Il Bitcoin è una valuta virtuale, nata nel 2009 ad opera di Satoshi Nakamoto. Il suo valore è oscillante (nel 2012 aveva un valore di due dollari mentre oggi è scambiato a circa 600 dollari l’uno) e non è soggetto al controllo delle banche. Con i Bitcoin si possono acquistare beni reali, attraverso il sistema peer-to-peer, ma si possono anche scambiare con denaro contante realizzando un guadagno immediato proprio in base alle sue oscillazioni.
I Bitcoin non sono infiniti: è stato stimato che il suo limiti è fissato a circa 21 milioni di pezzi, cifra che verrà raggiunto intorno al 2140. Nel frattempo, per evitare truffe di qualsiasi tipo, ogni Bitcoin è nominale e può essere utilizzato una sola volta. Ma questo non basta a limitare pericoli e polemiche.
Al momento non esiste nessuna legge che vieti l’utilizzo dei Bitcoin, anche perchè la mancanza di localizzazione e l’utilizzo di una rete peer-to-peer come circuito rendono sia una legislazione della materia che il controllo del tutto impossibili. Ciò suscita non poche perplessità da parte delle autorità di molti Paesi, Stati Uniti compresi. E’ di oggi la notizia, infatti, che gli Usa hanno avviato una serie di indagini e sequestri – ufficialmente per contrastare il cartello del narcotraffico – per capire le effettive potenzialità e pericolosità della moneta virtuale. Potenzialità, soprattutto, che devono essere parecchie se la questione è riuscita a guadagnare l’attenzione del Comitato sulla Sicurezza Nazionale del Senato.
A tutte le agenzie federali è stato chiesto di esprimere un parere sulla moneta virtuale. Se fin qui, infatti, l’atteggiamento principale del governo americano è stato principalmente sanzionatorio, è stato deciso ora di aprirsi con più obiettività sulla questione. E così il Dipartimento di Giustizia, con l’Fbi in capo, ha riconosciuto ai Bitcoin la capacità di offrire legittimamente un servizio finanziario, ma la Federal Reserve ha invece dichiarato di non avere al momento la possibilità di gestire e regolamentare dei servizi finanziari basati su una moneta virtuale.
In realtà gli Stati Uniti temono di perdere un treno importante, quello dello sviluppo di nuovi mercati grazie all’utilizzo di questa nuova tipologia di valuta. Tra l’altro, se nel 2013 la moneta virtuale ha avuto un boom inaspettato, il 2014 si prefigura come l’anno della definitiva consacrazione con valori pronti a schizzare verso l’alto come è successo a Btc China che ha raggiunto il valore record di 619 dollari, classificandosi al primo posto nelle piazze di scambio mondiali riservate al Bitcoin.