I dipartimenti IT sono cambiati. Negli anni hanno assunto un ruolo sempre più centrale all’interno dell’azienda e la richiesta di profili professionali cresce. In questo articolo scopriamo come sono cambiate le Direzioni IT e quali sono le sfide principali che stanno affrontando.
Il Gruppo Cegos, operante nel Learning & Development, presenta i risultati del Barometer “Sfide e competenze per i dipartimenti e i team IT“, studio internazionale condotto in Francia, Germania e Italia. Per questa prima edizione sono stati coinvolti 600 Direttori o Responsabili dei Sistemi Informativi (200 per Paese). Tutti lavorano in organizzazioni con più di 50 dipendenti nel settore pubblico e privato.
Emanuela Pignataro, Head of Business Transformation & Head of Execution di Cegos Italia, commenta: “Le Direzioni IT sono cambiate profondamente negli ultimi vent’anni. Se prima erano responsabili principalmente degli strumenti di gestione del back-office, oggi sono al centro dell’azienda, poiché la tecnologia digitale permea l’intera organizzazione e la sua catena del valore. Le competenze tecniche dei CIO sono ovviamente ancora richieste. Ma ora devono anche posizionarsi come partner aziendali, sostenendo trasformazioni rapide che sono cruciali per le prestazioni dell’organizzazione. Tutto ciò richiede che sviluppino ulteriormente le loro competenze trasversali, con l’obiettivo di lavorare a stretto contatto con gli altri dipartimenti. I Direttori IT devono essere in grado di combinare un ruolo strategico con una posizione operativa, nell’ottica di fornire un supporto rapido e interfunzionale”.
Un’istantanea del CIO, della funzione IT e delle sfide che deve affrontare – Fatti e cifre chiave sulle Direzioni IT
Tra i 600 dirigenti intervistati:
- La maggioranza (78%) è costituita da uomini, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 35 e i 49 anni (50% del campione).
- Il 54% di loro ricopre il ruolo di Direttore Sistemi Informativi o CIO, soprattutto nel settore dei servizi.
- Il 34% lavora in organizzazioni con meno di 500 dipendenti, il 43% in aziende con un numero di dipendenti compreso tra 500 e 1999 e il 23% in organizzazioni con più di 2.000 dipendenti.
- Il 31% gestisce un team di meno di 10 dipendenti, il 42% un team di 10-20 e il 27% un team di oltre 20.
I Direttori IT intervistati hanno un profilo esperto: il 54% di loro – 61% in Francia e 54% in Germania – ha più di 10 anni di anzianità in una posizione di gestione IS/IT. In Italia la situazione è differente: il 53% degli intervistati ha meno di 10 anni di seniority.
La metà (49%) degli intervistati riferisce direttamente alla Direzione Generale della propria organizzazione (39% in Francia, 43% in Germania e 64% in Italia). Questo rapporto è più marcato nell’industria (55%) che nei servizi (44%). La maggior parte degli altri rispondenti riporta al Dipartimento Sistemi Informativi del Gruppo (28%) o a un Dipartimento Digitale (14%). Spesso è il grado di maturità o l’ambizione dell’organizzazione in termini di digitalizzazione, a determinare questo rapporto: più l’organizzazione è matura in questo settore, più frequente è il riporto alla Direzione Generale.
Le qualità chiave di un buon CIO: combinare competenze tecniche, visione strategica, capacità di innovazione e leadership
Alla domanda sulle principali qualità di un buon Direttore IT, gli intervistati si sono espressi a favore delle competenze tecniche (48%), della visione strategica (47%) e della capacità di innovare (39%). Dato che i CIO si trovano oggi ad affrontare molteplici e rapidi cambiamenti tecnologici – che hanno un impatto sull’intera organizzazione -, questa triade tecnica/strategica/ innovativa sembra logica. Subito dopo questo mix, i Direttori IT sottolineano l’importanza della leadership (38%), una componente fondamentale nella gestione di progetti spesso complessi e trasversali.
La classifica risulta differente a seconda del Paese. Gli intervistati francesi inseriscono al primo posto la visione strategica (48%), seguita dalle competenze tecniche (39%) e dalla leadership (35%). In Germania le prime posizioni sono occupate da expertise al 49%, capacità di innovazione al 41%, visione strategica al 39% e leadership al 38%. In Italia è l’expertise tecnica a spiccare con il 56%, seguita da visione strategica al 52%, capacità di innovazione al 45% e leadership al 42%.
In tutti e tre i Paesi, le competenze interfunzionali e comportamentali (soft skill come capacità relazionali, di ascolto, persuasione, buon senso, lucidità), si attestano a un livello relativamente basso. Questa importanza relativa è indubbiamente dovuta alla predominanza delle evoluzioni tecnologiche, che i reparti IT devono costantemente integrare e supportare.
Per quanto riguarda le qualità richieste per svolgere il proprio ruolo, si notano poche differenze di percezione a seconda delle dimensioni del team gestito dai CIO. Si evidenzia, tuttavia, che le competenze relazionali sono più rilevanti per gli IT Manager che gestiscono team di piccole dimensioni e che le capacità di leadership sono maggiormente apprezzate dai Direttori IT delle PMI e dei grandi gruppi.
Le critiche mosse più di frequente alle Direzioni IT: troppi vincoli operativi, eccessiva concentrazione sulla tecnologia e mancanza di trasferimento di conoscenze.
Quando abbiamo chiesto alle Direzioni IT di indicare le tre principali critiche che ricevono generalmente dai dipendenti della loro organizzazione, la prima è stata quella di imporre troppi vincoli operativi (38%), seguita dall’essere troppo concentrati sull’aspetto tecnico (37%) e dalla mancanza di tecniche pedagogiche, ovvero, l’incapacità di trasferire una materia complessa a chi non è esperto del loro ambito (32%).
Di fronte alle diverse e pressanti richieste dell’organizzazione e dei dipartimenti aziendali, le Direzioni IT devono spesso fare i conti con un “sì, ma” (legato a budget, risorse, vincoli tecnologici, ecc.). Le loro difficoltà sono spesso percepite come un ostacolo, quindi devono rendere chiaro e comprensibile il loro lavoro e i loro vincoli: è questa la posta in gioco quando si tratta di trasferire informazioni in un contesto sempre più complesso per loro stessi e per i loro team.
Tuttavia, quando si parla di queste critiche alle Direzioni IT, va notato che le risposte differiscono a seconda del Paese: in Francia, l’aspetto tecnico è citato al primo posto (48%); in Germania, la mancanza di trasparenza è al pari dell’aspetto tecnico (38%); in Italia, i vincoli operativi sono la critica principale (42%).
Emerge che ci sono scarse differenze di percezione in relazione alle dimensioni del team gestito, ad eccezione del focus tecnico (più rilevante per i CIO che gestiscono team di grandi dimensioni) e della mancanza di reattività e tecniche pedagogiche (critiche più pronunciate nelle piccole organizzazioni).
Direzioni IT: gli aspetti che hanno attratto i CIO verso il loro ruolo sono ancora presenti ma non sono quelli che danno loro maggiore soddisfazione
Qual è la percezione dei Direttori IT su ciò che li ha attratti del loro ruolo, su ciò che hanno trovato in esso e su ciò che, in ultima analisi, dà loro maggiore soddisfazione nel quotidiano?
Nel complesso, gli intervistati affermano di aver trovato nel loro ruolo anche più di quanto si aspettassero: essere al centro delle decisioni strategiche dell’azienda (43%), accompagnare i progetti di cambiamento (47%) e assistere i team nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa (42%). Ancor più del previsto, stanno effettivamente svolgendo un ruolo di esperti tecnologici (46%), facendo evolvere la loro organizzazione (46%) e agendo come consulenti per i manager (54%).
Nonostante ciò, in una funzione così vasta, i CIO sembrano riportare un sentimento di insoddisfazione, poiché ciò che predomina nella loro funzione non è sempre ciò che li gratifica maggiormente nel quotidiano. I punteggi per ciascuna delle voci interrogate, infatti, sono bassi ed è in Francia che le differenze di percezione tra aspettative e soddisfazione effettiva sono più elevate.
Vale la pena notare, tuttavia, che i Direttori IT apprezzano maggiormente di sé stessi il ruolo di supporto ai team nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa, nonché il ruolo di esperti tecnologici – elementi che sono indubbiamente legati ad una forte sensazione di utilità e competenza.
Ancora una volta, questi risultati testimoniano la realtà di una funzione che è sempre più esposta e guidata dai cambiamenti tecnologici e che ora deve ricoprire molti ruoli: business partner, partner operativo, alleato tecnologico, portatore di trasformazione, ecc.
Le tre principali difficoltà incontrate dalle Direzioni IT: questioni tecniche che hanno la precedenza sulla strategia, cambiamenti continui e difficoltà nell’assumere e trattenere risorse IT
Per quanto riguarda le difficoltà che incontrano quotidianamente nel loro ruolo, il 67% degli intervistati indica un ruolo più tecnico che strategico. Inoltre, il 58% afferma di dover affrontare continui cambiamenti e riorganizzazioni e il 56% ha difficoltà di recruitment e retention per disporre delle adeguate risorse informatiche (difficoltà riscontrata indipendentemente dalle dimensioni del team gestito).
Va anche aggiunto che il 42% di loro non ha spazio di manovra e che la stessa percentuale ha difficoltà a cogliere e integrare i numerosi sviluppi tecnologici.
La mancanza di margini di manovra è ovviamente più pronunciata tra i Direttori IT che gestiscono un piccolo team, così come la mancanza di supporto da parte della Direzione Generale.
Inoltre, il supporto da parte del senior management è tutt’altro che sistematico, con il 39% dei CIO intervistati che dichiara di esserne sprovvisto.
Infine, va notato che il 33% degli IT Manager intervistati ha dichiarato di non disporre di informazioni sulla strategia della propria organizzazione. Si tratta di una percentuale relativamente alta, che solleva interrogativi sulla posizione e sulla capacità d’azione di una funzione che oggi è al centro di sfide tecnologiche che hanno un forte impatto sulle performance.
Mentre gli intervistati francesi sono in linea con i risultati complessivi, quelli tedeschi e italiani non evidenziano le stesse difficoltà: in Germania, i Direttori IT sembrano più vincolati dalla mancanza di supporto strategico e di riconoscimento del loro contributo, mentre quelli italiani sembrano più inclini all’agilità. Più in generale sembrano incontrare minori difficoltà rispetto al resto del campione. In particolare, rilevano le percentuali più basse riguardo la mancanza di margini di manovra, affermano di ricevere il sostegno della Direzione Generale e dichiarano miglior visione sulla strategia aziendale e minor frequenza nel dover fronteggiare continui cambiamenti organizzativi.
Di fronte all’accelerazione delle sfide e degli sviluppi tecnologici, i budget delle Direzioni IT sono invariati o in aumento
Per far fronte alle numerose sfide che la loro funzione deve affrontare, negli ultimi tre anni le Direzioni IT hanno fatto affidamento su budget che sono rimasti stabili per il 47% di loro e sono aumentati per la stessa percentuale di intervistati.
I risultati sono simili a prescindere dalle dimensioni del team gestito. A seconda del Paese, le situazioni sono contrastanti: in Francia, il 56% dichiara un budget in aumento e il 38% un budget stabile. La situazione è molto simile in Italia, dove il 52% ha dichiarato un budget in crescita e il 42% che si è mantenuto stabile. La proporzione si inverte in Germania: in aumento per il 35% degli intervistati e stabile per il 59%.
Le stesse tendenze si applicano al budget 2024: il 47% delle Direzioni IT afferma che il proprio budget è in aumento, mentre il 45% afferma che è stabile. Gli aumenti di budget sono più comuni tra le Direzioni IT delle grandi aziende, che gestiscono team più numerosi. Anche in questo caso, i dati sono diversificati a seconda dei Paesi. Da un lato troviamo la Francia con il 52% in aumento e il 38% stabile e l’Italia dove il 54% ha dichiarato un budget in aumento e il 38% invariato; dall’altro la Germania con percentuali inverse (35%, 59%), che ha vissuto un clima economico più difficile negli ultimi mesi.
Complessivamente, tenendo conto di tutte le sfide menzionate in precedenza e di eventuali vincoli che possono trovarsi ad affrontare, i CIO valutano le prestazioni della funzione IS/IT della loro organizzazione con un punteggio di 7,8/10. Questa valutazione piuttosto positiva è comune a tutti e tre i Paesi: 7,8 in Francia e Italia e 7,9 in Germania.
“I risultati di questo Barometer sollevano un punto essenziale: le Direzioni IT devono spesso rielaborare ciò che hanno appena costruito e implementato, a fronte di un numero sempre maggiore di rapidi cambiamenti tecnologici e delle reali difficoltà nell’attrarre e trattenere i talenti IT necessari. Infine, i budget stabili o in crescita a loro disposizione devono essere rapportati alle grandi sfide da affrontare, che richiedono investimenti sempre maggiori”, commenta Emanuela Pignataro, Head of Business Transformation & Head of Execution di Cegos Italia. “Sebbene si tratti di un compito tutt’altro che semplice, le Direzioni IT valutano positivamente le proprie performance, con un punteggio di 7,8 su 10. Questo punteggio riflette senza dubbio il fatto che ritengono di riuscire a garantire gli aspetti essenziali in un ambiente complesso e vincolato. Se guardiamo alle aree in cui sono più soddisfatti, vedono in primis la propria capacità di supportare i team dell’organizzazione nel loro lavoro e nella loro efficienza operativa, apprezzando poi il ruolo di esperto tecnologico, sempre più cruciale per le aziende. Infine, il loro contributo nel supportare il cambiamento e nel collaborare con i manager significa che sono direttamente in contatto con le linee di business e le sfide aziendali della loro organizzazione”.
La questione del talento al centro della funzione IS/IT – Cybersecurity, attrazione, sviluppo e retention dei talenti sono le sfide delle Direzioni IT
Non sorprende che i CIO mettano la cybersecurity (8,5/10 a livello globale e in Francia, 8,2 in Germania e 8,7 in Italia) al primo posto tra le sfide IT che loro organizzazione deve affrontare. Seguono da vicino quelle legate ad attraction, sviluppo e retention dei talenti IT.
Ci sono poi le sfide più tecniche, legate al cloud e alla gestione dei dati, alla digitalizzazione delle attività aziendali e allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.
Cosa pensano della capacità della loro organizzazione di affrontare queste sfide?
- Il loro indice di fiducia (48% a livello globale, 50% in Francia, 41% in Germania e 53% in Italia) è più alto quando si parla di sicurezza informatica. Sempre più spesso le Direzioni IT hanno già sperimentato almeno un attacco informatico e si sentono meno impreparate. Inoltre, ricevono sempre più supporto sull’argomento (best practice, standard ISO27002, ecc.) ma la posta in gioco è particolarmente strategica, sia a livello organizzativo che nazionale e la “corsa” tecnica non finisce mai.
- Il loro indice di fiducia è molto più basso quando si tratta di attrarre e assumere talenti (10%), trattenerli (16%) e aggiornarne le competenze (24%). Le pressioni rimangono molto alte in alcune posizioni IT e molti professionisti IT sono ora più attratti da altri status lavorativi (ad esempio i freelance). Le richieste dei team, in particolare in termini di formazione, sono legittimamente molto elevate se si vuole “rimanere al passo” in termini di tecnologia.
- Va notato che le Direzioni IT in Germania si distinguono in termini di sviluppo delle competenze (indice di fiducia pari a 28%, rispetto a 22% in Francia e 24% in Italia) e di mantenimento dei talenti (25%, rispetto a 19% in Francia e 9% in Italia).
- L’indice di fiducia delle Direzioni IT è piuttosto elevato quando si fa riferimento alla gestione del cloud (38%), che è già ben integrato nelle organizzazioni grazie al contributo di nuove linee di business e, in misura minore, al sostegno alla digitalizzazione delle linee di business (33%) e alla gestione dei dati (31%).
Si evidenzia che la questione della tecnologia digitale responsabile, Green IT, è in fondo alla lista delle sfide, con un indice di fiducia molto basso (18%). La riduzione dell’impatto ambientale dell’IT è particolarmente complessa da gestire, soprattutto in considerazione del numero e della moltiplicazione di applicazioni, software, strumenti, ecc.
A fronte di una serie di sfide, il recruiting e la formazione dei team IT sono gli strumenti principali
Per far fronte alle sfide della propria organizzazione, il 68% dei CIO dà priorità all’assunzione di nuovi profili IT e il 66% intende formare i propri team per migliorarne le competenze nelle posizioni attuali (upskilling). Questo binomio non sorprende in un mercato sotto pressione: sempre più persone richiedono di essere formate e, se le organizzazioni non rispondono adeguatamente, rischiano di perdere questi talenti preziosi e molto ricercati.
Inoltre il 41% afferma di voler formare i propri team IT in modo che possano assumere nuovi incarichi (reskilling) oggi molto richiesti (Data Scientist, Cybersecurity Manager, ecc.). È un modo per superare le difficoltà di recruiting, ancora poco considerato dalle Direzioni IT che gestiscono piccoli team.
Uso relativo dell’outsourcing
Vale la pena considerare che il 51% degli intervistati (57% in Francia, 43% in Germania e 52% in Italia) dichiara di esternalizzare parte delle proprie risorse IT (48% nel settore manifatturiero contro 53% nei servizi). Di questi, l’88% esternalizza meno della metà delle risorse IT.
Infine, solo il 32% delle Direzioni IT prevede di ricorrere a risorse esterne, (39% in Francia, 29% in Germania e 27% in Italia). Può sembrare una cifra bassa, viste le sfide e le esigenze della funzione, ma è una percentuale da monitorare in quanto cela una possibile criticità. A parte il costo dell’outsourcing, possiamo supporre che più un’organizzazione esternalizza le proprie risorse IT, maggiore è il rischio di perdere il controllo sulle proprie competenze.
Concentrarsi sullo sviluppo delle competenze dei team IT: formazione su cosa e come? – La formazione è vista come leva principale per lo sviluppo delle competenze dei Direttori IT stessi
I CIO di oggi sviluppano le proprie competenze in prima persona, soprattutto attraverso la formazione (58% a livello globale, 52% in Francia, 55% in Germania e il 66% in Italia) e la partecipazione (57%) a eventi professionali (conferenze, fiere, ecc.). Questi eventi consentono loro di tenersi aggiornati sulle tendenze e sulle best practice e di rimanere in contatto con loro pari.
Inoltre, il 49% di loro (60% in Francia, 55% in Germania e 33% in Italia) fa parte di un network di professionisti, un dato che è più pronunciato tra gli IT Manager che gestiscono un team numeroso.
Questi risultati sono del tutto logici, viste le numerose sfide che devono affrontare. Si evidenzia che gli intervistati tedeschi sono i più propensi al self learning (51%, rispetto al 39% della Francia e al 44% dell’Italia).
Sviluppare le competenze tecniche dei team IT: AI, cybersecurity e analisi dei dati in cima all’elenco delle priorità di formazione per i prossimi due anni
Tre aree di competenze tecniche sono chiaramente in cima alle priorità di formazione delle Direzioni IT per i loro team: il 90% cita l’Intelligenza Artificiale, l’88% la cybersecurity e l’85% l’analisi dei dati. Queste priorità sono emerse in tutti e tre i Paesi oggetto dell’indagine.
Il 78% degli intervistati parla di responsabilità digitale, con pesi diversi a seconda del Paese: 79% in Francia, 72% in Germania e 84% in Italia. Si tratta di un’area di competenza in cui i dipartimenti IT, come tutti i dipartimenti trasversali e aziendali, devono fare un passo avanti, soprattutto se si considerano i requisiti sociali e normativi sempre più stringenti.
Sviluppo delle competenze legate all’implementazione: priorità alla gestione dei progetti da parte delle Direzioni IT
Il 66% dei CIO vuole formare i propri team sulla gestione dei progetti: un imperativo alla luce delle molteplici difficoltà che devono affrontare in un contesto fortemente accelerato dai cambiamenti tecnologici, oltre che una risposta alla necessità di interagire su specifici progetti in modo trasversale e con le linee di business. Seguono la gestione dei team con il 62% (66% in Francia, 57% in Germania e 55% in Italia) e la negoziazione con il 58%. (59% in Francia, 55% in Germania e 56% in Italia)
Sviluppare le soft skill (competenze trasversali e comportamentali) dei team IT: creatività e innovazione al top
Nei prossimi due anni, il 75% delle Direzioni IT cita creatività e senso dell’innovazione come priorità di formazione per i propri team (81% in Francia, 69% in Germania e 75% in Italia).
Il 70% li vuole formare su spirito di iniziativa e di imprenditorialità. Anche in questo caso non c’è da sorprendersi: queste priorità formative sono direttamente collegate al contesto orientato ai progetti delle organizzazioni.
Infine, il 68% delle Direzioni IT nomina l'”imparare a imparare” come un tema fondamentale per lo sviluppo delle competenze. Questa aspettativa è legata alla necessità di far evolvere alcuni profili da esperti tecnici a manager in grado di trasmettere e delegare le proprie conoscenze all’interno del gruppo.
Una gamma ben sviluppata di corsi di formazione apprezzati dalle Direzioni IT
Il 76% dei CIO afferma che la propria organizzazione offre corsi di formazione dedicati ai team IT. Questa percentuale è più alta in Francia (82%) e in Italia (77%) rispetto alla Germania (70%).
Si avvalgono sia di organizzazioni esterne (60%) sia di percorsi progettati in azienda (58%) – quest’ultimo scenario è molto più comune nelle grandi organizzazioni. L’autoformazione, effettuata attraverso risorse disponibili online, è offerta solo nel 41% dei casi.
I Responsabili IT sono molto soddisfatti di questa offerta formativa, tanto da attribuire un punteggio complessivo di 8/10 (7,9 in Francia, 8,2 in Germania e 8 in Italia).
I dipartimenti IT chiedono corsi di formazione più diversificati, personalizzati e interattivi
Gli IT Manager indicano tre priorità per migliorare ulteriormente la formazione offerta ai loro team. Per il futuro, il 50% (54% in Italia) vorrebbe che i corsi di formazione offrissero una scelta più ampia di formati e approcci. Il 46% desidererebbe una formazione più personalizzata e individuale. Il 41% apprezzerebbe corsi più interattivi e divertenti. Queste tre esigenze valgono per tutti i dipartimenti interfunzionali e le linee di business.
Assumono un ruolo meno rilevante:
- Formazione on the job: un punteggio sorprendente per una funzione che si presta particolarmente bene a questo tipo di formazione.
- Corsi che prevedono una certificazione: questo risultato si spiega con il fatto che i corsi di certificazione IT richiedono un notevole investimento di tempo, difficilmente conciliabile con un contesto interno che soffre di mancanza di risorse. Tanto più se si considera che questo tipo di formazione, che può essere un vero e proprio “booster” per la carriera è molto richiesta per i team IT.
Emanuele Castellani, Executive Board Member del Gruppo Cegos e CEO di Cegos Italia, commenta il Barometro 2024: “Le Direzioni IT di oggi devono affrontare una serie di sfide: l’accelerazione della tecnologia, la democratizzazione dell’Intelligenza Artificiale e la cybersecurity impongono di rafforzare il loro duplice ruolo di esperti tecnici e strategici. All’interno delle loro organizzazioni, i dipartimenti IT svolgono anche un ruolo sempre più importante nei confronti dei manager e dei team operativi, che devono essere continuamente supportati nell’adozione di nuove soluzioni e strumenti. La funzione IT, un tempo limitata a mero supporto tecnico, è ora incentrata sul business, poiché le tecnologie sono al centro delle performance. Per fare tutto questo, i Direttori e i Manager IT devono anche affrontare una vera e propria competizione per la ricerca dei talenti, che sono essenziali per la funzione e l’organizzazione. In questa corsa alle competenze, la fase di recruiting è spesso complessa e la formazione dei team esistenti è fondamentale. In Cegos aiutiamo da decenni le funzioni IT a sviluppare le proprie competenze, su scala internazionale. Siamo convinti che la formazione sia il modo migliore per rispondere a una duplice esigenza. Da un lato garantire che gli stessi CIO i e Manager IT potenzino le loro competenze – in particolare in termini di gestione e leadership -, dall’altro assicurare che i loro team sviluppino capacità di gestione dei progetti, soft skill, e che siano dotati delle competenze tecniche che consentano di integrare rapidamente gli sviluppi tecnologici. Sappiamo già che le risorse impiegate per la formazione iniziale non saranno sufficienti a dotare le organizzazioni di tutti i talenti e le competenze necessarie in ambito IT negli anni a venire. Lo sviluppo professionale continuo è, quindi, una leva importante da attivare per migliorare le performance IT delle organizzazioni e dei loro interi team”.