Se ne parla da più di un decennio ma, per molte organizzazioni, il cloud computing ora sta diventando centrale nel modo in cui possono effettivamente fare “business”. Altri, tuttavia, si stanno unendo al “club del cloud” spesso, sembra, senza sapere davvero perché. Vogliono semplicemente la nuvola.
Il problema è che stanno scoprendo che non è così semplice come pensavano. Non è solo il prossimo posto dove “eseguire cose”, ma un intero nuovo mondo di opportunità.
Il passaggio non dovrebbe significare fare gli stessi errori già fatti in passato ma in qualche modo più economici, dovrebbe significare imparare dal passato, correggere gli errori e fare le cose in modo diverso.
Nell’Unione europea solo un terzo delle imprese è nel cloud
La morale della favola è che quasi tutti sono indietro sull’utilizzo del cloud e sulle opportunità che offre. Nell’UE, solo un terzo delle imprese è nel cloud. Data l’accelerazione dell’economia digitale del 2020, è inevitabile che questa percentuale cambierà, poiché le aziende cercano di creare nuovi modelli di business app-first.
Lo stanno facendo per conquistare quote di mercato e costruire relazioni più forti con i clienti; la nuvola giocherà un ruolo fondamentale in questo contesto, consentendo alle app giuste di funzionare negli ambienti giusti, per offrire le giuste esperienze.
È così che va il mondo: si prevede che le organizzazioni che hanno affrontato una trasformazione digitale contribuiranno a più della metà del PIL globale entro il 2023, con 53,3 trilioni di dollari.
Ma adottare soluzioni e servizi cloud senza sapere davvero perché ne avete bisogno per il vostro IT, e soprattutto cosa offrono al business, non è probabilmente la strategia giusta.
Il semplice desiderio di unirsi al club del cloud non è il punto di partenza. Senza la conoscenza di ciò che può fare per la vostra azienda, il cloud non sarà mai all’altezza delle aspettative, ma sarà semplicemente un luogo in cui ripetere gli errori in modo leggermente diverso.
Quindi, se state pensando di “passare al cloud”, ripensateci.
È l’app-first che dovrebbe guidare la vostra strategia
Oggi le aziende devono riconoscere i problemi che probabilmente incontreranno domani. Devono capire come sarà il panorama digitale e applicativo tra tre o cinque anni e prendere decisioni di conseguenza.
I dati saranno ovunque, con un volume creato, copiato e consumato ogni anno in tutto il mondo destinato a più che raddoppiare nei prossimi 3 anni. E, sempre più spesso, questi dati risiederanno ovunque tranne che nel tradizionale data center.
Questo avrà una grande influenza sul modo in cui le aziende interagiscono con i clienti, e a sua volta su come usano le app per facilitare queste interazioni. È il motivo per cui precipitarsi sulla nuvola ora potrebbe ostacolare l’efficacia delle app business-critical, che hanno bisogno di utilizzare dati distribuiti in futuro.
Una app che fa grandi cose ora, per esempio, avrà bisogno di adattarsi nel tempo, e l’ambiente in cui è ospitata dovrà fare lo stesso. Una app che è stata distribuita da qualche parte solo perché è “nel cloud” potrebbe avere difficoltà a soddisfare questi requisiti. Quindi “app-first” piuttosto che “cloud-first” è il faro che deve guidare la vostra strategia.
C’è poi un’altra sfida: anche mentre si affrettano a passare al cloud, molte organizzazioni stanno ancora smantellando la loro infrastruttura legacy, che probabilmente hanno mantenuto più a lungo del dovuto perché la sostituzione richiedeva così tante risorse da non essere conveniente e non avevano un piano B.
Dai costi crescenti all’implementazione di ambienti senza prima considerare come le applicazioni li useranno, c’è un rischio reale di sperimentare gli stessi problemi che l’IT legacy ha creato, solo da qualche altra parte: nel cloud.
In definitiva, però, il problema più grande è che non c’è un solo proiettile d’argento, la soluzione chiara per un problema complesso. Quando parliamo di cloud, in realtà stiamo parlando di una grande varietà di soluzioni, dalle aziende che eseguono le app on-prem nel loro data center, attraverso le app SaaS (software-as-a-service) come Salesforce e Workday, ai componenti delle app come servizio, come le comunicazioni, ai cloud pubblici di aziende del calibro di Google e Amazon, fino ai cloud “edge” altamente distribuiti.
Ci sono anche cloud specifici del settore, come il settore finanziario che sviluppa un cloud FinTech, con tutti i controlli di conformità e sicurezza richiesti per un settore altamente regolamentato. I CIO si aspettano che il numero di cloud – privati, pubblici e ambienti edge – che utilizzano per creare, gestire ed eseguire le loro applicazioni aumenterà del 53% nei prossimi tre anni.
Questa proliferazione porta con sé una enorme complessità: uno studio di VMware ha evidenziato che il 63% delle organizzazioni dichiara le incoerenze tra i cloud come una delle principali sfide del multi-cloud.
Business-centrico, per qualsiasi app, su qualsiasi cloud
Ecco perché è così importante capire cosa farà questa modalità per l’azienda nel suo complesso, e in particolare come l’azienda può utilizzare i servizi cloud per sviluppare, modernizzare e distribuire le app nel modo più veloce e sicuro possibile. Provate a immaginare cosa potrebbe ottenere un’azienda a cui non importasse sapere in quale cloud si trovino le proprie app, perché potrebbe utilizzare gli stessi strumenti per gestire tutto.
Quello che si dovrebbe fare ora è la “pianificazione del portafoglio di applicazioni”. Questo significa guardare a ogni applicazione ed elaborare la roadmap per essa: rimane? La riscrivete in locale o sulla nuvola? La si fa migrare per farla girare su un cloud? La si butta via e si passa al SaaS?
Non pianificate in base a dove si trova qualcosa o su cosa viene eseguito, quello è l’approccio bottom up. Pianificate in base a ciò che fa ora e a ciò che volete che faccia in futuro.
Perché? Perché le app sono l’oro nell’economia digitale. Basti pensare che il numero di applicazioni è aumentato di sei volte negli ultimi anni, ed entro il 2024 saranno sviluppati più di tre quarti del miliardo di applicazioni disponibili.
La nuvola è quindi la piattaforma per gli sviluppatori, la coperta di Linus e l’abilitatore. La base sia per modernizzare le app esistenti che per sviluppare le applicazioni di prossima generazione. Questo è ciò che il cloud dovrebbe essere: fornire l’ambiente e le opzioni di cui i CIO hanno bisogno per guidare la modernizzazione su larga scala della loro azienda, offrire le capacità operative richieste dalle aziende digitali e costruire e ospitare applicazioni che siano a prova di futuro.
Ciò significa fornire applicazioni moderne alla velocità richiesta dal business; farle funzionare in qualsiasi contesto, con la flessibilità di eseguire le applicazioni nel data center, nell’edge o in qualsiasi cloud; e guidare una rapida trasformazione fornendo al contempo resilienza e sicurezza, in quello che è un mondo imprevedibile.
Tutto questo è reso possibile da un’unica piattaforma ottimizzata per tutte le applicazioni: virtualizzate e containerizzate, intelligenza artificiale e machine learning, tradizionali e moderne. Una piattaforma che può essere utilizzata in tutti i cloud, da quello privato all’hyperscaler, con infrastrutture e operation coerenti, riducendo così la complessità, il rischio e il TCO.
Ma le aziende hanno bisogno di un percorso veloce e semplice verso la nuvola, e la flessibilità di scegliere qualsiasi cloud. Le organizzazioni possono abbinare le esigenze di ogni app al cloud ottimale, con la libertà di utilizzare i servizi cloud più potenti e la modernizzazione delle app. Ed essere in grado di fornire la migrazione al cloud senza il costo, la complessità o il rischio di refactoring.
Gli ambienti giusti per le app giuste
Ma cosa significa questo in pratica? Ecco alcuni scenari:
- Sei un fornitore di servizi sanitari pubblici, con una varietà di sistemi, servizi e applicazioni che servono pazienti e dipendenti. Alcuni servizi, come le app di prenotazione degli appuntamenti, i front-end delle piattaforme di lavoro digitali e le reti di intrattenimento per i pazienti ricoverati potrebbero stare tranquillamente in un cloud pubblico; ma i dati dei pazienti e l’interfaccia che controlla e protegge i generatori collegati potrebbero aver bisogno di essere in sede, alcuni su dispositivi edge, con livelli di sicurezza molto più elevati.
- Siete una banca multinazionale. Il vostro punto di forza è che siete customer-first, con un’app intuitiva che agisce come una finestra sui servizi finanziari dei consumatori. Di nuovo, per gestire la scalabilità e l’agilità, il front-end di quell’app si troverà felicemente in un cloud pubblico, ma i dati che raccoglie potrebbero aver bisogno di essere archiviati in modo sicuro in un cloud privato o on-premises. Potrebbe essere necessario quest’ultimo per conformarsi alla legislazione di regolamentazione e conformità finanziaria, insieme alla legislazione sulla sovranità dei dati.
- Siete un rivenditore che raccoglie molti dati sui clienti. Ne ricavate insight nel cloud con il ML su larga scala, e lo usate per addestrare modelli di intelligenza artificiale che funzionano in negozio per interagire con i telefoni cellulari degli acquirenti quasi in tempo reale, fornendo aiuto, consigli e guide (come il confronto dei prezzi) ai clienti.
- Siete un fornitore di logistica con un nuovo servizio di e-commerce che permette ai clienti di prenotare online. Durante la tradizionale stagione di punta gestite l’aumento della domanda spostando i servizi front-end su un cloud pubblico, assicurandovi di avere la velocità, la scalabilità e le risorse per impedire che l’app vada in crash. Una volta che la domanda diminuisce, si porta l’applicazione in un cloud privato dove si possono forse controllare meglio i costi operativi, pur mantenendo il servizio disponibile per i clienti.
Questi sono tutti esempi di come le aziende stanno utilizzando i vari ambienti a loro disposizione per operare in modo più efficace. Ci sarà sempre differenza tra i diversi business, e l’obiettivo è avere una base cloud che fornisca la libertà di godere di una vera strategia multi-cloud, eseguendo le applicazioni su più di un cloud. Ed è il cloud ibrido, che fornisce infrastrutture, gestione e operation coerenti tra il cloud privato e quello pubblico e dove le app possono essere facilmente spostate senza modifiche, che risponderà a queste esigenze.
Un futuro cloud ibrido
Questo futuro di cloud ibrido è inevitabile. Tuttavia, quelle aziende che sono accecate dal richiamo del cloud potrebbero finire per ricreare molti dei problemi da cui stavano cercando di fuggire. I vostri obiettivi di business dovrebbero sempre essere il vostro punto di partenza per qualsiasi progetto.
Poi si dovrebbe valutare come una strategia digitale li realizzerà, sostenuta dai giusti ambienti, compreso il cloud. È essenziale un mix di cloud che siano trasparenti, sicuri e potenzialmente intercambiabili, per soddisfare le esigenze delle app e, soprattutto, degli utenti, sia ora che in futuro.
Il cloud dovrebbe servire a liberare ed elevare le vostre applicazioni e la loro architettura, non solo a costruirle di nuovo in un silo diverso situato da qualche altra parte.
Le aziende che adottano questo approccio al cloud saranno quelle che costruiranno gli ambienti di cui le loro applicazioni hanno bisogno, offriranno le esperienze che gli utenti richiedono e, infine, trarranno vantaggio dall’economia data-driven.
State pensando al cloud? Pensateci bene.