Da quattro mesi personal computer e telefonini dei terroristi o sospetti tali sono inviolabili per le forze dell’ordine. “La colpa”? Dei nuovi aggiornamenti dei sistemi operativi iOS e Android sviluppati da Google, che hanno reso inutili e inefficaci i software cui ricorrono le forze dell’ordine per monitorare il traffico dati.
Si tratta di un sistema che permette di spedire un virus in remoto, tramite email o SMS invisibili per la “vittima” intercettata, in grado di inviare a polizia e Ros dei carabinieri una copia di ogni file presente nella memoria del dispositivo. Una volta che il dispositivo è stato infettato poi può fungere da microspia con un comando avviabile dagli investigatori. E’ inoltre possibile per le forze dell’ordine monitorare lo schermo copiando i caratteri cliccati sulle tastiere, tenendo così sotto controllo 24 ore su 24 anche gli strumenti di messaggistica istantanea come Whatsapp. Un sistema su cui anche la Cassazione si è pronunciata di recente accertandone la bontà dell’utilizzo in fase di indagine dopo l’approvazione di un mandato da parte della magistratura, come accade per tutte le intercettazioni.
Dati i costi eccessivamente elevati per lo Stato, questi software vengono acquistati da società private, ma ora, data la rapidità degli aggiornamenti dei sistemi iOS e Android è diventato impossibile per gli investigatori dei reparti antiterrorismo restare al passo. Il virus spia per Android costa 800 mila euro mentre quello per Apple più di un milione e mezzo. Cifre elevate che verrebbero spese col rischio molto concreto che i software possano essere utilizzati solo per poche settimane.
Un problema analogo si è verificato con le telefonate in seguito all’affermarsi della rete 4G. In questo caso però gli operatori telefonici hanno aggiornato i protocolli, consentendo agli investigatori di intercettare le conversazioni.
Come risolvere questo blocco? L’unica via sarebbe quella di una rogatoria internazionale, che però vede i colossi della telefonia BlackBerry e Apple schierarsi per il no.