L‘Agenzia per l’Italia Digitale ha redatto le “Linee Guida per la razionalizzazione della infrastruttura digitale della Pubblica Amministrazione”.
Tale razionalizzazione delle infrastrutture IT, sebbene sia un percorso articolato e non del tutto agevole, garantisce un ritorno non solo economico, dato da costi di gestione e manutenzione inferiori. Permette, infatti, di creare ambienti più sicuri ed affidabili, agevolare l’adozione di soluzioni Soa, dimensionare in modo più rapido e flessibile le risorse software e hardware per far fronte ad esigenze non prevedibili o non continuative, oltre a standardizzare l’hardware, le applicazioni software e le modalità stesse di gestione dell’Ict.
L’Agenzia per l’Italia Digitale definisce un piano triennale di razionalizzazione dei Ced (Centro Elaborazione Dati), individuando i livelli minimi dei requisiti di sicurezza, di capacità elaborativa e di risparmio energetico dei Ced, nonché le modalità di consolidamento e razionalizzazione. Gli “indicatori” che un Centro di Elaborazione Dati pubblico deve possedere per essere ritenuto qualificato a garantire le funzioni istituzionali dell’It di una Amministrazione si dividono in tre ambiti: indicatori infrastrutturali, quelli Ict e infine gli indicatori di obiettivo.
Dal 30 settembre al 1 dicembre l’Agenzia, in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni, avvierà la ricognizione per la verifica della conformità agli indicatori citati, quale attività propedeutica alla successiva adozione del Piano triennale.
Parallelamente la Fondazione Ugo Bordoni coordinerà i tavoli di confronto con gli operatori di mercato interessati al tema, al fine di definire le possibili soluzioni tecnologiche da adottare nella progettazione esecutiva prevista nel Piano. Per la realizzazione di quest’ultimo è possibili utilizzare tre diversi modelli di intervento, in base ai risultati del censimento e alle risorse a disposizione.
L’importanza del progetto, sia dal punto di vista economico, sia sociale, implica una duplice attività di monitoraggio: a carico dell’Amministrazione detentrice del Ced, che comporta una molteplicità di verifiche e rapporti periodici, inclusi i dati relativi ai costi, definiti dettagliatamente nelle modalità di esecuzione delle attività; a carico di Agid/Fub che costituiranno, entro i primi sei mesi dell’adozione del Piano, una sala operativa deputata al monitoraggio permanente delle infrastrutture consolidate al fine di ottimizzare il carico dei sistemi, facilitando il successivo percorso di piena adozione del cloud.
Le principali modalità di razionalizzazione delle infrastrutture tecnologiche Ict, indicate nel documento dell’Agenzia per l’Italia Digitale (consultabile cliccando qui), sono classificabili in macro categorie, quali: consolidamento degli spazi; razionalizzazione delle infrastrutture informatiche hardware, compresi gli interventi di consolidamento e virtualizzazione degli apparati It; condivisione dei servizi. La messa in atto di tali tipologie di intervento ha un ordine logico che ne definisce la sequenza corretta.
Le Amministrazioni che potranno contare su Ced più innovativi potranno offrire una qualità del servizio decisamente superiore. Un livello di qualità che tutta la PA deve pretendere per la conservazione e gestione dei propri dati, soprattutto in considerazione della straordinaria portata innovativa del cloud computing che ha completamente scardinato le modalità di approccio alle architetture It.
Anche nelle PA, quindi, si dovrebbe perseguire un’evoluzione verso il consolidamento dei propri Ced, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista logico, il cui obiettivo principale è quello di migliorare l’efficienza operativa oltre che a ridurre i costi per l’Ict.