Secondo il nuovo IT Operations Readiness Index di Cisco i dati sono il fattore di trasformazione del modo in cui le aziende gestiscono l’IT. Il report è stato condotto intervistando oltre 1.500 responsabili IT di tutto il mondo per capire a che punto sono le organizzazioni nel loro percorso di trasformazione delle operation IT. In base alle risposte fornite, il report ha identificato un modello a quattro step per verificarne la maturità, focalizzandosi sulle modalità con cui le organizzazioni gestiscono gli eventi.
IT Operations Readiness Index
Oggi, l’IT spende circa il 78% del proprio budget nelle attività di routine, lasciando poco spazio all’innovazione. Tuttavia, esiste un modo per riallocare i budget dando priorità alle attività di trasformazione, e alcune organizzazioni stanno già adottando il modello di verifica della maturità sopracitato.
Come primo passo, è importante che l’IT stabilisca il livello in cui si trova l’azienda nel “four-step maturity model” e gli obiettivi da raggiungere nel corso dei prossimi due anni.
Le organizzazioni con livelli di maturità più elevata hanno riferito di raccogliere i dati da più aree della loro infrastruttura, eseguendo analisi approfondite e utilizzando l’automazione in modo diffuso. Per poter attuare procedure preventive, le aziende devono adottare un approccio data-driven che permetta di prevedere gli eventi (come ad esempio le interruzioni di attività) e l’automazione per essere in grado di apportare cambiamenti continuativi e mantenere uno stato ottimale.
“Una volta che si procede con questo tipo di modello, è possibile guardare al futuro grazie ai dati ottenuti – afferma Joseph Bradley, Global Vice President, IoT, Blockchain, AI e Incubation Business di Cisco -. Attraverso l’analisi e l’automazione, i CIO sono in grado di reagire agli eventi – come ad esempio le interruzioni – e di monitorare e ottimizzare costantemente le loro infrastrutture in base alle previsioni delle esigenze future”.
Operations Readiness Assessment
Parte integrante di questo progetto è uno strumento di autovalutazione online che permette ai responsabili IT di mappare la propria azienda rispetto al modello in 4 fasi, ottenere un report personalizzato con la possibilità di confrontarsi anche con competitor e partner e di ricevere suggerimenti per accrescere la maturità del proprio IT.
I principali risultati dell’ IT Operations Readiness Index:
Le operations sono un elemento strategico per il successo del business
- Il 28% dei budget IT degli intervistati viene speso per ottimizzare e portare miglioramenti alle operation IT. Il 68% degli intervistati prevede di aumentare tale budget nei prossimi 12 mesi.
- Il 40% degli intervistati ha dichiarato di fare già “pesantemente” affidamento sui dati dell’IT per le decisioni aziendali.
Investire in operations porta vantaggi ai clienti e valore per l’azienda
- L’88% dei leader IT ha dichiarato che il loro investimento in operations IT negli ultimi 12 mesi ha migliorato la soddisfazione dei clienti e l’89% ha notato miglioramenti in termini di innovazione.
La corsa al modello preventivo è solo l’inizio
- Solo il 14% ha raggiunto il livello più alto di funzionalità nelle operation IT – i così detti “preemptive”. Il 26% si trova ancora al livello più basso, reagendo agli eventi IT solo al loro verificarsi (“reactive operations”). Tuttavia, il 33% prevede di passare al livello successivo entro due anni.
- Le più avanzate, quelle con capacità operative “preemtive”, hanno il doppio delle probabilità di arrivare ad un’automazione costante rispetto alle organizzazioni meno avanzate e oltre il 50% di probabilità in più di eseguire la raccolta automatizzata dei dati.
- Solo il 26% raccoglie dati su base continuativa; il 17% utilizza analisi automatizzate in tempo reale. La maggior parte delle attività sono ancora periodiche.
AI + Talento = Successo
- Il 42% degli intervistati ha dichiarato che l’intelligenza artificiale è la tecnologia emergente che avrà il maggiore impatto sulle loro competenze in fatto di automazione. Mentre il 51% dichiara di utilizzare già l’AI in una certa misura per migliorare le loro competenze nell’automazione.
- Il 70% delle aziende ha attualmente un Chief Data Officer, un ruolo fondamentale per utilizzare intelligentemente i dati raccolri per migliorare le operazioni aziendali e l’IT. Le aziende si avvalgono in media di oltre 40 data scientist.
I fornitori esterni sono fonti strategiche di dati
- Per l’84% degli intervistati è “imperativo” avere accesso ai dati al di là di quanto raccolto internamente. Le organizzazioni più avanzate utilizzano già fornitori esterni per questo tipo di attività (ad esempio l’aggregazione dei dati); e anche i fornitori diventeranno una fonte importante per la raccolta di dati.
La sicurezza è l’infrastruttura che più si avvale di un approccio data-driven
- L’82% degli intervistati raccoglie già dati operativi e relativi alle prestazioni della propria infrastruttura di sicurezza, la più importante di qualsiasi altra area IT. La sicurezza è il più chiaro esempio della necessità di ottenere informazioni e di avere il controllo in tempo reale ed è la “punta di diamante” nell’investigare operazioni data-driven.
L’IoT è il punto di congiunzione tra IT e business
- Il 74% delle organizzazioni “preemptive” ha già raccolto dati dall’IoT rispetto il 59% delle organizzazioni “reactive”. Il 77% di tutte le aziende concorda sul fatto che l’internet delle cose è fondamentale per una gestione più efficiente della propria infrastruttura IT.
Quando le operazioni IT possono contare su dati corretti, le intuizioni ricavate da questi dati e la capacità di automatizzare le attività operative in tutta l’infrastruttura hanno l’opportunità di differenziarsi. È giunto il momento che i CIO si concentrino sull’aspetto innovativo delle operazioni IT.
Come ha detto Zeus Kerravala di ZK Research, “In futuro, le aziende di maggior successo saranno quelle che avranno la migliore qualità dei dati, algoritmi di intelligenza artificiale per interpretarli e un CDO che garantisca qualità e coerenza”.