picchi di capacità, il che significa che per la maggior parte del tempo non viene utilizzato appieno ma consuma comunque energia. Per ridurre le emissioni, le aziende possono esplorare diversi approcci, come passare all’energia rinnovabile, aggiornare l’infrastruttura e i sistemi di raffreddamento o passare a una soluzione cloud.
Puntare su un miglioramento di lungo termine
Oltre alle emissioni di gas serra, le aziende possono analizzare aree come la conservazione dell’acqua e la gestione dei rifiuti. Per identificare i potenziali miglioramenti della sostenibilità nel lungo e nel breve periodo, le aziende possono utilizzare i framework di reporting come la Global Reporting Initiative (GRI) e trovare standard specifici per il loro settore.
Qualunque sia l’area individuata, è fondamentale raccogliere, misurare e valutare continuamente i dati: come hanno influito i cambiamenti sulle prestazioni? Comprendere le emissioni di gas serra e fare delle valutazioni di base sono due primi passi importanti di un lungo percorso, e utilizzare in modo proattivo dati interni e di terze parti attraverso marketplace può aiutare le aziende a formulare una strategia di sostenibilità vincente.
A cura di Elizabeth Luna, Environmental Health Safety and Sustainability Specialist, Snowflake