In occasione del recente VMworld ho sentito interessanti conversazioni su diversi argomenti: dalla scelta dell’hypervisor, all’ambiente mobile fino al cloud ibrido. Detto ciò, mi domando quanti tra i partecipanti hanno avuto modo di trarre massimo vantaggio dall’evento. Perché? Nonostante la virtualizzazione sia ormai considerata una tecnologia aziendale indispensabile, vi sono alcune aree chiave in cui la mancanza di una strategia di virtualizzazione complessiva potrebbe rappresentare un freno alla sua adozione. Coloro che hanno goduto appieno dell’evento probabilmente vantano una strategia di VM e cloud management perfetta in termini di:
Policy per la gestione del ciclo di vita delle macchine virtuali
Come avviene spesso con l’introduzione di nuove tecnologie, mentre i dipartimenti IT cavalcano l’onda della virtualizzazione, gli utenti si precipitano a implementare macchine virtuali sulla base delle promesse del consolidamento dei server fisici. La proliferazione di tali VM è stato un naturale e significativo sotto prodotto di questa corsa. Un problema spesso ignorato fino a che non si tenta di recuperare risorse quali CPU, memoria, network e storage. Ci sono diverse domande da porsi sul ciclo di vita delle VM: perché è stata creata? È ancora necessaria? Può essere cancellata o dobbiamo archiviarla?
Un’efficace strategia di lifecycle management necessita di policy chiare in termini di provisioning, gestione e pensionamento delle VM. Le regole possono inoltre consentire a un utente ( sviluppatore, proprietario di un’applicazione o business manager) di creare e archiviare queste VM da solo. Ci sono anche tecnologie che possono coniugare queste policy con una più estesa e moderna strategia di data management che prevede l’automazione dell’auto-discovery delle VM, la conversione P2V e l’archiviazione. Implementare queste policy può rapidamente liberare risorse e tempo per gli IT admin e gli utenti.
Processi di protezione delle applicazioni virtuali
A mano a mano che i dipartimenti IT maturano nel loro utilizzo della virtualizzazione, sono sempre più numerose le applicazioni critiche che vengono messe online. Tuttavia, spesso dimenticano di verificare se la piattaforma di protezione dati esistente sarà altrettanto efficace per quelle applicazioni nel momento in cui cambia l’infrastruttura sottostante – sono in grado di gestire la scalabilità, integrazione, recovery e flessibilità che le applicazioni virtuali richiedono?
I metodi di backup tradizionali possono essere adatti in molti casi, tuttavia ogni applicazione ha i suoi requisiti RTO (Recovery Time Objective) e RPO (Recovery Point Objective). Assicurarsi di disporre dei metodi di backup più adatti per soddisfare i requisiti dell’applicazione può potenziare in modo significativo la strategia di virtualizzazione per adempiere anche ai più rigidi service level agreement.
Disaster recovery basato su cloud
Il cloud pubblico sta rapidamente diventando un’opzione reale come tipologia di infrastruttura alternativa. Alcuni dei settori in cui molte organizzazioni stanno valutando di sfruttare le infrastrutture public cloud sono la business continuity e il disaster recovery. Detto ciò, diverse aziende non sono ancora in grado di allocare budget per attività di disaster recovery generalizzate nel data center, e lo stanno conservando solo per applicazioni mission critical. Dato che il cloud rappresenta una valida opzione per le funzioni non critiche, sono significativi i volumi di dati che non dispongono di copertura DR.
Sfruttando la perfetta combinazione di cloud ibridi e pubblici, le imprese non solo possono potenziare la disponibilità dei dati per le applicazioni critiche, ma implementare strategie DR più estese in modi più efficaci ed economici. Il cloud pubblico evolve nella piattaforma DR prescelta, è quindi indispensabile prevedere qualunque evenienza implementando tecnologie di data management moderne.
Prendere in considerazione tutte e tre queste strategie ottimizza le prestazioni della virtualizzazione e apre la strada a una gestione efficace del cloud computing. Adottare una vista olistica sulla protezione dei dati abilita una più efficiente e sicura gestione delle VM, il rispetto degli SLA, nonché notevoli risparmi usando il cloud pubblico per le attività di disaster recovery. Queste strategie aiuteranno anche l’IT ad allinearsi con gli obiettivi complessivi di business e incrementeranno le possibilità di successo del programma di virtualizzazione.
A cura di Rodolfo Falcone, Country Manager CommVault Italy