OVH è stata selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea per ospitare sul suo public cloud i dati del progetto Copernicus volti a promuovere l’utilizzo delle immagini satellitari.
Lanciato nel 2001 con il nome Global Monitoring for Environment and Security (GMES) dalla Commissione Europea e dall’ESA, il programma ha come missione strategica quella di dotare l’Europa di una capacità di osservazione e monitoraggio autonomi della Terra, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di servizi operativi per l’accesso ai dati spaziali.
Nuovi dati da utilizzare in numerose attività
Tutti i dati raccolti consentiranno di monitorare i cambiamenti nell’occupazione del suolo, definire le variabili bio-geofisiche della superficie terrestre, prevedere le condizioni degli oceani, fornire assistenza nella gestione di crisi in aree colpite da disastri naturali o industriali, monitorare la composizione chimica e la qualità dell’aria, riesaminare le principali variabili climatiche e sviluppare strumenti per la creazione di servizi climatici.
Per quanto riguarda le criticità relative alla sicurezza, Copernicus contribuirà a garantire il rispetto dei trattati internazionali, sostenendo le operazioni di pace e fornendo assistenza per il controllo dei confini europei.
Tutti i dati raccolti in questo progetto estendono il bacino di utilizzo in modo significativo. Provenienti letteralmente dallo spazio, aprono nuovi orizzonti di sviluppo per le aziende europee e saranno presto disponibili a utenti e sviluppatori attraverso una piattaforma open data digitale, progettata da SERCO Italia, partner italiano di OVH.
In Copernicus, il progetto specifico Data and Information Access Services (DIAS) è completamente dedicato a questa attività e prevede la creazione di un ecosistema che riunirà startup e società di software per la promozione di queste immagini.
OVH ospiterà 10 Petabyte di dati all’anno
OVH e SERCO figurano tra i quattro consorzi industriali selezionati da ESA per rendere disponibili i dati su Public Cloud. OVH fornirà l’infrastruttura cloud, mentre SERCO, attraverso la sede italiana specializzata nella fornitura dei servizi, metterà a disposizione esperti e ingegneri di alto livello in diverse aree di competenza.
Da un punto di vista tecnico, la sfida principale del progetto consiste nel fornire un’infrastruttura in grado di ospitare e gestire una grande quantità di dati e, data la vasta portata di Copernicus, renderli disponibili a qualsiasi utente gratuitamente. Verranno generati oltre 10 Petabyte all’anno di informazioni non strutturate: immagini geografiche e termiche, unite a una vasta gamma di file differenti.
Oltre alle sfide per l’archiviazione dei volumi di dati, anche la scalabilità si è rivelata un criterio decisivo, con l’arrivo di nuovi satelliti ancora più performanti e l’integrazione delle informazioni di terze parti che ne aumentano la quantità. Nella scelta di OVH si sono rivelati fondamentali anche la riservatezza delle informazioni (ospitate in aree non soggette al Patriot Act/Freedom Act) e la volontà di utilizzare una soluzione non proprietaria.
Rendere pubblici i dati spaziali segna una nuova tappa nel progetto Copernicus. La comunità degli sviluppatori entro la fine di giugno avrà nuovi territori da esplorare.