Con un ritardo dei progetti di trasformazione digitale che costa 9,5 milioni di dollari l’anno e un terzo delle organizzazioni prevede di investire nell’automazione robotica dei processi (RPA) per favorire una crescita efficiente, integrare app e dati si conferma la sfida più grande per i Chief Information Officer di oggi.
Nel suo annuale Connectivity Benchmark Report, MuleSoft azienda acquisita da Salesforce ormai quasi 5 anni fa, ha intervistato, nel mondo, oltre 1.000 Chief Innovation Officer e responsabili IT per capire meglio queste sfide e cosa possono fare le aziende per avere successo in un contesto di incertezza economica.
Integrare app e dati: obiettivo prioritario
Ne è uscito un quadro in cui il 70% delle applicazioni aziendali non è connesso e integrato, un problema sempre più rilevante in quanto solo nell’ultimo anno il numero di applicazioni è cresciuto del 10%. In media, ogni organizzazione dispone di più di 1.000 applicazioni, la mancata integrazione rappresenta un vero limite al successo dei progetti di trasformazione digitale. Ecco perché le aziende sono orientate ad adottare una tecnologia che organizzi e integri i loro dati e colleghi reparti e team.
La mancata integrazione frena la trasformazione digitale
Nonostante i progressi nel campo della trasformazione digitale, l’80% degli intervistati afferma che la mancata integrazione rallenta le iniziative di trasformazione, causando problemi infrastrutturali e maggiori rischi, mentre i budget IT sono sottoposti a nuovi controlli.
- Il volume medio delle applicazioni è in aumento: le aziende usano in media 1.061 applicazioni diverse, in aumento rispetto alle 976 identificate nel report del 2022.
- La mancanza di integrazione è una sfida crescente: attualmente solo il 29% di queste applicazioni è integrato, creando in tal modo silos di dati che portano a un aumento dei costi, colli di bottiglia nella produttività ed esperienze non connesse.
- Aumentano i costi di integrazione custom: negli ultimi 12 mesi le aziende hanno speso in media 4,7 milioni di dollari per l’implementazione di integrazioni custom, un aumento rispetto ai 3,7 registrati l’anno scorso.
- Applicazioni e dati isolati causano problemi: il 36% degli intervistati afferma che l’integrazione di app e dati isolati è la sfida più grande per la trasformazione digitale.
La connettività basata su API aiuta le aziende a integrare app e dati
Dal momento che le aziende sono sempre più digitali e alla ricerca dell’efficienza, la stragrande maggioranza (99%) utilizza le API per integrare applicazioni e dati al fine di creare esperienze cliente d’eccellenza e generare nuovi ricavi.
- Potenziare gli utenti aziendali funzionali e non tecnici accelera la trasformazione: il 68% delle aziende più all’avanguardia nella trasformazione digitale ha una strategia consolidata per consentire agli utenti funzionali e di estrazione non tecnica di integrare facilmente applicazioni e fonti di dati utilizzando le API, dimostrando che gli strumenti low-code possono migliorare l’agilità aziendale.
- Le API generano ricavi grazie all’aumento delle strategie di integrazione top-down delle API: in media le aziende generano il 38% dei ricavi dalle API, un anno fa il dato era al 35%. Inoltre, il 75% delle aziende adesso ha una strategia top-down di integrazione delle API.
L’IT si rivolge all’automazione per supportare i flussi di lavoro non tecnologici
I team IT che gestiscono le operazioni tecnologiche di un’azienda si stanno rivolgendo sempre di più all’automazione per ottenere efficienza e soluzioni di produttività a livello aziendale. L’RPA (Robotic Process Automation), che consente ai team di automatizzare i processi e le attività aziendali con i bot, è una tecnologia di automazione adottata sempre più spesso nelle aziende. Il 33% investe in questa tecnologia.
- Le aziende segnalano una grande necessità di automazione e integrazione: il 92% delle aziende ha dichiarato che in almeno un dipartimento all’interno della propria azienda sono richieste sia integrazione che automazione.
- L’IT continua a “possedere” l’automazione nel contesto della digital disruption: gli sviluppatori (72%), le operazioni IT (65%) e gli amministratori (49%) hanno maggiori probabilità di essere responsabili dell’automazione dei processi aziendali.
- I ruoli non tech richiedono l’automazione: i dipartimenti di data science (64%), prodotto (62%), business analysis (61%), assistenza clienti (58%), finanza (57%), marketing (56%), engineering (56%) e risorse umane (52%) segnalano la necessità di automazione nei loro reparti.
- Le integrazioni riutilizzabili offrono opportunità di risparmio: in media, il 47% degli asset e dei componenti software interni delle aziende possono essere riutilizzate da parte degli sviluppatori per una maggiore efficienza di integrazione.
Il progetto che non integra app e dati costa di più
Nonostante l’aumento del volume dei progetti IT (una crescita del 41% rispetto all’anno precedente), la maggior parte delle aziende (69%) è in anticipo sui progressi della trasformazione digitale grazie, in parte, al miglioramento delle infrastrutture. Tuttavia, il costo del mancato completamento dei progetti è aumentato, mettendo a rischio i profitti delle aziende.
- I team IT riducono i tempi di realizzazione: il 48% dei team dichiara di aver completato tutti i progetti IT richiesti lo scorso anno, rispetto al 44% del 2022. Inoltre, i ritardi nella consegna dei progetti sono diminuiti dal 52% al 30% rispetto all’anno precedente. Questo è il risultato del continuo aumento degli investimenti delle aziende nei team IT, con una media di 11,7 milioni di dollari.
- Gli investimenti in infrastrutture facilitano il cambiamento dei sistemi: solo il 54% delle aziende afferma che è difficile apportare modifiche a un particolare sistema o applicazione a causa dell’infrastruttura IT. Un anno fa era del 74%.
- Il costo del ritardo dei progetti di trasformazione digitale è in aumento: il costo medio del mancato completamento delle iniziative di trasformazione digitale è ora di 9,5 milioni di dollari l’anno, con un aumento significativo rispetto alla stima dello scorso anno di 6,8 milioni di dollari.
Come concluso da Davide Andreoni, Senior Regional VP e Head of Italy di MuleSoft: «Le aziende continuano a investire in progetti di trasformazione digitale nonostante l’incertezza delle condizioni economiche. In alcuni casi si sta addirittura accelerando. Tuttavia, gli sforzi di integrazione sono in ritardo e le aziende non riescono a sfruttare appieno il valore dei loro portafogli di dati e applicazioni. Gli strumenti di integrazione e l’automazione contribuiranno a colmare questo divario, facendo aumentare i tassi di produttività, efficienza e innovazione che permetteranno alle aziende di avere successo».