Secondo una ricerca condotta da Kaspersky Lab su più di 3900 professionisti It le aziende operanti nei settori dell’istruzione e del no-profit posizionano la sicurezza degli ambienti virtualizzati all’ultimo posto delle priorità It.
In particolare, il settore no-profit registra il livello più basso di virtualizzazione tra tutti i settori monitorati dalla ricerca Kaspersky Lab: solo il 42% pensa alla virtualizzazione come parte centrale della propria infrastruttura It, mentre la media globale è del 52%. Solo il 10% delle aziende no-profit ha dichiarato di aver messo la difesa della propria infrastruttura virtuale tra le prime tre priorità di sicurezza It per il prossimo anno. Ed ancora meno prioritaria della virtualizzazione, per le organizzazioni no-profit, è la sicurezza fisica dei sistemi business, evidenziata solo dall’8%, mentre sono giudicati prioritari fattori come la continuità del servizio (37%), l’identity e l’access management (31%) e sicurezza dei dispositivi mobili (30%).
Il settore dell’istruzione condivide un atteggiamento simile in merito all’importanza di difendere l’infrastruttura virtuale: solo il 10% considera questa tra le prime tre preoccupazioni. Tuttavia, questo settore registra un utilizzo della virtualizzazione più alto della media, con il 54% degli intervistati che definisce gli ambienti virtuali come parte centrale della propria infrastruttura It, 12 punti percentuali in più rispetto al settore no-profit. Nonostante ciò, sono considerati prioritari la prevenzione della fuga di informazioni (29%), la continuità del servizio (28%), la formazione in termini di sicurezza dei propri dipendenti (28%).
Il 63% delle realtà no-profit considera il danno d’immagine come la conseguenza peggiore di una violazione di dati, mentre i dati relativi ai clienti e ai donatori sono le informazioni che temono maggiormente di perdere e a cui attribuiscono un valore molto più alto rispetto agli altri settori di business coinvolti nella ricerca.
Anche gli insegnanti danno importanza alla loro reputazione, mettendo il danno all’immagine come la seconda peggiore conseguenza relativa alla violazione di dati, con il 44% degli intervistati che cita questo evento (conseguenza valutata solo leggermente meno preoccupante rispetto al mancato accesso ad informazioni critiche, citata nel 48% delle risposte). Gli insegnanti si dicono inoltre d’accordo nel considerare le informazioni relative ai clienti – nello specifico, studenti e facoltà – quelle che temono maggiormente di perdere, a detta del 21% degli interpellati.
Pur tenendo presente budget ristretti – tipici di questi due settori – e sensibilità alla fuga di informazioni, il costo di un incidente alla sicurezza informatica si rivelerebbe particolarmente alto per le organizzazioni no profit e del settore educazione, il che rende la scarsa considerazione attribuita alla sicurezza delle soluzioni virtualizzate particolarmente problematica. Tuttavia questa mancanza di consapevolezza nel capire l’importanza della sicurezza delle soluzioni virtualizzate per questi settori è davvero unica nel suo genere. Una rete It virtuale può garantire una notevole riduzione dei costi per organizzazioni con poche risorse a disposizione come queste, ma una protezione inadeguata può anche costituire un via d’accesso alle cyberminacce. Scuole, charity e realtà no-profit stanno lentamente cominciando ad implementare le proprie risorse virtuali ed è quindi sperabile che la sicurezza virtuale cominci ad essere considerata sempre più prioritaria rispetto a quanto risulta da questi dati.