Un nuovo Report sulle previsioni di sicurezza informatica 2018 pubblicato da Forcepoint mette in guardia sulla “tempesta perfetta” di driver che influenzeranno il dibattito sulla privacy.
I rischi generati dagli aggregatori di dati, dai sistemi di criptovaluta e dai ransomware sono, infatti, al centro dell’indagine dello specialista in cybersecurity, che conferma il focus sulla necessità di una sicurezza basata sull’analisi comportamentale.
Vietato, dunque, concentrarsi sulla costruzione di muri più grandi per comprendere, invece, come, quando e perché le persone interagiscono con i dati critici, indipendentemente da dove essi si trovino.
Quest’ultimi passano, infatti, sempre più attraverso piattaforme e applicazioni in cloud, tanto che il malware è in costante evoluzione e, nonostante la crescente crescita di investimenti in tecnologie di difesa, i controlli di sicurezza tradizionali si stanno rivelando inefficaci.
Come riferito in una nota ufficiale da Richard Ford, Chief Scientist di Forcepoint: «Considerando il “comportamento informatico” e l’intento come fulcro della sicurezza, il mercato ha una possibilità di tenere sotto controllo il costante flusso di cambiamento nell’ambiente delle minacce informatiche».
Proprio per questo motivo, il comportamento delle persone non dovrebbe essere considerato in modo separato rispetto alla sicurezza. Gli utenti possono potenzialmente essere causa involontaria di compromissione dei sistemi in un attimo ed essere fonte di innovazione un attimo dopo.
Una anteprima sulle previsioni per il 2018
Da questi presupposto le previsioni a cura di Forcepoint secondo cui:
1. La privacy torna in pista
2. Aggregatori di dati: una miniera d’ora in attesa di essere forzata
3. Aumento di attacchi su Cryptovalute
4. Disruption of Things: sta per accadere
5. L’IoT non è ancora tenuto in ostaggio ma diventa un bersaglio per la distruzione di massa