[section_title title=SDN: un ruolo chiave]
A cura di Emanuel Monticelli, System Engineer North Italy Extreme Networks
Se dovessimo individuare il fattore di cambiamento principale che al giorno d’oggi è di spinta per la trasformazione del business – e che a sua volta è il motore dell’innovazione tecnologica che si sviluppa – io sarei pronto a proporre il concetto di flessibilità. Le aziende hanno più che mai bisogno di essere flessibili, e tutta l’innovazione tecnologica segue proprio questa direzione: offrire alle imprese gli strumenti per poter rendere più flessibili i propri processi produttivi.
Oggi le imprese necessitano di tecnologie che possano fornire loro una buona flessiblità, ossia la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti, per essere in grado di convertire, aggiungere, eliminare e aggiustare rapidamente servizi o applicazioni per il mercato. Necessitano anche di individuare quali parti dell’infrastruttura tecnologica siano strategiche per potervi investire, e di disporre di strutture abbastanza dinamiche da modificare il mix “in house”-outsourcing/cloud a seconda delle esigenze dell’azienda.
Se si parla di flessibilità in materia di infrastrutture IT e di rete, è chiaro che la tecnologia SDN risulta avere un ruolo chiave. Prendendo in esame i diversi approcci del mercato, e mettendo da parte quelli chiusi e privati, che a mio parere non alimentano l’innovazione e si adattano male a questa ricerca di soluzioni flessibili, ci possiamo concentrare su quegli approcci basati su standard e open source.
In questo ambito tuttavia ci sono anche alcune controversie riguardo alle reti SDN, soprattutto riguardo a dove si debba effettuare questa “separazione” di implementazioni nella rete per poter usufruire delle proprietà SDN, o quali sviluppi dell’architettura siano quelli che effettivamente favoriscono apertura e programmabilità.