La tensione cibernetica tra Stati Uniti e Russia non si ferma, ma anzi continua a crescere, tanto che l’editorialista David Ignatius sul Washington Post parla di un ritorno alla guerra fredda, che però diventa “cyber”.
“Gli hacker russi – spiega Ignatius – sembrano voler superare i limiti. Nelle ultime settimane, i loro bersagli apparenti sono stati i file elettronici del Democratic National Committee, le email private dell’ex segretario di Stato Colin Powell, e le informazioni personali sui test antidoping degli atleti statunitensi”.
Non è ancora arrivata una risposta dall’amministrazione Obama, che sta probabilmente valutando quale è il mezzo migliore per far fronte a questo tipo di minacce che arrivano dal cyberspazio. Le posizioni sono due: da una parte c’è chi vorrebbe passare all’attacco e dall’altro chi invoca un atteggiamento di mera difesa.